Il presidente della Commissione urbanistica, Manfredi Zammataro, spiega il documento
CATANIA – Un lavoro lungo e necessario, che mette ordine in città dal punto di vista urbanistico. O almeno tenta di farlo, in attesa di un Piano regolatore generale che superi quello vigente che risale alla fine degli anni Sessanta. Il presidente della Commissione consiliare urbanistica, Manfredi Zammataro, illustra la delibera votata la settimana scorsa dall’aula e che riguarda il centro storico della città. Si tratta di “un fondamentale e complesso documento di pianificazione urbanistica, aggiornato e rivisitato anche alla luce delle nuove norme per favorire il recupero del patrimonio edilizio di base dei centri storici”.
“La delibera sullo studio di dettaglio del centro storico è oggettivamente un atto che la città aspettava da tanto tempo – afferma il consigliere. In più, abbiamo uno studio che finalmente ha consentito e consentirà di avere una fotografia reale dello stato del tessuto urbano della città di Catania che, come sappiamo tutti, non ha un piano regolatore da 50 anni durante i quali, la regola che ha prevalso in assenza di regolamentazione è stata quella della giungla, con interventi a macchia di leopardo che hanno snaturato anche in parte il contesto urbano”.
Conoscere ogni edificio sito nel centro storico
Quanto approvato, dunque, ha permesso di conoscere nel dettaglio ogni edificio sito nel centro della città, che “ad oggi è rimasto cristallizzato, spesso con anche un effetto devastante che è quello dell’abbandono – sostiene l’esponente di Diventerà Bellissima -. Sono tantissimi gli immobili del centro oggi abbandonati perché la gente preferisce spostarsi: l’idea di questa delibera nasce per preservare il centro storico e consentire di avere regole chiare, studio casa per casa, sulle possibilità di intervento”.
Un lavoro fatto insieme alla Sovrintendenza
Questo, però, non significherà poter demolire ogni cosa, spiega Zammataro: tutt’altro. Lo studio indica infatti le tipologie di edifici, distinguendo tra quelli di pregio e non, ad esempio. E in ogni caso, sarà un’apposita conferenza dei servizi – alla quale partecipano sia Sovrintendenza che Comune, a stabilire di volta in volta quale intervento potrà essere effettuato. “Basta leggere le carte e i documenti per rendersi conto che quest’importantissimo lavoro è stato fatto insieme alla soprintendenza – continua il consigliere – che, con il Comune, ha vagliato ed è andata a scandagliare i vari immobili per qualificarli, in modo tale da poterli tutelare, e nel frattempo consentire su altri immobili di poter fare interventi di riqualificazione e rigenerazione”.
L’obiettivo è tutelare gli edifici esistenti
Obiettivo, dunque, è tutelare l’esistente da un lato ma dare la possibilità di intervenire, anche profondamente, su ciò che non viene considerato di pregio. “Tutto questo con una grandissima innovazione che abbiamo voluto e inserito in questa importante delibera – sottolinea ancora il presidente della Commissione – che è quella della istituzione di una conferenza di servizi permanente, che vedrà la partecipazione del Comune, della Soprintendenza e del Genio civile. Servirà proprio a vagliare tutte le richieste che arriveranno affinché questi possano riqualificare il centro storico preservandone la propria identità”.