La diversificazione genetica di Omicron, afferma l'Oms, indica una continua pressione selettiva sul virus in corso per adattarsi al suo ospite e al suo ambiente
Sotto la pressione in corso per adattarsi, il coronavirus Sars-CoV-2 continua a mutare, e fioccano le sottovarianti e le varianti mix nella famiglia Omicron. Sempre più trasmissibili. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) sta monitorando i diversi lignaggi discendenti dalla variante di preoccupazione oggi dominante. E se non tanto tempo fa l’argomento di cui si discuteva era la maggior contagiosità di Omicron 2, ora sulla base dei “dati limitati attualmente disponibili”, l’Oms parla del “vantaggio di crescita” che “sembra esserci” per le ‘versioni’ successive rispetto a BA.2: nel dettaglio per “BA.4, BA.5 e BA.2.12”.
Varianti allo studio
“L’aumento dei casi Covid che è stato osservato in alcuni Paesi – ragiona l’agenzia Onu nel suo ultimo aggiornamento – potrebbe essere dovuto alla più alta trasmissibilità intrinseca o a superiori capacità di fuga immunitaria dei sottolignaggi che stanno circolando, all’immunità che cala o a una combinazione di questi fattori nel contesto di un panorama genetico in evoluzione”. Attualmente invece le evidenze disponibili “non suggeriscono differenze nella gravità o nelle manifestazioni cliniche. Sono in ogni caso attesi più dati” dagli studi in corso.
Pressione selettiva
Quello che l’Oms fa notare nel focus varianti del suo ultimo aggiornamento settimanale su Covid è che “dall’emergere di Omicron nel novembre 2021, il virus ha continuato ad evolversi, dando vita a molti ceppi discendenti e ricombinanti. La diversificazione genetica di Omicron – approfondisce l’agenzia Onu – indica una continua pressione selettiva sul virus in corso per adattarsi al suo ospite e al suo ambiente”. Ogni lignaggio ha mutazioni aggiuntive e/o diverse, che potrebbero portare (o no) a sostituzioni di amminoacidi nei siti genomici rilevanti. “Al momento – avverte l’Oms – gli impatti di ogni singola mutazione o di costellazioni di mutazioni non sono ben noti, e quindi è importante continuare a monitorare eventuali cambiamenti associati nell’epidemiologia” di Sars-CoV-2.
Omicron dominante
Ad oggi resta invariato il dominio della variante Omicron: tra le oltre 257mila sequenze caricate sul database Gisaid da campioni prelevati negli ultimi 30 giorni, il 99,7% erano Omicron, 47 (meno dello 0,1%) erano Delta e 555 (0,2%) sono sequenze che non sono state assegnate a un lignaggio Pango. La diminuzione dei campioni sequenziati può essere in linea con la tendenza in calo che in questo momento si sta registrando ma, è il monito dell’Oms, “può anche riflettere cambiamenti nelle politiche di sorveglianza epidemiologica di alcuni Paesi, e nelle strategie di campionamento e sequenziamento. L’Oms raccomanda” invece “il mantenimento di una forte sorveglianza per Sars-CoV-2 durante il resto della fase acuta della pandemia”.