Monitoraggio dell’Arpa Sicilia: il 66% delle stazioni analizzate è risultato in stato chimico scarso. Tra i corpi idrici più colpiti quelli delle Piane di Vittoria, Catania, Castelvetrano e Gela
PALERMO – Le acque sotterranee siciliane non sono in buono stato. Il rapporto dei monitoraggi dell’Arpa, relativo all’anno 2020 e che è stato recentemente pubblicato, che ne valuta la qualità e le condizioni, non è per nulla confortante: i prelievi effettuati in corrispondenza di 87 stazioni hanno permesso di valutare lo stato chimico puntuale di 44 corpi idrici sotterranei, di cui 42 a rischio di non raggiungere l’obiettivo ambientale del “buono stato chimico”.
I risultati della valutazione effettuata hanno messo in evidenza come il 66% delle stazioni valutate è in stato chimico scarso ed il 34% in stato chimico buono. La presenza di stazioni in stato scarso interessa il 55% dei corpi idrici monitorati nel 2020. Il più alto numero e la più alta incidenza percentuale di stazioni in stato chimico scarso si rinviene nei corpi idrici “Piana di Vittoria”, “Ragusano”, “Piana di Catania”, “Piana di Castelvetrano-Campobello di Mazara”, “Etna Ovest”, “Piana di Gela” e “Bacino di Caltanissetta”.
Cosa significa stato chimico scarso
La classificazione in stato chimico scarso dei corpi idrici sotterranei è dovuta al superamento degli standard di qualità (Sq) o valori soglia (Vs), indicati nel decreto ministeriale del 06/07/2016, della concentrazione media annua dei parametri appartenenti alle categorie dei composti e ioni inorganici (30% delle stazioni), dei nitrati (28%), della conducibilità (13%), dei composti alifatici clorurati (13%), degli elementi in traccia (10%), dei pesticidi (9%), dei composti alifatici alogenati cancerogeni (5%), dei clorobenzeni (1%) e dei composti perfluorurati (1%).
I nitrati nelle acque sotterranee
Per quanto riguarda la presenza di nitrati nelle acque sotterranee, i risultati del monitoraggio hanno evidenziato nel 29% delle stazioni, rappresentative del 37% dei corpi idrici monitorati, concentrazioni medie annue di nitrati superiori allo Sq (50 mg/L). Il più alto numero e la più alta incidenza percentuale di stazioni affette da superamenti dello Sq sono state ritrovate nei corpi idrici “Piana di Vittoria”, “Ragusano”, “Piana di Castelvetrano-Campobello di Mazara”, “Piana di Catania”, “Piana di Marsala-Mazara del Vallo”, “Monte Ramalloro-Monte Inici” e “Piazza Armerina”.
Complessivamente nel 48% delle stazioni, rappresentative del 55% dei corpi idrici monitorati, sono state rilevate concentrazioni medie annue di nitrati indicative di impatti significativi da nutrienti sui corpi idrici sotterranei, che vengono molto probabilmente da attività legate all’agricoltura ed alla presenza di scarichi non allacciati alla fognatura.
I pesticidi
Per quanto riguarda la presenza di pesticidi nei corpi idrici sotterranei, i risultati del monitoraggio hanno messo in evidenza nell’8% delle stazioni, concentrazioni medie annue superiori allo Sq (0.5 µg/L). I corpi idrici dove sono stati rilevati superamenti dello Sq del parametro sono quelli “Piana di Vittoria”, “Ragusano”, “Piana di Licata” e “Piana di Gela”.
Per quanto riguarda la presenza di composti organici volatili, i risultati del monitoraggio hanno evidenziato, nel 24% delle stazioni, concentrazioni medie annue indicative di impatti significativi da inquinamento chimico determinato dalla presenza di siti contaminati, siti industriali abbandonati, discariche, nonché da processi di dilavamento di superfici urbane. Tali stazioni sono rappresentative dei corpi idrici “Bacino di Caltanissetta”, “Lentinese”, “Messina-Capo Peloro”, “Monte Bonifato”, “Piana di Augusta -Priolo”, “Piana di Barcellona-Milazzo”, “Piana di Gela”, “Piana di Palermo”, “Piana di Vittoria”, “Piazza Armerina”, “Pizzo Vuturo-Monte Pellegrino”, “Ragusano”, “Sicani meridionali”, “Siracusano meridionale”, che costituiscono complessivamente il 33% dei corpi idrici sotterranei monitorati.