In sospeso il sistema di radiocomunicazione e di videosorveglianza a servizio del corpo. Ancora in corso il braccio di ferro con la ditta che aveva avuto l’appalto per 33 mln.
Un sistema di radiocomunicazione e videosorveglianza che doveva permettere di ammodernare e rendere più efficiente il lavoro del Corpo forestale è rimasto in un limbo giudiziario, cominciato nel 2015 e ancora non concluso, che ha bloccato ogni attività: tutto fermo ad appena un terzo di quelle previste. Un progetto che prevedeva una spesa di oltre 33 milioni di euro; di questi oltre 16 milioni sono da più di 6 anni in attesa di essere spesi, sempre che si definiscano le vicende legali, tanto lunghe che il direttore dell’esecuzione del contratto, il direttore dei lavori e il consulente tecnico di parte sono rimasti scoperti perché l’ingegnere Rosario Napoli, che aveva svolto tutte le funzioni delle tre posizioni dal 2015, ha dovuto abbandonare a causa della imminente collocazione in pensione.
Una situazione che deve sbloccarsi
Il comando del corpo forestale ha quindi pubblicato un atto di interpello, a tutti gli ingegneri e architetti abilitati, funzionari direttivi in servizio presso l’amministrazione regionale, per l’affidamento dei tre ruoli, che si occupino della controversia con l’impresa “Sistet Technology srl”, il cui appalto è stato sospeso. Si è giunti alla risoluzione del contratto per gravi irregolarità e inadempienze, secondo quanto sostenuto dagli uffici regionali. L’atto di interpello nasce dalla preventiva cernita delle figure presenti all’interno del comando del corpo forestale, per cui non sono state rilevate figure professionali idonee allo svolgimento dell’incarico. La comunicazione di disponibilità all’assunzione dell’incarico doveva pervenire in tempi brevissimi, vista la grande urgenza, entro le ore 13 del prossimo 21 novembre, all’indirizzo di posta certificata del comando.
Cosa prevedeva il progetto
Il progetto prevedeva l’ammodernamento tecnologico e il potenziamento operativo del sistema di radiocomunicazione del corpo forestale, compresa l’installazione di una dorsale digitale pluricanale e la realizzazione di un sistema di videosorveglianza di nuova generazione, a tutela del patrimonio boschivo e delle aree naturali protette. Un sistema fondamentale per la protezione dei boschi che potrebbe evitare tanti di quegli episodi incendiari che hanno portato alla distruzione di tanti, troppi ettari di boschi, preziosissimi per l’ambiente isolano.
Qualche dato statistico
Sono stati oltre 130 gli incendi che hanno distrutto centinaia di ettari di bosco soltanto nell’estate del 2022, a causa dell’azione dei piromani, aiutati dalle altissime temperature ormai destinate a diventare “normali” a causa del cambiamento climatico. Le zone che vanno a fuoco sono spesso vigneti, aree di macchia mediterranea, ettari di parchi e riserve naturali. Un patrimonio che andrebbe tutelato e salvaguardato, e invece, di anno in anno, si cerca di correre ai ripari quando ormai è troppo tardi, senza trovare soluzioni strutturali effettive. Come si legge nel Piano Regionale antincendio boschivo 2020, redatto dal comando del corpo forestale della Regione Siciliana, oltre il 77% degli incendi verificatisi nel periodo compreso tra il 2010 e il 2020 è di natura dolosa.
Come ha detto anche il Wwf, alle molteplici cause di incendi bisogna aggiungere ondate di calore anticipate e una straordinaria siccità invernale che hanno reso la vegetazione più secca e quindi maggiormente infiammabile, creando una condizione perfetta per la combustione di notevoli superfici di terreni, un tempo coltivati e ora ricoperti da vegetazione spontanea. Unica soluzione possibile, la prevenzione, attraverso la migliore tenuta dei terreni, la sorveglianza continua, una politica più attenta all’ambiente.