Palermo, giro di fatture false: tre imprenditori arrestati

Palermo, giro di fatture false per oltre 2 milioni di euro: tre arresti – Nomi

Palermo, giro di fatture false per oltre 2 milioni di euro: tre arresti – Nomi

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martedì 20 Settembre 2022

Con lo stesso provvedimento il gip ha disposto il sequestro preventivo di quattro società e 160 mila euro. Oltre i tre arrestati, sono coinvolte altre 9 persone

I finanzieri del comando provinciale di Palermo hanno eseguito un’ordinanza cautelare ai domiciliari nei confronti di tre uomini accusati di associazione a delinquere ed emissione di fatture false.

I nomi degli arrestati, 4 società sequestrate

Gli arrestati sono Armando Caggegi, 71 anni, Giovanni Cannistraro, 70 anni, Pietro Anello, 68 anni tutti residenti a Palermo.

Le società sequestrate sono la Arca Edilizia srls, A&G Multiservice sas, Anpi Naval srls, e la General Service.

Altre nove persone finite ai domiciliari

Oltre ai tre finiti ai domiciliari nell’inchiesta sono coinvolte altre 9 persone: tre dipendenti pubblici che avrebbero svolto “in nero” lavori edili e di giardinaggio usufruendo dello “schermo” societario messo a disposizione dall’organizzazione e tre percettori di reddito di cittadinanza, che avrebbero richiesto l’emissione delle fatture false per coprire la propria attività lavorativa e non perdere il beneficio assistenziale, che ora saranno segnalati all’Inps.

Le indagini

Le indagini, condotte dagli investigatori del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Palermo – I Gruppo Tutela Entrate, avrebbero permesso di quantificare in oltre 2 milioni di euro l’ammontare delle fatture inesistenti che sarebbero state emesse dalle società nella disponibilità degli indagati nel periodo 2019 – 2021. Come ricostruito dalle indagini dei finanzieri il profitto che spettava agli indagati era il 10% dell’importo delle fatture.

Tra i destinatari della misura cautelare, ad un soggetto viene contestato anche il reato di truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche in quanto, nascondendo i redditi di cui sarebbe risultato titolare, avrebbe ottenuto indebitamente la percezione dell’assegno sociale corrisposto dall’Inps, mentre un altro risulta percettore del reddito di cittadinanza beneficio che, per effetto del provvedimento, verrà immediatamente sospeso.

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