Il progetto dell’Enel per l’impianto di Porto Empedocle porterebbe nell’Isola un investimento da un miliardo. La Soprintendenza di Agrigento, dopo aver dato l’ok nel 2006, sembra aver cambiato idea
Diciassette anni di “storia”. Diciassette anni di pareri, autorizzazioni, ricorsi e contro ricorsi. Diciassette anni in cui nemmeno una pietra è stata posata. Stiamo parlando del progetto di Enel per la costruzione di un rigassificatore a Porto Empedocle. Infrastruttura tornata d’attualità, dopo essere caduta per anni nel dimenticatoio, a causa della necessità di importare gas che non sia russo e che quindi non può arrivare in Italia tramite i gasdotti ma in forma liquida con le navi.
“Attrezzare la Sicilia a ricevere navi gasiere e dare flessibilità di fornitura di gas” grazie alla “ripresa di un investimento che era purtroppo stato messo in naftalina sette anni fa da parte dei governi precedenti per la rigassificazione a Porto Empedocle”.
Circa un mese fa, il numero uno di Enel Francesco Starace aveva aperto alla possibilità di ridare vita al progetto dell’impianto che riuscirebbe a trattare oltre otto miliardi di metri cubi di gas l’anno. Ma queste dichiarazioni – unite a quelle rilasciate dalla viceministra Todde al Corriere della Sera lo scorso 3 maggio: “la linea del Governo è quella di avere più capacità di rigassificazione… CONTINUA LA LETTURA. QUESTO CONTENUTO È RISERVATO AGLI ABBONATI