Alla mostra di Ragusa polemica fra studiosi. Il curatore "E' opera di Caravaggio" La precisazione arriva dopo la nota degli studiosi Rossella Vodret e Claudio Falcucci
Si o no? Sembrerebbe proprio di si. Quando si tratta di Caravaggio, mistero e incertezza sono indiscutibilmente due elementi che la fanno da padrone. Anche se a trionfare è la bellezza dell’arte. A Ragusa è arrivata l’opera “San Giovanni Battista giacente”, una tela poco nota di Caravaggio, fulcro della mostra “Caravaggio – ultimo approdo”, inaugurata giovedì 12 maggio nella chiesa della Badia a Ragusa.
Dalle collezioni medicee a Malta
L’opera è proveniente è “approdata” in Sicilia, da una collezionista privato maltese.
Cosa sappiamo sul dipinto
“San Giovanni Battista giacente” è documentato sin dal Seicento nelle prestigiose collezioni medicee, si tratta del famoso ricordato nell’inventario post mortem dei beni posseduti dal maestro lombardo in occasione del suo sbarco a Palo del 1610.
Questo dipinto nel 1641 si trovava nella Villa Medici di Poggio Imperiale per poi passare nel palazzo mediceo di Livorno. Acquisito verosimilmente dall’arciduchessa Maria Maddalena d’Austria, l’opera è descritta nell’inventario di Poggio Imperiale del 1641 come “quadro in tela entrovi un S. Giovanbattista nel deserto che giace sopra un panno rosso nudo di mano del Caravaggio […] lungo braccia 23/5 alto braccia 2 con sua copertina d’Ermesino verde” e con “a piedi di detto la croce di canna […]. In altre successive citazioni inventariali è specificato che ai piedi della figura vi è la croce di canna. Per ordine del Gran Principe, nel dicembre del 1698 fu inviato nel Palazzo di Livorno, edificio caro a Ferdinando che ne curò in dettaglio gli arredi; tornò poi a Pitti nel 1723.
La mostra nella Chiesa della Badia a Ragusa
A tutt’oggi non si conoscono i motivi per i quali l’opera lasciò le collezioni medicee (probabilmente in seguito a Firenze capitale d’Italia e alla ristrutturazione degli arredi di Palazzo Pitti). Si sa soltanto che nel 1860 il ricco banchiere e massone Henry Benjamin Humphrey acquistò il San Giovannino da Rittenhouse a Boston ad un’asta pubblica. Successivamente il quadro veniva donato alla Loggia massonica d’Oriente a Thomaston nel Maine e lì rimane sino al 2009. In quell’anno viene ceduto all’attuale proprietario che risiede a Malta. L’idea della mostra è quella di raccontare gli ultimi giorni di vita di Caravaggio attraverso una delle opere che egli portava con sé alla volta di Roma. Partito da Napoli, dove tra l’altro era stato vittima tempo prima di una misteriosa e violentissima aggressione, Caravaggio era diretto appunto nell’Urbe, dove sperava di ottenere la grazia per la condanna a morte che da anni pendeva sul suo capo.
Era il luglio del 1610 quando si imbarcò dal porto di Chiaia su una feluca. Con sé aveva tre tele destinate al cardinal Scipione, che avrebbe dovuto aiutarlo ad ottenere il perdono papale. Invece a Roma non arrivò mai; morì pochi giorni dopo a Palo e su quella feluca si trovava appunto il “San Giovanni giacente” che sarà esposto a Ragusa.
La mostra che documenta la tecnica “dell’ultimo Caravaggio”
La mostra ragusana è anche l’occasione per condividere con il pubblico i risultati di una campagna diagnostica che ha dato risultato veramente sorprendenti in merito alla tecnica ‘dell’ultimo Caravaggio’.
Studiosi esperti di Caravaggio come Rossella Vodret, Claudio Falcucci e Roberta Lapucci, per citarne alcuni, ritengono il “San Giovanni giacente” di straordinario interesse sebbene non finita proprio a causa delle vicende personali dell’artista.
Il curatore della mostra, “San Giovanni giacente” è di Caravaggio
Lo storico dell’arte Pierluigi Carofano, curatore della mostra “Caravaggio – Ultimo approdo”, inaugurata giovedì a Ragusa, precisa che il quadro “San Giovanni Battista giacente” è “opera di Caravaggio”. La precisazione arriva dopo la nota degli studiosi Rossella Vodret e Claudio Falcucci.
“In qualità di curatore della mostra – spiega Carofano – desidero precisare che il San Giovanni Battista giacente esposto a Ragusa è ricordato come opera certa di Caravaggio negli inventari Medicei a partire dal 1641 e fino al ‘700, inoltre le dimensioni e l’iconografia corrispondono. La massima studiosa vivente di Caravaggio, ovvero Mina Gregori, ne ha confermato l’attribuzione in una scheda a suo nome in occasione di un’importante e recente mostra in Giappone, dove l’opera è stata esposta come di Caravaggio”.
“Il catalogo di questa mostra, oltre al mio, vedrà i contributi di Roberta Lapucci, Rossella Vodret e Claudio Falcucci, e approfondisce con la massima chiarezza e nel rispetto dell’autonomia delle posizioni dei singoli studiosi, lo studio dello stile e della tecnica dell’opera”, conclude.
Le altre “bellezze” da ammirare alla mostra
In occasione della mostra, la Chiesa della Badia viene presentata con un impianto scenografico costituito da un box realizzato appositamente al centro della Chiesa in cui sono esposte le cinque opere e il visitatore potrà proseguire poi il suo percorso all’interno apprezzando le cinque pale d’altare dipinte da Tommaso Pollace illuminate con un mood suggestivo. Una sorta di museo nel museo con la finalità di raccogliere fondi che consentano il restauro delle opere del Pollace.
Informazioni utili sulla mostra
La mostra di Ragusa sarà aperta fino al 15 ottobre 2022.
Nei mesi di maggio e giugno dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 20.00 (ultimo ingresso ore 19.00) e il sabato e domenica dalle 10.00 alle 21.00 (ultimo ingresso ore 20.00)
Nei mesi di luglio, agosto e settembre tutti i giorni dalle 10.00 alle 23.00 (ultimo ingresso ore 22.00), infine ad ottobre da lunedì a domenica dalle 10.00 alle 20.00 ultimo ingresso ore 19.00).
Biglietti su www.happeeplace.it
LIVE TICKET www.liveticket.it/caravaggioultimoapprodo
Prezzi dei biglietti
INTERO 10,00€
RIDOTTO 7,00€ – ragazzi da 7 a 25 anni, over 65, gruppi minimo 6 persone e residenti
RIDOTTO 4,00€ scuole
OMAGGI Membri ICOM, disabili e gli invalidi riconosciuti dalla legge 104-92 art. 3 c.3
Infoline mostra
Infotourist 0932-676550
Cnn Ragusa Ibla 0932-1836096