La ricerca dell’identità - QdS

La ricerca dell’identità

La ricerca dell’identità

Giovanni Pizzo  |
mercoledì 28 Settembre 2022

Il Paese, oggi Nazione, che Paese è di sinistra e non si usa più, è spaccato in due come e più di prima. Il produttivo Nord a Giorgia ed il pauperista Sud a Giuseppi. Anche questo è identità

Cosa ha fondamentalmente cercato nel voto l’elettore italiano? Identità. In un mondo globale, carico di tensioni, guerre, insicurezze nel futuro, invecchiamento demografico c’era una ricerca di qualcosa in cui riconoscersi. Idee, parole, perfino slogan a cui affidarsi o semplicemente trovare una leva, un fulcro, per alzare il pietrone di insicurezze sotto cui stiamo.

Questo ha premiato alcuni e fortemente penalizzato altri. Il PD, un partito ne vegano né carnivoro, forse non mangiano nemmeno gli spaghetti perché sono nazional popolari. Un partito senza classi di riferimento, che non siano quelli giusti&perbene, ma detta alla Letta e non alla Berlusconi, se no si pensa a Putin.

Un partito ondivago, senza più retroterra come insegna il collegio di Sesto S. Giovanni, senza lotta e sudore, senza le periferie che peraltro puzzano e ti rubano la borsa Prada. Belli, per loro, e senz’anima. Un partito fluido e quindi senza identità.

La Lega di Salvini, altro sconfitto da questo voto, un partito che aveva una netta identità, come il PD ha deciso di perderla, era il partito delle fabbrichette e delle partite Iva, ed oggi questi voti sono passati a Meloni e Calenda, era il partito del Nord ed ora i prati Veneti e Carsici brulicano di Fratelli Italiani. Era il partito della Flat tax al 15, ed oggi la sua cifra è l’8.

La performance degli ultimi 6 anni è da cardiopalma, che potrebbe suggerire la guida del partito ad un cardiologo. Sono passati dal 8% del 2017 al 17 del 2018, per poi andare al 34 delle europee 2019 all’8 del 2022, passando per due governi, con alleati diversi, con cui hanno governato ed uno in cui sono stati all’opposizione. Errori su errori, senza considerare la mezza dozzina di candidati al Colle bruciati, da cui si è arrivati al punto che se incontri Salvini devi stare attento.

Matteo il milanese, per distinguerlo dal guelfo furbo, si è mangiato un patrimonio in una sola legislatura, soprattutto non dando un’identità al suo partito. Noè è un partito conservatore, infatti la guida dei conservatori europei ce l’ha la Meloni, lui è con la Le Pen. Non è un partito sovranista, perché il tema patria e sovranismo è in mano ai Fratelli coltelli d’Italia. La questione settentrionale, a parte i referendum regionali indetti dai governatori, in Parlamento non è nemmeno affacciata, che partito è, quale cifra identitaria ha? Non si può campare all’infinito di Lampedusa ed immigrati, anche perché agli agricoltori e alle fabbrichette della Val Trompia o del bresciano, gli immigrati servono, eccome.

Il Paese, oggi Nazione, che Paese è di sinistra e non si usa più, è spaccato in due come e più di prima. Il produttivo Nord a Giorgia ed il pauperista Sud a Giuseppi. Anche questo è identità.

Quindi chi ha scelto identità come FdI e 5stelle ha vinto, chi non lo ha fatto ha perso. Da cui si capisce che questa fasulla legge elettorale mezza proporzionale, ma di fatto maggioritaria, serve solo a fare perdere chi non ha un’identità precisa.

Cosi è se vi pare.

Giovanni Pizzo

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