L’operazione Terra Bruciata, condotta dai Carabinieri della Compagnia di Randazzo su delega della Direzione Distrettuale Antimafia.
Bufera su Randazzo. L’operazione Terra Bruciata, condotta dai Carabinieri della Compagnia di Randazzo su delega della Direzione Distrettuale Antimafia, ha portato all’arresto 21 persone, indagate a vario titolo dei reati di associazione di tipo mafioso, estorsione, traffico di sostanze stupefacenti e detenzione illegale di armi e munizioni con l’aggravante del metodo mafioso. Nell’inchiesta sono confluiti atti sulle elezioni amministrative di Randazzo dell’anno 2018: per l’accusa dagli accertamenti “sono emerse interferenze degli appartenenti al sodalizio mafioso sull’Amministrazione Comunale e, in particolare, su tre rappresentanti, attuali e passati, di quel Comune”.
Si tratterebbe di Francesco Giovanni Emanuele Sgroi, all’epoca delle indagini e tuttora sindaco di Randazzo; Carmelo Tindaro Scalisi, già consigliere comunale e attuale presidente del Consiglio comunale, e Marco Scalisi Stigliolo, consigliere comunale nella precedente amministrazione comunale. I tre sono stati raggiunti da un avviso di garanzia.
Ecco i nomi dei destinatari della custodia cautelare:
1) SANGANI Salvatore, detto ‘Turi nato a Randazzo (CT) il 03/08/1964;
2) SANGANI Francesco, detto ‘Paolo’ nato a Taormina (ME) 1116.03,1986;
3) PORTALE Samuele, nato a Catania il 21.06.1988;
4) PAGANO Pietro, detto ‘Piero’ nato a Bronte (CT) il 25.04.1981;
5. LO GIUDICE Vincenzo, detto ‘mastro’ nato a Randazzo il 22.08.1965;
6) FARINA Giovanni, nato a Randazzo il 05.07.1985;
7) CRASTI SADDEO Salvatore, detto ‘u niuru’ nato a Randazzo (CT) il 11.05.1976;
8) SANGANI Michael, nato a Bronte (CT) il 04.01.1995;
9) PORTALE Marco, nato a Bronte (CT) il 24.04.1982;
10) GULLOTTO Francesco, detto ‘Ciccio’ nato a Catania il 05.11.1977;
11) ROSTA Fabrizio, detto ‘panzerotto’ nato a Bronte (CT) il 14.08.1991; ù
12) GULLOTTO Vincenzo, detto ‘breakdance’ nato a Bronte (CT) il 11.01.1974;
13) COSTANZO ZAMMATARO Giuseppe, detto ‘Pippo i ‘pazzu’ nato ad Acireale
14) SCIAVARELLO Giuseppe, nato a Catania il 21.02.1980;
15) MANGIONE Alfredo, detto ‘u cumpari’ nato a Randazzo il 12.05.1968;
16) CAMARDA Daniele, detto ‘parillitta’ nato a Bronte (CT) il 01.12.1970;
17) BONFIGLIO Salvatore, detto ‘Turi’ nato a Bronte (CT) il 05.09.1990;
18) RUSSO Salvatore, nato a Bronte (CT) il 23.03.1996;
19) CANTALI Christian, detto ‘San Martino’ nato a Taormina (ME) il 16.09.1997;
20) RAPISARDA Francesco, detto ‘ciccio ninfa’ nato a Catania il 13.03.1975;
21) LUPICA TONNO Antonino, detto ‘Nino’ nato a Bronte (CT) il 27.02.2001.
Nei confronti di altri 13 individui, invece, è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini.
La figura di spicco di Salvatore Sangani
Nel corso della conferenza stampa di oggi al Comando Provinciale dei Carabinieri di Catania, presieduta dal comandante Rino Coppola, è emersa la figura di spicco di Salvatore Sangani, fratello di Oliviero, detenuto per omicidio plurimo e al quale si è sostituito a partire dal 2008. Lo stesso Sangani inoltre si è sottomesso al referente della zona jonico-etnea Paolo Di Mauro, deceduto nel mese di gennaio dello scorso anno. Questo articolato sistema criminale era basato su una folta rete di contatti telefonici tra gli indagati, su incontri in luoghi isolati, su danneggiamenti e su parole in codice durante le conversazioni telefoniche. Nell’ambito elettorale, in occasione delle elezioni amministrati del 2018 a Randazzo, è stato accertato il reato di scambio elettorale in ambito mafioso, attraverso il quale venivano assegnati alloggi popolari e posti di lavoro nella ditta Ecolandia. I titolari di questa ditta però non risultano tra gli indagati.
L’utilizzo di persone insospettabili
Per la riscossione del cosiddetto pizzo, inoltre, venivano mandate persone insospettabili ogniqualvolta l’estorsione non riusciva, mentre i danneggiamenti accertati sono stati fatti ai danni di attività commerciali, tra i quali un panificio e un’attività florovivatistica. Tra gli episodi, l’incendio, nel 2018, di un casolare durante un discussione tra un membro di un clan e il titolare di una cantina. Un altro atto intimidatorio di cui i militari hanno parlato è quello riguardante i colpi di arma da fuoco nell’auto di Antonino Costanzo Zammataro.
Accertamenti in corso sulle armi
Le persone arrestate in flagranza di reato per armi e droga sono 15 e la quantità di droga sequestrata è la seguente: 3 piantagioni di marijuana (con oltre 3.500 piante), 15 chilogrammi di marijuana, 2 serre per la produzione indoor di piante di canapa, un chilogrammo di hashish e 50 grammi di cocaina. Per quanto riguarda le armi invece ne sono state recuperate tre corte e quattro lunghe, assieme a un metaldetector. Venivano vendute nel periodo di difficoltà economica causato dalla pandemia da Covid. Una di queste è stata ritrovata in un rudere adiacente l’abitazione di Samuele Portale, il referente per il traffico di droga. Tutte le altre invece sono state ritrovate in contrada Murazzorotto a Randazzo e sotterrate anche a un metro di profondità. Su di esse sono ancora in corso gli accertamenti balistici per capire se sono state utilizzate in altri crimini, come spiega il comandante Rino Coppola nel video.