Il Piano di riequilibrio ha tagliato in modo lineare i crediti vantati dalle cooperative sociali, scatenando la rabbia dei vari responsabili. Spunta un emendamento al Milleproroghe
PALERMO – Potrebbe arrivare da Roma un salvagente per i creditori del Comune. Da giorni i rappresentanti del Terzo Settore erano in agitazione per la decisione di Palazzo delle Aquile di ripagare solo in parte i propri debiti commerciali ma un emendamento al Milleproroghe potrebbe mettere in salvo quantomeno le spettanze del 2021.
Il taglio lineare dei crediti vantati da cooperative sociali, associazioni ed enti no profit è una misura prevista dal Piano di riequilibrio approvato a fine gennaio dal Consiglio comunale e resa possibile dall’ultima Legge di Bilancio, la n. 234 del 30 dicembre 2021 o “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024”. Facendo ricorso al comma 574 dell’art. 1, il 7 febbraio Palazzo delle Aquile ha pubblicato un avviso (che scadrà il 10 aprile) che prospettava un’autentica stangata per le coop sociali: “Il Comune – si legge – determinato e quantificato entro il 15 maggio 2022 l’ammontare del Piano dei debiti commerciali, per il tramite degli Uffici competenti alla liquidazione, proporrà individualmente ai creditori, entro il 15 giugno 2022, nel rispetto dell’ordine cronologico delle fatture di pagamento o delle note di debito, la definizione transattiva del credito, offrendo il pagamento di una somma variabile in relazione all’anzianità del debito come previsto dalla norma: a) 40 per cento per i debiti con anzianità maggiore di dieci anni; b) 50 per cento per i debiti con anzianità maggiore di cinque anni; c) 60 per cento per i debiti con anzianità maggiore di tre anni; d) 80 per cento per i debiti con anzianità inferiore a tre anni. L’istanza di ammissione dovrà essere inoltrata entro il termine perentorio di sessanta giorni decorrenti dal 7 febbraio 2022 e fino al 10 aprile 2022, a pena di decadenza, avvisando che la mancata presentazione della domanda nei predetti termini determina l’automatica cancellazione del credito vantato. La transazione dovrà essere accettata entro un termine prefissato non superiore a trenta giorni e prevede la rinuncia ad ogni altra pretesa e la conseguente liquidazione del debito entro il termine di venti giorni dalla conoscenza dell’accettazione della transazione”.
Insomma, prendere (rinunciando fino a oltre il 60% del dovuto) o lasciare. L’avviso ha provocato l’immediata sollevazione delle coop, che hanno anche organizzato un sit-in davanti alla sede della Ragioneria generale in via Roma. Anche la politica si è messa di traverso. Mariangela Di Gangi, candidato sindaco con il movimento “Facciamo Palermo”, ha parlato di “scelta omicida di Roma o scelta autolesionista dell’Amministrazione. La prospettiva che il Comune interrompa i pagamenti verso i creditori e, una volta ripresi, li onori solo in percentuale, si può definire soltanto come una follia. O è l’applicazione folle di una legge giusta o l’applicazione giusta di una legge folle. Perché il risultato pratico del blocco totale e indiscriminato di ogni pagamento non può che essere, oltre che ovviamente un attacco violentissimo e senza precedenti al tessuto economico e sociale della città, quello di un ulteriore, gravissimo danno per le casse comunali, oltre che per la credibilità del Comune come Ente con il quale fare affari in futuro”.
“La cosa certa – ha concluso – è che a fare le spese di questa confusione sono gli operatori economici della città, che si sentono di dire che saranno pagati ‘forse’ e ‘in parte’ anche dopo aver prodotto servizi e beni per la città e dopo aver anticipato migliaia o milioni di euro”.
Dal Milleproroghe un’ancora di salvezza
Dal decreto Milleproroghe, però, potrebbe arrivare un’ancora di salvezza: “Grazie all’emendamento – ha rivelato Filippo Parrino, presidente di Legacoop – promosso da Legacoop, Legacoopsociali insieme a Confcooperative Palermo e Fism Palermo, a firma di vari parlamentari e con primo firmatario l’onorevole Francesco Boccia, dal Piano di riequilibrio verranno stralciati i crediti vantati dal Terzo Settore per l’erogazione dei servizi alla persona e relativi all’anno 2021”.
L’emendamento, come evidenziato ancora da Legacoop “verrà sostenuto dal senatore Steni Di Piazza, componente della VI Commissione Finanze del Senato, e dalla deputata Roberta Alaimo, incontrati dai vertici delle associazioni degli enti operanti nel Terzo Settore. Presenti all’incontro, oltre a Parrino e Giuseppe Fiolo di Legacoop, anche Cesare Arangio, presidente di Confcooperative Palermo, e Dario Cangialosi, presidente di Fism Palermo”.
Dalle coop e dagli enti del Terzo Settore, inoltre, è arrivato “un richiamo al Comune che viene invitato a rivalutare la posizione di quei crediti su cui è stato posto il vincolo”. “Si tratta – ha spiegato Giuseppe Fiolo, presidente regionale di Legacoop sociali – di somme legate a fondi di finanziamento nazionali ed europei, le cui economie, contrariamente a quanto asseverato dall’Avvocatura dello Stato in risposta al quesito posto dal Comune di Palermo, non potrebbero essere utilizzate ai fini del riequilibrio. Alla luce di queste importanti novità è stata richiesta la convocazione di un urgente tavolo di confronto con il sindaco Leoluca Orlando”.