L’impatto del Covid-19 sul settore turistico è stato senza dubbio devastante, ma le criticità sul territorio siciliano affondano le loro radici già negli anni precedenti
PALERMO – Turismo e Sicilia rappresentano, nell’immaginario collettivo, due facce della stessa medaglia. L’Isola è da sempre vista come una destinazione turistica cruciale all’interno del panorama nazionale ed europeo, eppure i risultati ottenuti finora in termini di pernottamenti raccontano una realtà diversa, fatta di numeri che non sono all’altezza di un patrimonio storico, naturalistico, archeologico e culturale come quello siciliano.
I dati li abbiamo pubblicati più volte, ma è opportuno rinfrescarci un attimo la memoria: nel 2020 in Sicilia sono stati registrati 6.661.191 pernottamenti (dati dell’Osservatorio turistico regionale), contro i 21.730.335 di Bolzano (fonte Annuario statistico della Provincia autonoma). Per capire quanto questo confronto sia importante occorre ricordare anche l’estensione territoriale delle aree in questione: quasi 26 mila chilometri quadrati per l’Isola, contro i 7 mila chilometri quadrati altoatesini.
Tutta colpa della pandemia, viene da chiedersi? Niente affatto. Perché anche nel 2019, ultimo anno pre Covid, la Sicilia era costretta a inseguire… CONTINUA LA LETTURA. QUESTO CONTENUTO È RISERVATO AGLI ABBONATI