Metano per autotrazione, prezzi alle stelle. “Per i distributori situazione insostenibile” - QdS

Metano per autotrazione, prezzi alle stelle. “Per i distributori situazione insostenibile”

Metano per autotrazione, prezzi alle stelle. “Per i distributori situazione insostenibile”

Amedeo Barbagallo  |
mercoledì 07 Settembre 2022

In Sicilia tariffe fuori controllo da Palermo a Catania: si va da 1,999 fino a 4,999 euro al kg. Natali (Federmetano): “Il consumo non è aumentato, impossibile non pensare a speculazioni”

La crisi internazionale in corso sta creando un effetto boomerang sui consumi di ogni tipo, con aumenti vertiginosi che inevitabilmente finiscono per colpire le tasche dei consumatori occidentali. Il settore energetico, dipendente per larghissima parte dalla Russia, risulta essere quello più colpito. Nella giornata del 26 agosto, ad esempio, il prezzo del gas ha raggiunto il massimo storico di 339 euro al megawattora. Per intenderci, lo scorso anno di questi tempi si assestava intorno ai 26 euro.

Inevitabilmente, questi scossoni stanno mettendo a dura prova il settore del metano per autotrazione, già provato da un vertiginoso aumento dei prezzi datato ottobre 2021. Lo scorso autunno il prezzo del metano per autotrazione è esploso, aumentando persino del 100%. Per anni i prezzi ai distributori non avevano superato l’euro al kg, rendendo il GNC simbolo di risparmio – si percorrevano 100 km con soli tre euro – e rispetto dell’ambiente – un’auto a gas naturale emette il 20% in meno di CO2 rispetto alla benzina.

Analizzando il prezzo medio nazionale del metano per autotrazione, in base all’ultima rilevazione di Staffetta Quotidiana, il prezzo medio al kg si colloca a 2,957 (pompe bianche 2,573). Anche in Sicilia la situazione è molto grave, con prezzi fuori controllo da Palermo a Catania, passando per Siracusa e Trapani. Nel capoluogo, il prezzo nei diversi distributori varia da 1,999 a 4,997. Prezzi alti anche in tutta la provincia, mentre a Termini Imerese si trova il distributore più economico. Prezzo al kg? “Solo” 2,265.
Non va meglio al Catania, dove il prezzo praticato varia da 3,499 a 4,997. In alcune zone della provincia la situazione è migliore, fornendo in questo modo una piccola luce per distributori e automobilisti. A Calatabiano un kg costa 1,899, mentre a Misterbianco scende a 1,726. Prezzi alti anche a Siracusa, 3,999 in tutta la città. Stesso discorso per Ragusa, dove si raggiungono i 4,999 al chilogrammo. Va un po’ meglio a Marsala, 2,225 euro, e a Messina, dove il prezzo al kg è pari a 2,399.

Si tratta di una crisi molto più grave di quella iniziata lo scorso autunno. I distributori più colpiti sono quelli che forniscono solo gas, dato che rischiano la chiusura totale. Nelle stazioni dove vengono forniti anche gli altri carburanti la situazione è meno grave, grazie all’afflusso continuo di automobilisti per diesel e benzina. Quando il prezzo del metano al kg supera i 3 euro quel distributore può considerarsi virtualmente chiuso: si tratta della parte peggiore della crisi, fatta di cassa integrazione e licenziamenti.

Data la gravità della situazione, abbiamo contattato Dante Natali, presidente nazionale di Federmetano, l’associazione che raggruppa i distributori e i trasportatori di metano per autotrazione. “Il problema col quale il settore si scontra a partire da ottobre 2021 è l’aumento del prezzo del gas. Ormai è un anno che i nostri operatori convivono con una situazione impossibile”.

La guerra russo-ucraina, principale giustificazione degli aumenti attuali, non era ancora iniziata. Infatti, si pensava che la crisi fosse causata da un’errata programmazione della fase di riempimento degli stoccaggi, causa di una tensione sul mercato. “Evidentemente – secondo Natali – questa non era la motivazione reale, perché a un anno di distanza ci troviamo in una situazione ancora peggiore. È impossibile non pensare a speculazioni, perché il consumo del gas non è aumentato, così come lo stesso gas non è mancato”.

“La situazione è insostenibile. L’anno scorso potevamo definirla brutta, ma quando un imprenditore privato arriva alla conclusione che è meglio chiudere la propria azienda, vuol dire che non c’è nessuna prospettiva di recupero”. Come anzidetto, il risvolto peggiore della crisi è subito dai distributori. Si trova in difficoltà persino chi evita la chiusura. Secondo Federmetano, con il termine dell’anno termico previsto per fine settembre, e il conseguente rinnovo dei contratti di acquisto del gas, diversi operatori non riusciranno a trovare un accordo con i venditori, con quest’ultimi che non saranno più disposti a fornire la materia prima a causa dell’esplosione dei prezzi.

“La nostra utenza – prosegue Natali – è costituita da 1.100.000 famiglie a medio-basso reddito, che utilizzano il metano per risparmiare. Avendolo scelto per spendere meno nella voce trasporti, adesso si trovano in completa difficoltà. La situazione è drammatica, non più sostenibile”. Nonostante gli aiuti governativi, il settore del metano per autotrasportatori non è stato in grado di riprendersi”.

“Le misure sono state parzialmente efficaci, fino a quando il prezzo del gas è rimasto sugli 80 euro al megawattora. Tuttavia, non sono stati proporzionati all’aumento subito, “all’entità del dramma del settore”, afferma amaramente Natali. Basti pensare che il gas è aumentato di 10-15 volte il prezzo originario, mentre il petrolio del 30-60%. I provvedimenti che sono stati presi, per giunta in ritardo e analoghi per entrambi i settori, non sono stati sufficienti.

Non bisogna dimenticare, è il monito del presidente di Federmetano, che “questo settore non è solo importante per chi ci lavora e per gli utenti che lo utilizzano, ma nell’ottica della decarbonizzazione imposta dall’Ue, il settore del gas naturale è quello che si trova più avanti nella sostituzione del carburante fossile col carburante bio. Il 30% del metano utilizzato per autotrazione è in forma bio. Una buona parte dei chilometri percorsi avviene senza emissioni di CO2”. “Oggi – conclude Natali – stiamo mettendo in pericolo una rete distributiva che è già presente, pronta con i suoi 1500 punti per essere utilizzata. In questo modo si sta compromettendo un’importante possibilità di riduzione delle emissioni di CO2”.

Al netto di tutto ciò, è ancora conveniente, per gli automobilisti, utilizzare l’alimentazione a metano? Naturalmente dipende da diversi fattori, ma col prezzo medio della benzina pari a 1,77 euro al litro, non è più conveniente rifornirsi di metano in distributori dove costa più di 2 euro al kg. Secondo i dati della Casa, la Fiat Panda Natural Power – l’utilitaria più diffusa – consuma 3,5 kg/100 km andando a metano e 4 l/100 km a benzina. Ciò significa che si spenderanno 7,08 euro per fare 100 km con l’attuale prezzo medio della verde. Affinché si mantenga il tradizionale risparmio dell’alimentazione a gas, ci si dovrà rifornire presso un distributore che pratichi un prezzo inferiore ai 2 euro. Si tratta di un’impresa difficile, senza pensare al rigido inverno che ci attende.

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