Sette riconoscimenti consegnati a Roma, in occasione della riunione del Consiglio Direttivo dell’Associazione Italiana di Ingegneria Chimica.
L’importanza del ruolo dell’ingegnere chimico per una sempre più efficace sostenibilità ambientale in ambito industriale e nel ciclo dei rifiuti è stata al centro della cerimonia di consegna del Premio AIDIC e del Premio Orim 2021 per le migliori tesi di Laurea Magistrale e Dottorato di ricerca. Sette i riconoscimenti consegnati a Roma, in occasione della riunione del Consiglio Direttivo dell’Associazione Italiana di Ingegneria Chimica, dopo due anni di emergenza Covid.
“La qualità dei lavori presentati dai giovani ricercatori e laureati conferma che anche in questi tempi di seria crisi economica, la laurea in Ingegneria chimica rappresenta sempre una buona via d’accesso ad opportunità lavorative interessanti” – ha detto il Presidente dell’AIDIC, Giuseppe Ricci, esortando i giovani vincitori “a portare nelle loro future attività professionali l’entusiasmo e la competenza che hanno dimostrato nelle loro tesi”.
Questi i vincitori delle diverse sezioni
Il premio AIDIC per le Tesi di Dottorato di Ricerca è stato assegnato a Andrea Culcasi dell’Università di Palermo. Al secondo posto Fabrizio Vassallo dell’Università di Palermo.
Il premio AIDIC per le Tesi Magistrali in Ingegneria è stato assegnato a Antonio Barbato dell’Università di Salerno. Al secondo posto Maria Giuseppina Bruno dell’Università di Palermo. Al terzo posto Luciano Bollaci dell’Università di Palermo.
Il Premio Orim 2021, dedicato alla memoria dell’Amministratore Delegato di Orim, Andrea Mancini, prematuramente scomparso 4 anni fa, sul tema del recupero dei metalli non ferrosi da rifiuti, è stato assegnato alla Tesi di Domenico Colonna dell’Università dell’Aquila. Fuori concorso è stata premiata la Tesi di Alessandra Tocco dell’Università di Cagliari.
Istituito nel 2014, il Premio nato con l’intento di valorizzare le tesi relative a temi connessi all’ingegneria industriale ed in particolare all’ingegneria chimica, a carattere innovativo ed applicativo, si è distinto per la qualità e quantità dei lavori presentati, di nuovo al picco dopo il 2017, per la distribuzione geografica, ma anche per il numero record di università partecipanti, la buona presenza femminile (45% dei partecipanti) e la volontà di far crescere l’iniziativa, continuando ad investire sui giovani e sulla ricerca, anche applicativa. L’Ing. Alfredo Mancini, titolare della Orim, ha espresso la volontà della società e della sua famiglia di finanziare il premio anche nei prossimi anni e ha incoraggiato i docenti delle Università a promuovere lavori di ricerca in un settore dove Orim opera da molti anni, difficile, ma molto importante nell’ottica dell’economia circolare