La campagna "Turismo Sottosopra" di Filcams Cgil, va in camper per incontrare stagionali turismo in tutta la Sicilia, per rispondere a domande e dubbi sulla loro condizione lavorativa
“Il 70% del lavoro nel turismo è irregolare, quindi una forma di nero o grigio, il 40% è a tempo determinato, il 60% è part-time, l’80% è sotto inquadrato, quindi, i lavoratori svolgono mansioni diverse da quelle per cui sono stati assunti, il 64,5% di chi lavora negli alberghi e nei ristoranti non arriva a 1000 euro al mese, quindi, parliamo di lavoro povero e durante la stagione i lavoratori stagionali sono chiamati ad un tour de force in cui non hanno riposo né pause, fanno dei turni davvero massacranti e il loro lavoro non viene riconosciuto”. Lo ha detto Stefania Radici, funzionaria della Filcams regionale con delega al Turismo, che ha citato i dati della Cgil relativi al settore.
Turismo “sottosopra”, l’iniziativa della Cgil
“Turismo sottosopra” è l’iniziativa del sindacato che ha l’obiettivo di supportare il comparto: un camper attraversa tutta la regione per incontrare i lavoratori e le lavoratrici stagionali del turismo, consegnare materiale informativo, presentare i servizi messi a disposizione dall’organizzazione sindacale
e rispondere a domande e dubbi sulla loro condizione lavorativa.
“Se non si dà valore al lavoro – prosegue Stefania Radici – il turismo non rappresenterà mai un’opportunità di crescita per la Sicilia perché la qualità del servizio è direttamente proporzionale alla qualità del lavoro. Noi siamo e saremo accanto ai lavoratori e alle lavoratrici del turismo proprio per mettere quest’idea di turismo “Sotto sopra”, ribaltarla e determinare le condizioni per un’occupazione sana, regolare e soprattutto dignitosa. Stiamo andando quindi in giro per la Sicilia con il camper dei diritti per affermare che i lavoratori e le lavoratrici del turismo meritano diritti, tutele e dignità”.
Sandro Pagaria, segretario generale della Filcams Sicilia
“E’ un’iniziativa che portiamo avanti da anni – afferma – perché a fronte di questi dati la nostra mission non può essere che quella di sensibilizzare i lavoratori a metabolizzare il fatto che queste condizioni non supportano il mercato del lavoro in questo settore e quindi ad essere promotori nell’educare il mondo imprenditoriale che gira intorno al turismo nell’intraprendere percorsi che abbiano un filo conduttore che è quello del rispetto dei contratti collettivi nazionali in tutte le sue forme. Inoltre, il non rispetto degli stessi contratti collettivi provoca dumping, penalizzando gli imprenditori che li applicano correttamente, mentre chi non applica i contratti collettivi nazionali ha una marginalità di guadagno sicuramente superiore”.
Ai due rappresentanti sindacali abbiamo domandato come possono le istituzioni andare incontro al comparto turistico.
“Noi – dice Stefania Radici – abbiamo chiesto che si costituisca un tavolo tecnico regionale per discutere di un progetto di lungo periodo per il turismo, perché solo con una capacità di programmazione si può rendere il turismo un’industria capace di produrre ricchezza e ridistribuirla. Tutto ciò si fa mettendo in sinergia vari campi perché alle bellezze artistiche, naturalistiche e paesaggistiche occorre abbinare i servizi come mobilità e infrastrutture materiali e immateriali”. “Sicuramente – secondo Sandro Pagaria – questo tipo di iniziativa costituisce una spinta propulsiva rispetto all’intervento delle istituzioni affinché vengano potenziati i controlli sulle condizioni dei lavoratori”.
Sul tema abbiamo sentito anche Toti Piscopo, presidente dello Skal International di Palermo
“Il problema vero è quello del lavoro, non tanto del costo del lavoro. – sottolinea – Se non ci sono adeguate politiche del lavoro queste problematiche si verificheranno sempre. Considerando che nel comparto turistico si è tornati ai valori pre-pandemia si dovrebbe lavorare per un turismo che duri tutto l’anno, ma per questo occorrono delle politiche illuminate ed una legislazione adeguata in grado di tutelare le imprese dall’abusivismo e dagli abusi diffusi, e per questo regolamentare tutto il settore e renderlo competitivo sui mercati nazionale ed internazionale.
Nel contempo bisogna elevare il livello della qualità dei servizi, rendere più remunerativi i servizi stessi e alleggerire la pressione fiscale, verso le imprese della ricettività, specialmente quelle stagionali, soggette a sopportare costi fissi per tutto l’anno e ricavi generati in pochi mesi.
Un rapporto iniquo che costringe le imprese alla sopravvivenza e scoraggia gl’investimenti. I flussi turistici sono tornati ai livelli pre-pandemia, ma adesso è necessario puntare su un nuovo modello di organizzazione che passa anche attraverso una politica commerciale che possa fare affidamento su innovazione e digitalizzazione. Fare un salto di qualità complessivo per rendere le imprese della filiera turistica più competitive ed eticamente più sostenibili.
Ritengo – ha continuato Piscopo – che sia tempo di investire risorse economiche e professionali a sviluppare il turismo tutto l’anno. Una necessità non più rinviabile e adesso ci sono le condizioni favorevoli per farlo. Occorre puntare all’allungamento della stagionalità per decentrare ed incrementare i flussi turistici, premessa essenziale per favorire rapporti di lavoro più sereni che abbiano l’obiettivo di creare opportunità di lavoro per tutti. Per i lavoratori e per le imprese con l’inevitabile ricaduta economica positiva sui territori. Sarà questo il tema che affronteremo, non solo con le parole ma anche con i fatti, alla prossima edizione di Travelexpo, la Borsa Globale dei Turismi, la cui ventiquattresima edizione si svolgerà dal 23 al 25 settembre presso il CDS Hotel Città del Mare di Terrasini.
Obiettivo – ha concluso Piscopo – rilanciare e rinnovare la sensibilità comune verso “un turismo tutto l’anno” senza affidarlo alla casualità ma progettando e programmando al pari di un qualunque sistema economico produttivo, affinché tutto il settore diventi la casa comune per imprese e lavoratori”.
Roberto Pelos