Il vice presidente della Croce rossa italiana ospite del QdS con cui ha parlato della situazione in Ucraina e di come è possibile aiutare la popolazione
Rosario Maria Valastro è il vice presidente della Croce Rossa Italiana, una delle organizzazioni umanitarie impegnate nello scenario di guerra in terra di Ucraina.
Valastro è un “ex giovane” dell’organizzazione e può vantarsi di avere investito, a suo tempo, proprio su di essi.
Croce Rossa preferita nelle scelte di volontariato dei giovani
Secondo un report elaborato da CRI, in Italia la maggior parte dei giovani scelgono di fare volontariato indossando la casacca con l’emblema della croce. Nella fascia di età tra i 18 e i 34 anni, quindi, ha più appeal mettersi al servizio della Croce Rossa Italiana.
L’avvocato catanese ha guardato e con successo al futuro, redigendo il progetto associativo dei pionieri (giovani della CRI) e le linee guida per la formazione, ha fondato la scuola nazionale di formazione per i giovani.
Il vice presidente, ospite di QdS, negli anni ha ricoperto incarichi a livello europeo.
Attualmente è anche membro della “leadership platform sui ricongiungimenti familiari del Comitato Internazionale della Croce Rossa”.
La piattaforma del Movimento Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, che ha sede a Ginevra, è composta di venti esperti, provenienti da tutto il mondo, si occupa di mettere insieme idee e sviluppo dell’attività relativa ai ricongiungimenti familiari. La materia interessa milioni di nuclei familiari e grazie alla “piattaforma” molti dossier sono stati chiusi con esito positivo e nella massima riservatezza, per ragioni di sicurezza delle persone interessate, alcune delle quali sono perseguitate per ragioni politiche.
Il curriculum di Valastro è caratterizzato da diversi riconoscimenti, l’ultimo, nel 2016, la nomina a Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
L’area Programmi, formazione e sviluppo di Croce rossa italiana
In seno all’Organizzazione italiana, Valastro coordina l’area “Programmi, formazione e sviluppo”.
Valastro ha spiegato a QdS come sono impiegati i volontari della Croce Rossa e in che condizioni vive la popolazione ucraina, «sono stati colpiti non solo gli obiettivi militari ma anche altre strutture civili – racconta – manca l’acqua corrente e anche l’energia elettrica, quindi, il riscaldamento. Le temperature sono proibitive».
Le pressioni per l’apertura di corridoi umanitari
Racconta che la sua organizzazione umanitaria ha esercitato forte pressioni tra le parti in disputa per «l’apertura di corridoi umanitari e per far entrare farmaci, beni di prima necessità e derrate alimentari».
Disponibilità, da parte della Russia, che si attendeva per la giornata di lunedì, 7 marzo. Tuttavia, nel giorno della Festa della Donna, la Russia ha annunciato il cessate il fuoco per permettere una veloce evacuazione dei civili, soprattutto donne, bambini, anziani e diversamente abili (non idonei a combattere) da Kiev, Chernihiv, Sumy, Kharkiv e Mariupol.
«La Croce Rossa Ucraina sta assistendo la popolazione, di concerto con le altre organizzazioni umanitarie, – continua Valastro – che ha reclutato migliaia di civili. Tutti impegnati a sopperire alle esigenze di chi ha trovato riparo e rifugio in ogni dove».
Gli aiuti per l’Ucraina da parte dell’Italia
Il vice presidente ci parla anche della quantità di aiuti partiti dall’Italia: «La settimana scorsa abbiamo inviato sei tir di aiuti, in particolare farmaci e tensostrutture per l’allestimento dei campi per l’accoglienza. Il convoglio è arrivato fino ai confini dell’Ucraina, dove c’è un campo gestito dalla Croce Rossa danese».
Tutte le azioni umanitarie del “network” delle società nazionali di Croce Rossa, che prende il nome di Movimento internazionale di Croce Rossa, sono coordinate dal Comitato Internazionale di Croce Rossa.
