Nuova levata di scudi contro il primo cittadino di Trapani, stavolta in prima fila c’è il Movimento Cinquestelle. Maggioranza pronta a fare quadrato: “Continuiamo a sostenere questa Amministrazione”
TRAPANI – Eppur si muove la mozione di sfiducia che però non farà male. Perché i tempi per mandare a casa il sindaco Giacomo Tranchida sono sempre più risicati – si vota nella prossima primavera e la mozione deve essere presentata entro sei mesi dalle scadenza del mandato, quindi al massimo a dicembre – e perché non ci sono i numeri per approvarla. Con l’ultimo passaggio di consegne consiliare, dentro Salvatore Grammatico, fuori Rocco Greco, che si è dimesso per puntare dritto sul Comune di Misiliscemi, ci sarebbero le firme per presentarla. Ne servono dieci e gli oppositori sono dieci su ventiquattro.
Ma c’è poco altro e lo sanno gli stessi protagonisti della nuova levata di scudi contro il primo cittadino: in prima fila le due consigliere del Movimento Cinque Stelle Francesca Trapani e Chiara Cavallino. C’è invece un muro che appare invalicabile. È quello della maggioranza che sostiene l’amministrazione di Palazzo d’Alì. E c’è un partito che è pronto ad alzare le barricate se le tensioni politiche e le polemiche dovessero prendere la forma di un’azione consiliare. È il Pd, che è pure il partito di Tranchida.
La consigliera dem Marzia Patti non poteva essere più netta: “Il Pd continuerà a sostenere quest’Amministrazione, anche a lungo termine, lavorando attivamente con un ruolo da protagonista per la realizzazione del programma di governo, nell’interesse della città e dei nostri concittadini, progettando e costruendo un percorso che guarda alla crescita ed al futuro di questo territorio”.
E se c’è da riproporre la formula politica del 2018 – una coalizione civica senza simboli di partito -, il Pd non avrebbe alcun problema a mettere da parte il suo simbolo. “È ormai evidente a molti – continua la consigliera Patti, che è anche componente della segreteria provinciale del Pd – il grande lavoro che il Pd sta portando avanti. Le ultime elezioni e la fiducia che i cittadini hanno riposto nel nostro programma ne sono la prova. Tutto ciò si manifesta senza la necessità di alcuna etichetta politica in aula o nella lista di riferimento. Noi abbiamo sempre preferito portare avanti la politica del fare e non quella dell’apparire. Siamo riconosciuti e riconoscibili”. Pd che ha un’altra carta da giocare, quella dell’elezione all’Assemblea regionale siciliana dell’ex assessore ai lavori pubblici Dario Safina.
Per la consigliera Patti l’unione fa la forza e fa soprattutto chiarezza: “In sinergia con il nostro rappresentante all’Ars continueremo ad esprimere le buone pratiche di governo così come abbiamo fatto in questi anni. Ribadisco con fermezza che una lista con il simbolo non può e non deve essere l’unico trait d’union riconoscibile tra un partito, il territorio ed i suoi rappresentanti in consiglio comunale”.
L’onorevole viaggia sulla stessa lunghezza d’onda ed è pronto a mettere il suo sigillo: “Per me Tranchida dovrà essere ricandidato perché ha svolto il suo lavoro egregiamente, nonostante si sia trovato a fronteggiare crisi senza precedenti, quali il Covid e la guerra in Ucraina, con le conseguenze sui costi energetici. è inutile che elenchi tutto il lavoro svolto. Per ciò che attiene al Pd, ritengo che questo sia cresciuto sia in termini di gruppo dirigente sia in termini elettorali. Da questo bisognerà partire per intraprendere la strada che ci dovrà condurre nuovamente alla guida della città. Per me la presentazione del simbolo non rappresenta un dogma, penso che contino molto di più le idee, le azioni concrete e le persone. Sotto questo profilo, se il permanere dell’alleanza civica favorirà l’aggregazione di donne e uomini di qualità, penso che non dovremmo avere dubbi a continuare su questa strada”.
Dunque, mozione di sfiducia off limits e Pd pronto a farsi carico dei nuovi equilibri politici che saranno definiti nella prossima campagna elettorale. Ma è anche un Pd curioso. “Mi piacerebbe leggere il contenuto della mozione, perché davvero tutto si può dire di quest’amministrazione ma non che non abbia rispettato il suo programma di governo”. La curiosità è di quelle che pesano perché si tratta dell’ex vicepresidente dell’Ars Camillo Oddo, grande sponsor storico di Tranchida e punto di riferimento per il neo parlamentare Safina. “La mozione – aggiunge – è chiaramente strumentale. Le opposizioni, perché bisogna parlare al plurale, sono d’accordo soltanto sugli attacchi al sindaco, per il resto non hanno mai dimostrato di essere un’alternativa concreta e credo che neanche l’anno prossimo saranno nelle condizioni di presentare un progetto di governo unitario”.
Oddo liquida la mozione come “legittima propaganda” e la boccia senz’appello: “È la conferma che la minoranza, non solo grillina ma anche di pezzi cosiddetti centristi, non vuole confrontarsi sulle scelte per la città, ma preferisce la polemica per ottenere un po’ di visibilità. Trapani avrebbe invece bisogno di un’opposizione credibile, in grado di pungolare l’amministrazione e di presentare proposte serie e costruttive”.
Prova a chiudere il cerchio l’onorevole Safina pensando a Trapani 2023: “Sarò chiaro. Ad oggi non vedo in alcun modo le condizioni per poter dialogare con i Cinquestelle, che si sono caratterizzati per una opposizione del tutto inadeguata ai bisogni della città puntando solo alla ricerca di polemiche strumentali per provare ad offuscare l’immagine dell’amministrazione Tranchida”.