Ars: Finanziaria, riunione anche domani - QdS

Ars: Finanziaria, riunione anche domani

Ars: Finanziaria, riunione anche domani

sabato 28 Aprile 2018

Musumeci, "Andiamo a gonfie vele". Anche oggi però il Governo è andato ko in un paio d'occasioni. Ieri era stato battuto tre volte. La decisione di riunire l'aula anche di domenica deriva dal fatto che l'ultima data utile per approvare la Manovra è quella del 30 aprile. 
TUTTI GLI ARTICOLI APPROVATI E BOCCIATI

L’Assemblea regionale siciliana si riunirà anche domani, nonostante sia domenica, per l’esame della manovra finanziaria.
 
E’ stato deciso dopo che il governo ha incassato la norma (art.4), emendata, che istituisce l’Autorità di bacino del distretto idrografico della Sicilia, sotto l’egida della Presidenza della Regione e non dell’assessorato all’Ambiente.
 
Anche l’Istituto regionale del vino e dell’olio è salvo. Lo ha deciso l’Aula approvando una norma della Finanziaria, proposta dal governo Musumeci.
 
Bocciate in mattinata, col governo battuto in aula, le norme sul Genio civile e sulle agevolazioni per il bollo auto.
 
Nonostante ciò il presidente Musumeci aveva detto: "Stiamo andando a gonfie vele sono molto soddisfatto. Non me lo aspettavo, un governo senza maggioranza che riesce a fare approvare tutte queste norme è un successone".
 
Resta infatti  una maggioranza fragile quella che, a partire da stamattina alle dieci, ha difeso difendendo la Finanziaria dagli attacchi dell’opposizione dopo che ieri per ben tre volte il governo regionale è andato al tappeto durante le votazioni: l’aula ha infatti bocciato gli articoli 2, 6 e 8.
 
Oggi l’aula ha dato il via libera alla "Valorizzazione dei beni del demanio marittimo regionale" prevista dall’articolo 25. La norma prevede che i beni immobili sulle aree demaniali marittime della Regione, che si trovano in condizioni di precarietà strutturale, potranno essere concessi in gestione ai privati per cinquant’anni.
 
E’ stato approvato l’articolo 29 (Norme in materia di semplificazione amministrativa per le strutture di vendita). Quindi è iniziata la trattazione dell’articolo 33, che riguarda il fondo regionale per la disabilità e la non-autosufficienza.
Non mancano intanto le critiche alla Manovra
 
"Per il governo regionale – ha detto Claudio Fava (Centopassi) – il welfare è come le brioches che Maria Antonietta distribuiva alla plebe: un’aristocratica concessione. Briciole e spot che non sono minimamente capaci di incidere su una terra con oltre un quarto dei propri abitanti costretta a sopravvivere in condizione di grave disagio economico".
 
E con problemi di livelli essenziali di assistenza sanitaria a sentire il Sindacato dei medici italiani (Smi), secondo il quale la manovra presentata all’Ars è da rivedere radicalmente, "Invece vediamo 45 milioni di euro risparmiati in Sanità e destinati ai forestali".
 
 
QUELLO CHE ERA AVVENUTO IERI
 
"La bocciatura è un passaggio che non ha alcun valore politico" aveva detto Giuseppe Milazzo, capogruppo di Forza Italia all’Ars, commentando la prima, su quell’articolo 2 che prevedeva l’accorpamento dell’Istituto per l’incremento Ippico con l’Istituto Zootecnico.
 
Ma poi era venuta quella dell’articolo 6, che prevedeva l’istituzione nel biglietto unico per il trasporto locale "gomma-ferro" nei servizi urbani ed extraurbani, e infine quella di una delle norme sulle quali si era più discusso durate la seduta, l’articolo 8. Questo prevedeva interventi a favore delle "giovani coppie" con reddito inferiore a 20 mila euro per l’acquisto, la ristrutturazione o la costruzione della prima casa.
 
Per i deputati del Pd e e del M5s si trattava di una "norma spot" con fondi esigui che sarebbero bastati soltanto per circa duecento interventi in tutta l’isola.
Le opposizioni hanno anche criticato "l’ambiguità" con la quale si indicavano i criteri di assegnazione dei contributi. Così al momento del voto, nonostante la norma fosse stata riscritta in aula dal governo, è stata bocciata.
 
Ieri il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, ha mostrato segni di nervosismo e preoccupazione per la lentezza dei lavori in aula, confrontandosi spesso con i capigruppo e affermando "Di questo passo la Finanziaria verrà approvata a giugno".
 
Invece l’ultima data utile è quella del 30 aprile.
 
Eppure ieri, in mattinata, dopo la discussione generale e gli interventi dei deputati in Aula sui documenti finanziari, Sala D’Ercole aveva portato a casa i primi due risultati – alla presenza di pochissimi deputati della maggioranza -, con la approvazione del bilancio interno dell’Ars e il bilancio di previsione della Regione Sicilia per il 2018. Sono passati al vaglio dell’assemblea tutti gli articoli, il voto finale arriverà dopo l’esame della manovra.
 
