Il presidente del Consiglio vuole un'intesa per fissare un tetto massimo al prezzo del gas, ormai alle stelle. E annuncia un colloquio con Vladimir Putin
C’è anche il pressing di Mario Draghi, in Consiglio Ue, per arrivare a un’intesa sul cosiddetto ‘price cap’, ovvero un tetto europeo al prezzo del gas che consenta di calmierare prezzi, prezzi che, complice il conflitto in Ucraina, sono arrivati alle stelle. Draghi è stato il primo, del resto, a portare in Europa il tema, parlandone con la presidente Ursula Von der Leyen al fianco di un ministro del suo governo, il responsabile della Transizione ecologica Roberto Cingolani. E ora, durante la riunione fiume ancora in corso, l’ex numero uno della Bce ha chiesto all’Europa un segnale chiaro anche in questa direzione. Il punto di caduta potrebbe essere inserire un riferimento chiaro, nero su bianco, al price cap nelle conclusioni finali del vertice, per poi tracciare un percorso che porti a un accordo da siglare entro maggio.
Prove d’intesa
Un segnale oggi, dunque – la proposta di Draghi- e un’intesa da qui a due mesi, con la Commissione impegnata a dettagliarla. Sarebbe un ulteriore segnale di unità per l’Europa, avrebbe rimarcato il premier nel corso del summit. Il price cap si tradurrebbe, in estrema sintesi, in un prezzo unico e calmierato del gas importato per tutti i paesi della Ue, con il vantaggio aggiuntivo di evitare speculazioni. Ma la proposta vede contrarie Germania, Austria e Olanda, quest’ultima particolamente interessata visto che -elemento non secondario- il prezzo del gas in Europa si decide ad Amsterdam. Il tema sarebbe stato infatti affrontato da Draghi anche ieri nell’incontro bilaterale con il premier olandese, Mark Rutte.
Dialogo con Putin
“Ho visto le parole del Santo padre, a cui vorrei esprimere la mia personale gratitudine e del governo. Vorrei ribadire che noi stiamo cercando la pace, io la sto cercando, veramente, gli altri leader europei, francesi e tedeschi in particolare, la stanno cercando. Hanno avuto, e avrò anche io, colloqui con Putin. Questa è la prima importante cosa da tenere a mente. Non siamo in guerra perché si segue un destino bellico. Si vuole la pace innanzitutto”. Così il premier Draghi alla conclusione del Consiglio europeo a Bruxelles.