Come nel romanzo, poi diventato film, di Louis Pergaud si sono schierate le truppe per la battaglia simbologica all’Assemblea Regionale Siciliana
Questo giornale ha una dimensione orgogliosamente siciliana. Sia per diffusione, sia per omogeneità di temi trattati, è forse il giornale a maggior connotazione regionale. Ma vuoi per la pandemia, vuoi per il naturale maggior interscambio con le politiche nazionali, PNRR in primis, vuoi per la crescita di globalizzazione delle notizie e delle influenze, abbiamo deciso di traguardare la Sicilia, su cui intendiamo essere sempre attenti, e volgere oltre lo Stretto lo sguardo. Pertanto abbiamo deciso di cambiare nome alla Rubrica “L’Isola che c’è, che da oggi si chiamerà, anche per il taglio a volte ironico dell’analisi, “I pezzi di Pizzo”.. Non vi fuorviate, state tranquilli, non sarà una nuova rubrica gastronomica ma continuerà a parlare di Politica e società. Un augurio di buon anno ai lettori di QdS.it.
Come nel romanzo, poi diventato film, di Louis Pergaud si sono schierate le truppe per la battaglia simbologica all’Assemblea Regionale Siciliana. C’erano da stabilire i galloni e gli alamari del consenso sui delegati della Sicilia da mandare a Roma in qualità di Grandi Elettori del Presidente della Repubblica. Il bollettino di guerra riporta le cifre di 44 voti per Gianfranco Miccichè signore del Palazzo dei Normanni, che esce vincitore della disfida sugli Orleans capitanati da Musumeci con un misero 29, superato pure dal grillino Di Paola che raccoglie i voti dei Franchi tiratori della maggioranza che spesso uscivano in doppia scheda Miccichè- Di Paola.
Come nei ragazzini del romanzo gli sconfitti perdono i bottoni, come fossero i gradi militari. I bottoni rappresentano il consenso fra gli addetti ai lavori. Sondaggio fondamentale in tempo di candidature o ricandidature nel caso di Musumeci. Di fatto parte della maggioranza, non piccola, gli ha dato il benservito politico. Molti perché trascurati dall’azione di governo, altri perché probabilmente non considerano positiva una sua ricandidatura per vincere le prossime elezioni.
E dire che per questo De Bello Gallico avevano trascurato di approvare l’esercizio provvisorio, lasciano la Regione senza Bilancio. Non c’era concentrazione per dare alla Sicilia uno straccio di strumento finanziario per quanto precario. Se prima non si stabiliva chi era il più bello del reame. Tale era il disinteresse che perfino il titolare del dossier, l’Avvocatissimo Armao, se ne è andato per cinque lunghi giorni a Dubai in piena sessione di Bilancio. Sicuramente sarà per fare esplodere il PIL dell’isola con esportazioni immaginifiche.
Il risultato rafforza ovviamente la leadership di Miccichè sulla maggioranza, quindici voti di distacco sono decisamente significativi. Ora però passata la disfida come si potrà comporre il quadro politico? Perché a Roma probabilmente si sostanzializzerà lo status quo, ma lì non hanno elezioni alle porte, in Sicilia si. C’è da votare a Palermo ed alle regionali, prima delle politiche. E qualcosa si deve decidere in questo stillicidio semipermanente.
Per oggi i bottoni vanno al Presidente dell’Ars e lo sconfitto è Musumeci. Domani, come diceva la famosa Rossella, è un altro giorno?
Così è se vi pare.
Giovanni Pizzo