Migranti morti, a Porto Empedocle arrivano le bare: 4 sono di bimbi - QdS

Porto Empedocle accoglie le cinque bare dei migranti: quattro sono di bimbi – VIDEO

Porto Empedocle accoglie le cinque bare dei migranti: quattro sono di bimbi – VIDEO

Irene Milisenda  |
venerdì 04 Novembre 2022

Le bare dei migranti sono arrivate a Porto Empedocle dopo essere state trasferite da Lampedusa a bordo di un traghetto di linea.

Sogni e speranze di vite spezzate. Fiori bianchi, tante lacrime, gli sguardi fissi sulle cinque bare che questa sera, proveniente con il traghetto di linea da Lampedusa, sono state accolte al porto di Porto Empedocle.

Quattro le bare bianche, l’una accanto all’altra, quelle delle gemelline di 20 giorni morte per ipotermia durante la traversata e quelle dei bambini di 2 anni e di 10 mesi uccisi da un incendio divampato sul barchino sempre durante la traversata. La quinta bara è di una donna.

“Situazione straziante”

“E’ straziante tutto questo. Cercheremo, per quanto possibile, di aiutare i genitori delle due gemelline. In attesa che ottengano la protezione, verranno sistemati in una struttura di Agrigento che è vicina a Raffadali.

“Voglio ringraziare tutte le amministrazioni comunali per la disponibilità data alle sepolture, non è facile. I cimiteri sono pieni un po’ ovunque, ma tutti sono dal cuore grande in queste drammatiche circostanze”.

Cosi il Prefetto di Agrigento, Maria Rita Cocciufa, a margine del momento di preghiera, cattolica e islamica, al quale hanno partecipato le massime autorità militari e religiose, i sindaci di Agrigento, Porto Empedocle, Raffadali, e Joppolo, che accoglieranno i feretri nei loro Comuni.

“Terribili le lacrime delle madri”

Sul molo del porto anche l’ex sindaco di Porto Empedocle e deputato nazionale del M5S, Ida Carmina.

“Sono immagini che non volevo si ripetessero e invece eccoci di nuovo ad accogliere delle bare, e soprattutto delle piccole bare bianche. Non è accettabile – dice Carmina – come si spiega tutto questo?”

“Le lacrime di queste madri è davvero terribile. Si parla di emergenza ma è un problema sociale, e non si può lasciare l’Italia da sola a gestire tutto questo, è un grande egoismo”, conclude Carmina.

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