Bufera per le parole, poi smentite, di Gianfranco Miccichè sul Governatore siciliano: 'Musumeci fascista'. Le "scuse" puntano sull'alleggerire i toni accesi emersi nell'intervista a La Stampa
Non c’è pace per il centrodestra nell’Isola. A pochi giorni dall’accordo che ha portato la coalizione a convergere su un unico candidato, Roberto Lagalla, alle amministrative a Palermo, in Sicilia è scoppiato un nuovo “caso” che rischia di dilaniare ancora di più i rapporti tra Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia e aggravare le tensioni interne ai partiti.
Cosa è successo
Ad infiammare, anzi a far esplodere il dibattito, un’intervista a La Stampa, in cui Gianfranco Miccichè definisce Nello Musumeci un “fascista”, frase poi smentita dall’intervistato ma per la quale ora Fratelli d’Italia chiede un “chiarimento politico”.
Le scuse di Miccichè ma si parla di “punto di non ritorno”
Le “scuse” di Miccichè puntano sull’alleggerire i toni accesi emersi nel colloquio con il quotidiano nazionale. Ecco cosa ha detto ieri Miccichè: “Stamattina ho inviato un messaggio al presidente Nello Musumeci e agli altri citati in questa intervista garantendo loro di non avere mai usato questi toni nei loro confronti, né fatto queste affermazioni”, dice il presidente dell’Ars in una intervista ad Agi. “Sono toni esageratissimi, sinceramente non posso che chiedere scusa a chi si è sentito offeso, certo non era nelle mie intenzioni” e poi prosegue dichiarando:-.”Il fatto che io non consideri Musumeci il miglior candidato è un conto, ma questi toni non mi appartengono e non mi sarei mai permesso di utilizzarli”.
Il dopo Miccichè, le reazioni della politica
Il centrodestra siciliano
L’intervista intanto però solleva un polverone nel centrodestra locale, con il collega di partito di Miccichè, Gaetano Armao, che parla di “punto di non ritorno”. E l’assessore regionale e commissario di Forza Italia per Catania e provincia, Marco Falcone, che lo definisce “incattivito, in preda allo squilibrio politico, circostanze che lo rendono sempre meno idoneo ai ruoli che ricopre”. Mentre, sul fronte opposto, il candidato sindaco dei progressisti a Palermo Franco Miceli dice di “condividere il giudizio di Micciche'”.
“Osservo soltanto – prosegue Miceli – che il leader siciliano di Forza Italia sta sostenendo la candidatura a sindaco di uno degli assessori di Musumeci. Bene la smentita di Miccichè, anche se dubito che un quotidiano serio e attendibile come ‘La Stampa’, possa riportare dichiarazioni distorte o non veritiere”, commenta, dal canto suo, Francesco Scoma, deputato della Lega-Prima l’Italia.
“È evidente che, da parte del coordinatore regionale di Forza Italia, ci sia la volontà di spaccare il centrodestra, partendo dalla Sicilia – aggiunge -. Con dispiacere assisto ad una divisione netta all’interno di un partito in cui ho tanti amici e che considero un alleato fondamentale per le posizioni moderate che ci accomunano. Definire Matteo Salvini debole, gli esponenti di Fratelli d’Italia come fascisti, Renzi come uno scienziato ubriaco, dimostrano la poca lucidità che continua ad avere Miccichè, giorno dopo giorno sono sempre più gravi e inaccettabili le sue affermazioni”.
La Russa soddisfatto ma non del tutto
La precisazione di Miccichè soddisfa, anche se non del tutto, Ignazio La Russa che in una intervista ad Agi, si legge: “Accolgo di buon grado la completa smentita di Gianfranco Miccichè che mi ha telefonato per scusarsi di dichiarazioni che il quotidiano La Stampa gli attribuisce, in cui come disperata arma finale, attacca Musumeci, me e addirittura Giorgia Meloni con la vetusta accusa di fascismo tanto cara alla estrema sinistra orfana del comunismo. Sono certo che Gianfranco è stato travisato, infatti nessun esponente politico cosciente e non disturbato potrebbe sottoscrivere quel testo contrario ad ogni logica umana e politica”, dice il senatore di Fratelli d’Italia.
“Ho detto a Miccichè, che ringrazio per la telefonata, che se la smentita può risolvere il problema dei rapporti personali, l’articolo impone però un pronto chiarimento politico, reso necessario anche dall’improvvido coinvolgimento nell’articolo di Silvio Berlusconi, descritto arbitrariamente come consapevole e coinvolto in una strategia che non gli appartiene utile a danneggiare gli alleati – sottolinea La Russa nell’intervista ad Agi-. Al contrario, Berlusconi a cui pure mi appello perché si distingua da affermazioni così gravi da minare irreparabilmente il centrodestra da lui fondato e consenta di ricompattare in Sicilia una coalizione che gli avversari vorrebbero scardinare proprio perché, destinata a vincere con Lagalla a Palermo e con Musumeci in Regione. Non è più possibile rimanere in posizioni equivoche che servono solo a danneggiare il centrodestra”.