Un Paese in stato confusionale - QdS

Un Paese in stato confusionale

Un Paese in stato confusionale

Giovanni Pizzo  |
mercoledì 27 Luglio 2022

Una cosa è certa. Sia il centrodestra che il centrosinistra di una volta sono morti. Ed ora chi ha filo e testa deve cominciare a fare politica

L’impressione che si ha, leggendo i titoli dei giornali stranieri sull’Italia, in particolare i giorni successivi alla assurda crisi di governo, e che l’Italia sia un Paese in stato confusionale. Tutta la credibilità faticosamente recuperata in questi ultimi tempi è evaporata come la neve della Marmolada, portata via dallo stato febbrile di una politica immatura per affrontare le sfide che abbiamo davanti.

Ma queste sfide sono percepite dalla politica italiana? A nostro parere assolutamente no. Sono totalmente immersi in una bolla di sapone che li tiene distaccati sia dal Paese che dagli eventi internazionali.

Presi da carriere o più specificatamente da sopravvivenze personali. Per una persona che ha superato gli 86 anni come Berlusconi i mesi non sono più mesi ma anni, e la sua fretta di riottenere un ruolo nel proscenio, e non in una delle sue tante ville, è improcrastinabile. Per Salvini che da un anno perdeva lo 0,2 a settimana, era fondamentale fermare la costante emorragia, prima che diventasse valanga interna. Mettendo in conto pure un dissanguamento post crisi di grandi proporzioni.

Il sondaggio swg del lunedì gli fa perdere 1,2% a vantaggio di Giorgia Meloni, che ha avuto il voto a sorpresa senza urli o sceneggiate. Ponendosi con un mood più coerente della Lega. Se uno vuole essere sovranista sceglie l’originale.

Ormai Salvini è impaurito dalla lotta di successione che lentamente da mesi si sussurra nelle valli leghiste. Ha bisogno di una guerra nazionale, di quelle estere non capisce quasi nulla, per ricompattare le truppe. La guerra dei seggi che spaventa tutti i parlamentari scelti per cooptazione e non dal popolo, alla mercé dei segretari di partito che in questi momenti diventano dei dittatori delle liste, soprattutto oggi che interviene il taglio dei posti in parlamento.

Il 70% degli italiani non voleva andare a votare ma Conte, Salvini e Berlusconi, coloro con maggiori problemi di tenuta interna li hanno portati al voto.

Agli italiani interessavano cose come il caro benzina o bollette, il prezzo del pane e della frutta, il prezzo di gran parte dei materiali per la seconda manifattura d’Europa. Interessavano l’inflazione e il rialzo dei mutui non certo una disfida inutile che molto probabilmente si risolverà in un nulla di fatto il giorno dopo, con distingui e tradimenti, e forse se vince, ma dubitiamo fortemente, il centrodestra con Tremonti al posto di Draghi.

Che peso avrà l’Italia con Giulio dalla erre arrotata e dalla supponenza immane, con Salvini ormai vassallo della Meloni agli Interni avvolto nella felpa della guardia costiera, con Giorgia Nazionale agli Esteri ospite fissa di Orban, e con Silvio Berlusconi a presiedere la seconda carica dello Stato per fare il controcanto di Mattarella?

Più che un PNRR si teme un PRRR come nel film di Totò in cui diventa maresciallo scambiandosi di abito con Aldo Fabrizi. Al posto dei soldi avremo una pernacchia, essendoci dimostrati inaffidabili e perecottari.

Questo scenario era, considerando il quadro degli attori in campo, probabile. E cosa ha fatto la forza tranquilla del PD? Si è alleata con il Pietro Micca della politica italiana e non ha votato l’unica legge che avrebbe fermato questa deriva. La legge elettorale proporzionale.

Questo sempre per inseguire il veltroniano sogno del partito maggioritario seppur minoranza nel Paese. Togliatti, Amendola e Macaluso si rivoltano nella tomba guardando le fantomatiche velleità dei loro successori. Invece di cercare il diritto fondamentale, la democrazia rappresentativa, i democratici sembrano dei piazzisti di diritti parziali delle minoranze, da De Zan a Ius soli. A cosa serva sposarsi ad una coppia gay in un Paese a deriva fascista poi me lo devono spiegare.

Una cosa è certa. Sia il centrodestra che il centrosinistra di una volta sono morti. Ed ora chi ha filo e testa deve cominciare a fare politica. Perché questo visto fino ad oggi è solo confusione. Di confusione si può morire.

Così è se vi pare.

Giovanni Pizzo

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