Giorgia, un carattere tosto
Abbiamo ascoltato con attenzione, in oltre un’ora, il discorso letto da Giorgia Meloni – la prima donna Presidente del Consiglio – ben strutturato e forse estremamente ampio. Se la “Première” con la sua squadra di ministri – probabilmente un Governo di sessantaquattro componenti – si rivelerà capace, porterà molto avanti il nostro Paese, che in atto è in condizioni disastrate.
Vorremmo qui di seguito evidenziare alcuni della quarantina di punti illustrati alla Camera.
Con l’Europa bisogna avere un rapporto di grande collaborazione, ma anche di confronto, per eliminare i privilegi di alcuni membri più forti e tentare di avere una politica di equità.
L’Europa è una casa comune, nella quale l’Italia, come Stato fondatore, deve giocare un ruolo primario, tenuto conto che “bisogna essere uniti nella diversità”.
Rispetto per l’Alleanza Atlantica, seppure bisogna porre all’ordine del giorno che gli oneri delle forze armate vanno riequilibrati.
La situazione economica drammatica in cui si trova l’Italia, con un debito che rasenta il centocinquanta per cento del Pil, ha bisogno di una cura energetica, anche tenuto conto del fatto che la Bce continuerà ad aumentare i tassi per combattere l’inflazione e diminuirà l’acquisto a costo zero dei Buoni Poliennali del Tesoro.
Ma il rapporto debito/Pil non migliora distribuendo assistenza, bensì creando lavoro. Il lavoro deriva dal potenziamento del sistema produttivo, dalla sua competitività nell’esportare e soprattutto dalla capacità di aprire i cantieri pubblici. I soldi ci sono perché oltre a quelli nazionali, vi sono i fondi ordinari europei e i circa duecento miliardi del Pnrr dei quali però, ricordiamo, la maggior parte deve essere restituita, in quanto prestiti.
Il Governo Meloni vuole riformare la Costituzione in senso semi-presidenziale perché il Popolo che decide possa avere un governo stabile per cinque anni senza che nessuno tenti di disarcionarlo.
Altro punto strutturale riguarda l’autonomia differenziale delle Regioni, in modo che gli amministratori locali possano migliorare i loro servizi se sapranno spendere meglio di come spende lo Stato.
Il Sud viene focalizzato finalmente non come problema nazionale, ma come territorio che costituisce un’opportunità di sviluppo e investimenti, soprattutto sfruttando le enormi bellezze paesaggistiche, artistiche, narrative e storiche.
Nel Sud va costruito il Ponte sullo Stretto di Messina e tutte le infrastrutture ferroviarie, autostradali e altre necessarie a parificare il livello infrastrutturale del Paese.
Lo Stato deve essere proprietario di tutte le reti pubbliche, comprese quelle digitali, ed esercitare il Golden power, cioè il diritto di veto, quando in questo versante possono essere intaccate le fonti nazionali.
Sul piano fiscale è stata detta una grande novità e cioè che da oggi in avanti l’Agenzia delle Entrate non potrà più contabilizzare le cifre in base agli accertamenti o alle liti, bensì esclusivamente in base alle somme effettivamente incassate. Così i cittadini sapranno con esattezza la misura vera della lotta all’evasione.
La previdenza sarà ristrutturata in modo da consentire le uscite flessibili, ma l’assegno verrà determinato esclusivamente in base al regime contributivo. Solo così si potrà preservare l’equilibrio del sistema previdenziale, che potrà garantire ai giovani – quando andranno in pensione – un assegno accettabile e non in continua diminuzione, come sta avvenendo ora perché si privilegiano gli attuali pensionati a danno di quelli futuri.
Il Governo si propone una vera lotta alla povertà, assistendo i deboli, gli incapaci di lavorare, i disabili e i veri bisognosi, ma abolendo quella parte del Reddito di cittadinanza che va a chi, invece, può lavorare, sostituendola con il vero lavoro; precetto che viene continuamente ricordato da Papa Francesco.
Va protetto il patrimonio ecologico e ambientale con una sostenibilità vera e non ideologica. Per cui dovranno essere messi in atto sistemi che puntino concretamente alle soluzioni.
Infine, lotta alla mafia e alla corruzione, utilizzando tutti gli strumenti che dovranno essere riformati e migliorati.