Una "gravissima situazione" determinata dall’ormai "insostenibile carenza di medici", che ha "pesanti ripercussioni" sulla sopravvivenza di molti reparti
Levata di scudi a difesa dell’ospedale ‘Gravina e Santo Pietro’ di Caltagirone (Catania), alle prese con la “gravissima situazione” determinata dall’ormai “insostenibile carenza di medici”, che ha “pesanti ripercussioni” sulla sopravvivenza di molti reparti, primi fra tutti quelli dell’emergenza. A conclusione della seduta straordinaria e urgente di ieri sera, aperta alla partecipazione di deputati nazionali e regionali e dei sindaci del territorio, il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità un ordine del giorno. “Negli anni – si sottolinea nel documento – si è determinata una sproporzione fra i livelli di copertura delle piante organiche delle aziende ospedaliere delle città metropolitane e quelle dei presidi ospedalieri del territorio e, in particolare, dell’ospedale di Caltagirone”.
“Questa cronica, insostenibile insufficienza d’organico – prosegue l’ordine del giorno – ha un impatto sulle aree di emergenza, pronto soccorso, anestesia e rianimazione, cardiologia-Utic, tanto grave che solo un intervento straordinario dell’attuale Governo regionale e della VI Commissione – Salute, Servizi sociali e sanitari – ha consentito di scongiurare temporaneamente la sospensione già deliberata delle attività dell’Utic e l’esclusione del nostro nosocomio e della popolazione servita dalla Rete cuore”. La richiesta del Consiglio è quella di “un’equa distribuzione del personale fra i vari ospedali dell’Asp di Catania e della creazione, con altrettanta urgenza, dei dipartimenti interaziendali per la copertura delle piante organiche. L’assessorato regionale alla Salute si attivi nell’indire con priorità concorsi per l’assunzione, a tempo determinato o indeterminato, di medici e infermieri per i presidi ospedalieri, come quello di Caltagirone, che hanno una copertura della pianta organica inferiore al 70%”. Non escluso il ricorso ad “azioni di protesta eclatanti” se gli impegni assunti dalla Regione, “prime fra tutte le ‘regole’ per dare attuazione ai dipartimenti interaziendali, non si tradurranno al più presto in realtà”.