Il 60% dell’attività formativa sarà affidata a imprenditori che provengono dal mondo del lavoro. La Sottosegretaria Floridia: “Opportunità di crescita per docenti delle istituzioni scolastiche”
ROMA – Un potenziale enorme, rimasto fino ad oggi in gran parte inespresso: stiamo parlando degli Istituti tecnici superiori, pardon, Istituti tecnologici superiori: la nuova denominazione è prevista dalla riforma entrata in vigore l’altro ieri grazie alla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale n. 173 del 26 luglio della legge del 15 luglio 2022, n. 99.
Una riforma attesa, forse tardiva, se pensiamo che si ispira al modello tedesco delle Fachochschulen che, oltre appunto alla Germania, altri Paesi come Austria e Svizzera hanno sperimentato già a partire dagli anni Novanta. Meglio tardi che mai, verrebbe da dire pensando alla riforma italiana che si prefigge l’ambizioso obiettivo di segnare un cambio di passo significativo non solo sul fronte dell’occupazione ma anche della competitività delle imprese. Imprese che oggi resistono stoicamente alla crisi e al caro prezzi e che, nonostante tutto, hanno scelto di guardare al futuro e sono alla costante e disperata ricerca di profili professionali che non trovano.
Quali scenari si aprono per l’istruzione e per il mercato del lavoro grazie alla riforma? Il Quotidiano di Sicilia lo ha chiesto alla Sottosegretaria all’Istruzione, Barbara Floridia.
La riforma degli Its è realtà. L’altro ieri è entrata in vigore la legge 99/22: quale valore aggiunto la riforma darà al sistema della formazione professionalizzante?
“Con la legge di riforma organica degli Istituti Tecnici Superiori (Its), uno degli obiettivi qualificanti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) per l’Istruzione, si è finalmente realizzata un’azione strategica per rendere la formazione terziaria professionalizzante più attrattiva sia per i giovani che per le imprese. Infatti, uno dei vantaggi che la riforma produrrà, oltre all’aggiornamento delle competenze tecniche degli alunni, è migliorare la qualità del collegamento con la rete degli imprenditori nei territori, al fine di colmare il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro.
Secondo Unioncamere in Sicilia oltre il 30% dei profili professionali richiesti dalle aziende non si trova. Come risolvere il grave problema delle competenze?
“Gli Its hanno il compito di potenziare e ampliare la formazione professionalizzante di tecnici superiori con elevate competenze tecnologiche e tecnico-professionali, per sostenere le misure per lo sviluppo e la competitività del sistema produttivo del Paese. Inoltre, gli its sosterranno la diffusione della cultura scientifica e tecnologica, potenziando lo studio di vari settori, come ad esempio, della sicurezza digitale, della transizione ecologica, delle infrastrutture per la mobilità sostenibile”.
Una novità della riforma, forse la più importante, riguarda il fatto che il 60% dell’attività formativa sarà svolta da docenti provenienti dal mondo imprenditoriale: che ne sarà dei docenti in servizio presso quegli istituti?
“L’attività formativa sarà svolta per almeno il 60 per cento del monte orario complessivo dai docenti provenienti dal mondo del lavoro, ai quali si affiancheranno i docenti delle istituzioni scolastiche, compatibilmente con l’orario di insegnamento e di servizio. Per i docenti provenienti dal mondo della scuola è un’opportunità di crescita professionale da non perdere poiché è favorita la formazione trasversale che permetterà di adattare i programmi formativi ai fabbisogni delle aziende”.