Dopo il via libera ai due bilanci, Miccichè aveva convocato la conferenza dei capigruppo per trovare un’intesa sull’enorme mole di emendamenti alla finanziaria (1200).
 
Secondo quanto stabilito dalla precedente riunione dei capigruppo, l’Ars eviterà le sedute notturne. Alla riapertura dell’Aula, si è passati all’esame degli articoli della finanziaria regionale, di 90 articoli.
 
 
L’esame della Finanziaria era cominciato bene con l’approvazione dell’articolo 1 sull’Ente acquedotti siciliani (che resta in liquidazione in attesa della nomina di un commissario ad acta per la presa in consegna degli impianti che dovrà avvenire entro e non oltre il 30 ottobre 2018). Ma subito dopo erano cominciate le bocciature.
 
Tra gli articoli approvati ieri, il 3, che prevede, in deroga al blocco delle assunzioni in vigore nell’amministrazione siciliana, consente all’Agenzia regionale per l’Ambiente di avviare le selezioni per l’assunzione di nuovo personale.
 
L’incremento della spesa per l’Arpa è previsto in 91 milioni circa per il 2018, 120 milioni per il 2019 e 200 milioni per il 2020.
 
A sostenere la norma del governo il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, che ha affermato: "la legge che blocca le assunzioni è di dieci anni fa, per l’Arpa va superata per via di tanti motivi, tra i quali il costo dell’ente: oggi stiamo spendendo di più con il blocco delle assunzioni che non sbloccandole. L’Ars deve andare avanti, se dovesse arrivare un’impugnativa ne discuteremo".
 
Via libera al contratto integrativo dei lavoratori forestali che si ritroveranno in busta paga circa 80 euro in più, "ma la copertura finanziaria è di circa 40 milioni in meno rispetto al precedente bilancio – ha segnalato il dem Antonello Cracolici – non basterà nemmeno per le garanzie occupazionali".
 
Alla ripresa dei lavori sono stati accantonati due articoli, il 4 e il 5, troppo carichi di emendamenti e si è affrontato l’articolo 6. "Biglietto unico per il trasporto locale". Anche qui la maggioranza è andata sotto con la approvazione di un emendamento soppressivo di tutto l’articolo e presentato dal Movimento Cinquestelle.
 
Nunzio Di Paola ha informato che "In commissione questo articolo aveva cifre diverse, e si diceva alle aziende che se avessero avuto delle perdite, le avrebbe coperte la Regione. Ad oggi però la copertura è di 450 mila euro, non sembra possano bastare, allora meglio non prevedere questa norma".
 
L’aula ha poi approvato l’articolo 5 (Disposizione a tutela del personale delle società partecipate in liquidazione. Dotazione della società Irfis Finsicilia).
 
Nell’ambito di questo articolo è stato dato il via libera a un emendamento proposto dal Pd che prevede di destinare al credito agevolato gli 84 milioni giacenti nel capitolo dell’Irfis.
 
"Nell’ambito della manovra economica – hanno detto i deputati Pd – questa era una delle proposte alla quale avevamo lavorato con maggiore convinzione, anche dopo un aperto confronto con le parti sociali: la sua approvazione nell’ambito dell’articolo 5 della Finanziaria dimostra che quando si avanzano proposte concrete nell’interesse della Sicilia si può essere opposizione costruttiva".
 
Approvati anche gli articoli 7 (Interventi finanziari per il sostegno delle piccole e medie imprese mediante l’utilizzo del Fondo di Garanzia Regionale), 9 (Fondo per l’agricoltura), 10 (Norme in materia di approvazione dei bilanci degli enti regionali), 12 (Contributi alle associazioni di comuni e loro amministratori), 13 (Interventi per l’istruzione e l’edilizia scolastica).
 
Sono passati anche gli articoli 14 – che prevede un sostegno finanziario all’Istruzione: un fondo di circa 4 milioni e mezzo di euro per le scuole paritarie – e 15, riguardante il Fondo di rotazione per gli interventi straordinari (RIS) per teatri pubblici, fondazioni e associazioni artistiche, che raddoppia passando da poco più di un milione a due milioni di euro.
 
L’ultimo articolo approvato è stato il 20, che riguarda l’assegnazione finanziaria ai Liberi Consorzi di comuni ed alle Città Metropolitane.
 
L’importo aumenta di 22 milioni per il 2018 e il 2019 per le ex Province regionali e sono somme da destinare, prioritariamente, al pagamento degli stipendi dei dipendenti delle tre Città metropolitane e dei sei Liberi consorzi dei Comuni, mentre un milione di euro è destinato alla progettazione di opere pubbliche.
 
"Con questa norma – afferma il presidente della Regione Nello Musumeci – abbiamo voluto dare certezza ai bilanci delle ex Province consentendo loro di poter programmare con tranquillità l’attività. In parallelo si sta lavorando per l’eliminazione, o almeno la riduzione, del contributo di risanamento della finanza pubblica statale che assorbe tutte le entrate di questi enti".
 
 

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