Elezioni, politica in fermento a Messina verso la sfida del 25 settembre - QdS

Elezioni, politica in fermento a Messina verso la sfida del 25 settembre

Elezioni, politica in fermento a Messina verso la sfida del 25 settembre

venerdì 09 Settembre 2022

Cambi di casacca, tanti giochi di strategia e pochi contenuti, mentre tutto questo allontana sempre di più i cittadini dalle urne alimentando il partito degli astensionisti e degli indecisi

MESSINA – Strategie per il potere, partiti come scatole da riempire e svuotare secondo le esigenze, ex deputati che transitano da uno schieramento all’altro per garantirsi una poltrona o per reazione alla mancata garanzia di un seggio. Una politica con tanti giochi e povera di contenuti, che allontana sempre più gli elettori dalle urne e alla fine il partito che primeggia in tutti i sondaggi è quello degli astenuti e degli indecisi.

Le Amministrative di giugno sono state per molti leader locali una sorta di campo di prova, un esercizio di forza per dare forma al proprio futuro politico, prefigurato nella doppia competizione elettorale del 25 settembre. Delle innumerevoli trasformazioni a farne maggiormente le spese è stato il centrosinistra, stroncato dai risultati del 12 giugno, con il Pd che ha perso pezzi importanti a vantaggio del centrodestra. Ha fatto rumore il passaggio di Pietro Navarra, non più garantito il suo posto in Parlamento dal Pd, nelle fila di Forza Italia e il suo schierarsi dopo una dichiarazione pubblica con Renato Schifani, “per non disperdere un patrimonio elettorale importante che si traduce in valori, idee e competenze da promuovere per il futuro della Sicilia”.

Con lui lascia i Dem, senza clamori però, anche Franco De Domenico, solo tre mesi fa candidato a sindaco di Messina per il centrosinistra. Il “patrimonio elettorale” di Navarra potrebbe contribuire al buon piazzamento di Beppe Picciolo, ex Sicilia futura e adesso candidato all’Ars nel partito di Berlusconi, che a Messina città è una compagine piuttosto debole, malgrado abbia un forte riferimento nella deputata Matilde Siracusano. Basti solo ricordare che l’unica eletta in Consiglio comunale, Nicoletta D’Angelo è passata al gruppo misto e ha poi ottenuto la candidatura all’Ars a sostegno di Cateno De Luca.

In provincia invece FI può contare su Tommaso Calderone e Bernadette Grasso, candidati sia a Palermo che a Roma, all’Uninominale per la Camera. Pippo Laccoto, sindaco di Brolo, che all’Ars era arrivato con il Pd adesso è candidato con la Lega dopo una precedente adesione a Italia viva. Nel partito di Salvini è candidato anche l’ex sindaco Giuseppe Buzzanca (in passato An e Pdl) che ha voglia di tornare alla politica e si era detto disponibile già alle amministrative. Si infoltiscono quindi le fila della Lega a cui si era unito nei mesi scorsi anche il deputato Nino Germanà, proveniente da FI. Aumentano le adesioni a FdI con molti professionisti, specie tra gli avvocati, candidati sulla scia della crescita del partito della Meloni a livello nazionale.

Dopo la vittoria schiacciante alle amministrative sono aumentati anche gli estimatori di Cateno De Luca, che hanno accettato di candidarsi nelle sue liste, non solo in Sicilia Vera ma anche a Roma con Nord chiama Sud. È ovvio che l’ex sindaco di Messina si gioca tutto a Palermo, contento per i sondaggi di Nando Pagnoncelli che lo pongono nella sua corsa alla Presidenza della Regione al 23,5%, dopo il 28,7% di Renato Schifani, ma prima del 22,1% di Caterina Chinnici che corre per il centrosinistra; a seguire c‘è Nuccio Di Paola M5s al 19,5% e Gaetano Armao Azione e Italia viva al 4,6%. Ma la sua paura maggiore, dopo quella di non riuscire a scavalcare il candidato di centrodestra, è che le sue liste, più deboli rispetto a quelle sostenute da partiti strutturati su tutto il territorio regionale, non raggiungano la soglia di sbarramento del 5%. Da qui il suo appello per arruolare volontari e costituire Comitati elettorali mobili per supportarlo nella ricerca di consensi e rafforzare una macchina elettorale che ha il vantaggio di avere messa in moto già da mesi.

De Luca può sperare nei delusi del M5s e del centrosinistra, ma i grillini nei sondaggi nazionali sono in ripresa e anche se non avranno il boom di consensi di cinque anni fa sembra possano conservare ancora qualche appeal. Anche qui ci sono state delle defezioni: Alessio Villarosa è passato al Misto a metà legislatura, Francesco D’Uva, dopo due mandati alla Camera, ha seguito Luigi Di Maio in Impegno civico, per non parlare di consiglieri comunali eletti nel 2018 nel M5s (Giannetto, Cipolla e Schepis) adesso fedelissimi di De Luca.

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