Dopo l'aggressione, i detenuti sono riusciti ad impossessarsi delle chiavi dell'intero reparto e delle celle
Sommossa nel carcere Ancona Montacuto. Tutto è cominciato alle 21 di ieri sera quando i detenuti della sezione ‘Alta Sicurezza’, dopo avere sentito in tv delle scosse di assestamento nella zona, hanno chiesto di trascorrere la notte con le celle aperte. Una richiesta non assecondata dagli agenti di polizia penitenziaria che si sono poi visti aggredire. “Quattro poliziotti hanno dovuto ricorrere alle cure sanitarie presso il Pronto soccorso con prognosi varie dai 30 ai 7 giorni”, spiega Nicandro Silvestri, segretario regionale per le Marche del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. Dopo l’aggressione, i detenuti sono riusciti ad impossessarsi delle chiavi dell’intero reparto e delle celle e si sono posizionati nella rotonda del piano detentivo.
“Sono stati momenti drammatici”, racconta Silvestri. “Solo a seguito dell’intervento del Comandante e del personale accorso fuori servizio, dopo una lunga ed estenuante trattativa i detenuti hanno fatto rientro presso le proprie sezioni detentive, ottenendo di restare con i cancelli delle proprie celle aperti per tutta la notte – prosegue Silvestri – Il grave episodio, oltre a riproporre in maniera forte la tematica delle aggressioni al personale e l’assenza di strumenti in dotazione per intervenire in occasioni simili, pone l’attenzione sulla questione più volte evidenziata dal Sappe, e mai affrontata dalle Istituzioni nazionali e regionali, sulla carenza di personale nella Casa circondariale di Ancona Montacuto, carcere capoluogo di regione con sezioni detentive alta sicurezza, con una carenza di organico tra le più alte – se non la più alta d’Italia, pari ad una carenza di circa il 40% – e un rapporto detenuti di 1 agente per tre 3 detenuti”.
“Questo è il drammatico scenario quotidiano, inaccettabile, in cui opera il Corpo di Polizia Penitenziaria, ma la cosa sembra non fare notizia al contrario di altre. Altro che sicurezza”, denuncia Donato Capece, segretario generale del Sappe, che rinnova l’auspicio di potere incontrare presto il nuovo Ministro della Giustizia, Carlo Nordio.