In diverse questure di Italia i cittadini stanno subendo tempi lunghi e inefficienze nelle procedure di rilascio
Il ministero dell’Interno ha risposto per iscritto alle sollecitazioni della Federazione turismo organizzato di Confcommercio e “di questo non possiamo che ringraziare per la sensibilità dimostrata. Tuttavia, non ci soddisfa il merito delle motivazioni addotte per giustificare i tempi lunghi e le inefficienze nelle procedure di rilascio e rinnovo dei passaporti che i cittadini stanno subendo in molte questure d’Italia”. Lo denuncia Franco Gattinoni, presidente di Fto, Federazione turismo organizzato. “Il Viminale, infatti, nella risposta fa riferimento a un notevole incremento delle domande presentate, dipendente da svariati fattori, ‘taluni anche di natura contingente’, legati all’evoluzione della pandemia e alla ripresa dei flussi turistici. In più -prosegue Gattinoni- il ministero segnala l’organizzazione, in diverse realtà territoriali, di open day straordinari per smaltire le richieste e assicura ‘interventi volti al superamento’ delle criticità con ‘specifiche indicazioni’ alle questure”.
Per un appuntamento servirebbero anche 5 mesi
“Sarà, ma a fronte di una replica dell’Interno alquanto generica, rimane attivo il nostro monitoraggio sul tema attraverso agenzie di viaggi e tour operator: dagli ultimi dati raccolti risulta che per fissare un appuntamento servano almeno cinque mesi nel 35% dei casi e addirittura in due casi su tre siano necessari non meno di tre mesi. Peraltro, solamente in un caso su quattro si segnalano procedure speciali per far fronte all’emergenza, mentre la gestione dei passaporti sta impattando molto sul lavoro del 73% del nostro campione”, spiega il presidente Fto.
“Altro che innovazione digitale della Pa, una macchina burocratica in tilt sta danneggiando il nostro settore che prova a ripartire dopo due anni e mezzo terribili -denuncia infine Gattinoni- il ponte del primo novembre è ormai dietro l’angolo e le vacanze invernali si avvicinano a grandi passi: servono subito misure decise e straordinarie, perché è assurdo che, oltre a limitare il diritto alla mobilità delle persone, una amministrazione di vitale importanza per il buon funzionamento della macchina pubblica finisca per togliere ricchezza e lavoro a un comparto che tenta con fatica il ritorno alla normalità”, conclude.