Ognuna delle organizzazioni nazionali da sostegno ad essa, quindi alla «“sorella” ucraina, che assiste la popolazione civile e i militari di quello Stato, con il supporto di quella polacca, ungherese, rumena e croata, che stanno assistendo nei campi di accoglienza la popolazione che è riuscita a scappare».
Cosa serve alla popolazione ucraina
Abbiamo chiesto se occorrono derrate alimentari. «Quelle non mancano – chiosa Valastro – Ai confini c’è cibo a sufficienza, il problema è quello di farle arrivare nei teatri di guerra. Piuttosto, in quell’area. occorrono farmaci, iniziano a scarseggiare».
«Chi vuole donare farmaci e prodotti medicali – continua il vice presidente – può contattare i nostri comitati locali e raccordarsi direttamente con loro, in particolare per i farmaci ci sono delle regole a riguardo la scadenza e la tipologia del principio attivo».
Valastro indica anche la forma tradizionale di sostegno alle attività della CRI che è quella della donazione di denaro: «è possibile farlo attraverso il nostro sito web, dove, come abbiamo fatto per altre emergenze e disastri, rendicontiamo puntualmente ogni centesimo ricevuto».
Gli aiuti economici, nel caso dell’emergenza in atto in Ucraina, occorrono per mantenere i campi di accoglienza.
Ai rifugiati oltre a garantire il vitto, il posto letto, il riscaldamento delle tensostrutture (siamo in pieno inverno), vengono fornite schede sim e ci si adopera per il ricongiungimento con i familiari, che si trovano in Ucraina oppure in ogni parte dell’Europa. Questo avviene attraverso la leadership platform, attivando il canale di Ginevra.
«Sul posto interveniamo anche in forza di uno dei sette principi, che anima lo spirito dei nostri volontari. L’umanità. Ci occupiamo, in maniera imparziale, – che è l’altro principio che regola la nostra azione – ad assistere i più bisognosi, a partire dai diversamente abili. Nessuno viene lasciato indietro. Questo accade non solo nei teatri di guerra, ma anche nella quotidianità. Non lasciamo indietro, ogni santo giorno, nemmeno il senza tetto, o le famiglie in difficoltà, che si trovano in Italia. I nostri volontari sono presenti anche qui, in ogni Regione e in centinaia di Comuni, non mancano di garantire quotidianamente ogni tipo di assistenza, psicologica e materiale», afferma Valastro.
«Le risorse sono poche, le necessità, in Italia e nel resto del mondo, sono tante – precisa – cerchiamo, secondo la scala delle urgenze, di ascoltarle tutte, nella consapevolezza che non possiamo evaderle. Tuttavia, quando i riflettori mediatici si spengono noi continuiamo ad esserci. Non ci dimentichiamo di nessuno, ci tengo a ribadirlo».
Il ruolo della Croce rossa nei rapporti con le Istituzioni
Il vice di Francesco Rocca, presidente della Croce Rossa Italiana e della Federazione Internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, chiarisce a QdS anche il ruolo dell’organizzazione nei rapporti con le Istituzioni.
«La Croce Rossa, nella lotta alle vulnerabilità, – spiega – si trova a metà tra le organizzazioni statali e quelle non governative. È indipendente ma ausiliare dei pubblici poteri, sia in tempo di guerra che di pace. Interloquiamo in maniera organica con le Istituzioni, da quelle nazionali fino ai Comuni, anche quelli più piccoli».
Gli occhi di Valastro iniziano a brillare quando racconta i rapporti della Croce Rossa Italiana con la presidenza della Repubblica: «Il presidente della Repubblica è in nostro alto patrono, il “papà” dell’associazione, come lo è in tutte le Organizzazioni nazionali».
L’importanza della formazione dei giovani
Valastro conclude la chiacchierata con QdS descrivendo dell’investimento di Croce Rossa Italiana sulla formazione dei giovani.
Partendo proprio dalla scuola di formazione da lui fondata e che negli anni ha preparato migliaia di volontari, che non punta solo alle tecniche di intervento nella gestione delle criticità ma anche sulla formazione di nuovi leader «come agenti di cambiamento».