Il Pd è il primo partito con il 21% dei consensi (+0,2%), seguito a ruota da Fdi al 19,7% (+0,4%), dalla Lega, stabile al 18%, e dal Movimento 5 stelle con il 15,4% (-0,1%)
Il Pd è il primo partito con il 21% dei consensi (+0,2%), seguito a ruota da Fdi al 19,7% (+0,4%), dalla Lega, stabile al 18%, e dal Movimento 5 stelle con il 15,4% (-0,1%).
Questo è il quadro politico che emerge dall’ultimo sondaggio Ipsos pubblicato sul “Corsera”, relativo a fine febbraio, in piena crisi Ucraina.
Forza Italia registra ”l’arretramento più consistente” (0,9%), attribuibile al “ritorno alla normalità dopo i riflettori puntati su Berlusconi e il suo partito durante le settimane che hanno preceduto l’elezione del presidente della Repubblica”.
La federazione formata da ‘Azione’ e ‘+Europa’ con il 3,3% è “l’unica tra le altre forze politiche a superare la soglia di sbarramento prevista dall’attuale legge elettorale”.
Le coalizioni
A livello di coalizioni, il centrodestra unito vale il 46,6 per cento, mantenendo “un vantaggio significativo sul centrosinistra (31,4%)”, mentre “si riduce di qualche decimale (da 7,9% a 7,2%) quello sulla coalizione giallorossa (39,4%) e si conferma l’equilibrio con un ipotetico ‘campo largo’ comprendente tutte le forze di sinistra e centrosinistra (incluse quelle meno in sintonia con il M5S)”.
In flessione di 0,7%, secondo la rilevazione e il commento di Nando Pagnoncelli, la “quota degli astensionisti e degli indecisi che si colloca al 40,8%, rimanendo di gran lunga la componente numericamente più rilevante dell’elettorato”.
I leader più desiderati
Nella graduatoria sull’apprezzamento dei leader al “primo posto sono appaiati, con un indice di gradimento pari a 36%, Conte (stabile) e Meloni (in crescita di 1 punto), seguiti da Speranza (34), in crescita di due punti, da attribuire più al miglioramento della situazione sanitaria che al suo ruolo di leader di partito; al quarto posto Letta (stabile a 30), quindi Bonino (28, +2) e Salvini (27, + 1)”.
Tra gli altri leader si registra “l’aumento di 3 punti di Calenda (25), reduce dal primo congresso di Azione”, e la “flessione di 2 punti di Toti, probabilmente da attribuire alle divergenze interne su una possibile intesa con Iv”. Il gradimento per il governo e per il premier Mario Draghi, assicura Pagnoncelli, “rimane lo stesso registrato a inizio febbraio: l’indice è pari a 56 per l’esecutivo e a 59 per il premier”.