Botta e risposta sulla sanità: l’Asp di Agrigento replica a Cimo-Fesmed - QdS

Botta e risposta sulla sanità: l’Asp di Agrigento replica a Cimo-Fesmed

Botta e risposta sulla sanità: l’Asp di Agrigento replica a Cimo-Fesmed

giovedì 01 Settembre 2022

Posto l’accento sulle criticità legate alla carenza di medici pediatri e neonatologi nell’ospedale di Licata. I vertici sanitari: le soluzioni proposte sono al momento irrealizzabili

AGRIGENTO – “Mancano medici pediatri e neonatologi all’Ospedale di Licata e la Direzione aziendale dell’Asp di Agrigento assume per concorso pubblico gli specialisti necessari, ma li manda in sovrannumero presso altri ospedali, continuando a ricorrere impropriamente alla mobilità d’urgenza, anche con ordini di servizio improvvisi e improvvisati, inviati tramite messaggio WhatsApp lo stesso giorno della disposizione di servizio”. Questo il contenuto di una nota congiunta firmata da Giuseppe Bonsignore (segretario regionale Cimo) e Riccardo Spampinato (presidente regionale della federazione Cimo-Fesmed).

“Inoltre – hanno aggiunto i sindacalisti – per la copertura dei turni a pediatri e Neonatologia la Asp ha continuato a ricorrere alle cosiddette prestazioni aggiuntive, pagando il lavoro reso in plus orario rispetto a quello istituzionale in nome di un’emergenza creata dalla mancata assegnazione di specialisti al Presidio ospedaliero di Licata a seguito della procedura concorsuale, determinando una situazione che ricorda tanto il classico cane che si morde la coda. Non vorremmo che tale aggravio di spesa pubblica poteva essere evitato e che magari si configuri un danno erariale”.

“Come di consueto – hanno evidenziato ancora Bonsignore e Spampinato – la Direzione aziendale ha ignorato le note sindacali di protesta inviate dalla Segreteria aziendale Cimo-Fesmed della stessa Asp di Agrigento che si è trovata costretta, purtroppo non per la prima volta, a ricorrere all’intervento del proprio legale di fiducia. È stato informato dell’illegittimità degli atti amministrativi anche l’assessore regionale della Salute, Ruggero Razza, ma anche da questo fronte regna sovrano il silenzio”.

“La Federazione Cimo-Fesmed – hanno aggiunto – riservandosi di adire le vie legali, attende che la Direzione aziendale ponga in essere tutte le procedure per un ritorno alla normalità, assegnando in maniera corretta le risorse umane necessarie al funzionamento, se non ottimale, almeno minimo per la garanzia dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) e la tutela della salute dei cittadini di tutta la provincia di Agrigento”.

La replica non si è fatta attendere ed è arrivata tramite il commissario straordinario dell’Azienda sanitaria provinciale Mario Zappia: “Le criticità evidenziate nella nota si inscrivono nella cronica carenza di medici che caratterizza l’intero panorama nazionale e che purtroppo riguarda diffusamente diverse specialità e non soltanto quelle della pediatria e della neonatologia. La conclamata e non nuova questione degli organici ridotti non può comunque rappresentare un alibi per l’Azienda, ed è ovvio che l’Asp di Agrigento sia costantemente determinata ad assicurare il miglior servizio possibile all’utenza provinciale, ottimizzando le risorse professionali esistenti”.

“In quest’ottica – ha aggiunto Zappia – prevale la logica del fare al di là dei sofismi e seguendo criteri di gestione aziendale che, in quanto tali, non si incentrano su un singolo ospedale ma guardano alla dimensione complessiva dell’offerta sanitaria in tutta la provincia, si ricorre ai sistemi organizzativi che permettono di tamponare la carenza di professionisti e la distribuzione non ancora omogenea tra i cinque presidi ospedalieri. Va da sé che le scelte spesso prese in urgenza possono risultare gravose per un medico costretto a spostarsi verso una sede di lavoro diversa rispetto a quella dell’ospedale dove abitualmente presta servizio ma le soluzioni sono spesso inevitabili per l’interesse della collettività e, devo dire, che la comprensione e lo spirito di collaborazione dimostrati nella maggior parte dei casi dai professionisti risultano encomiabili”.

“Pur tra diverse difficoltà – ha concluso il commissario straordinario dell’Asp – si cerca di ottenere buoni risultati organizzativi, anche se non ottimi in considerazione delle carenze d’organico contingenti. Ma, si sa, che l’ottimo è nemico del buono o, se si preferisce, ‘il meglio è nemico del bene’ quando dinanzi a risultati difficili ma realizzabili si contrappongono soluzioni perfette ma irrealizzabili, almeno al momento”.

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