Presunta illegittimità della nomina del commissario Portoghese che interviene al QdS: “Sono un dirigente pubblico e in quiescenza come prevede la normativa”
CATANIA – Silenzi, tensioni, colpi di scena. Negli ultimi giorni, Palazzo degli Elefanti è improvvisamente uscito dal convenzionale “grigiore” della gestione straordinaria, con un repentino cambio di passo del commissario Federico Portoghese, il quale dapprima ha rimosso il segretario generale del Comune, Rossana Manno, e poi ha imposto il silenzio a tutti i dirigenti comunali. Un attivismo che però potrebbe già essere sul viale del tramonto: secondo quanto rivela La Sicilia sul tavolo del governatore Renato Schifani sarebbe arrivato un parere negativo dell’Avvocatura della Regione a un quesito richiesto lo scorso 26 agosto dall’assessorato regionale delle Autonomie locali circa il possesso da parte di Portoghese dei requisiti per ricoprire la carica di commissario.
Secondo quanto viene attribuito all’Ufficio legislativo e legale della Presidenza della Regione, infatti, professori universitari, ricercatori e dirigenti delle università statali – qual è Portoghese – non possono essere nominati come commissari degli enti locali dell’Isola e questo, qualora fosse confermato, renderebbe “illegittima” la nomina.
Abbiamo contattato il commissario Portoghese che afferma di avere le carte in regola, essendo “un dirigente pubblico in quiescenza come prevede la normativa”. Il commissario si chiede come mai questa presunta illegittimità sia stata resa nota soltanto ora. “Si tratta di un parere che doveva emergere molto tempo prima – aggiunge -. Mi domando perché non sia emerso quando sono stato nominato alla Città metropolitana, nel febbraio 2022. Salta fuori dopo ben due decreti”.
E anche sul merito il commissario non è convinto: “L’università ha autonomia gestionale, ma i ruoli sono tutti pubblici, un dirigente è pubblicoall’Università come alla Regione o al Comune perché vincitore di un concorso pubblico secondo le regole statali”.
Sulla vicenda è intervenuto nel frattempo il consigliere del M5s Graziano Bonaccorsi: “Situazione assurda, suppongo più unica che rara al Comune di Catania e forse in Italia. Dopo la notizia del licenziamento della segretaria generale Rossana Manno, il colpo di scena sul commissario straordinario Federico Portoghese, che sembrerebbe non avere i requisiti per il ruolo. Situazione incredibile, che merita i dovuti chiarimenti a tutela del Consiglio comunale e degli atti votati in aula per il regolare svolgimento dell’attività. Per questo motivo depositerò formale richiesta di seduta straordinaria di Consiglio per comprendere cosa stia accadendo e quali i potenziali rischi per l’amministrazione e per il Consiglio comunale”.
Il silenzio dei dirigenti
Prima che circolasse l’indiscrezione della presunta illegittimità della nomina di Portoghese, il QdS aveva intervistato il commissario per comprendere le ragioni della nota con la quale ha disposto che i dirigenti debbano passare dal vaglio del commissario o del Capo di gabinetto prima di rilasciare dichiarazioni all’esterno.
“Il fatto – ha detto Portoghese al QdS – è che a volte escono notizie che io non posso controllare e invece è importante che chi ha la responsabilità dell’ente sappia cosa viene comunicato. Nessuno è deputato a dare informazioni sull’ente senza che io lo sappia: non è un bavaglio, è importante però che sulla stampa esca ciò che è concordato ed è una notizia certa”.
“I dirigenti d’altronde – ha aggiunto – non hanno un ruolo di rappresentanza e quindi è bene che quanto comunicato venga concordato con chi ha un ruolo di rappresentante legale dell’ente cioè con me”. Portoghese ha ribadito come non si tratti di un blocco ma solo un modo per dare notizie precise. “In questo ente c’è già confusione – ha spiegato -: in questo modo cerchiamo soltanto di fare ordine. I dirigenti concorderanno con me quanto comunicare ai giornalisti”.
Le reazioni del Consiglio
Quanto deciso dal commissario sarebbe dunque un modo per tenere sotto controllo le comunicazioni degli uffici verso l’esterno. Un aspetto che però non è piaciuto al presidente del Consiglio comunale Sebastiano Anastasi, che ha evidenziato come, dopo la rimozione della segretaria generale Rossana Manno quanto deciso inquieti alcuni consiglieri.
Il commento del presidente Sebastiano Anastasi
“Anche questa notizia l’abbiamo appresa dalla stampa – ha tuonato Anastasi – come accaduto con la rimozione del segretario generale. Un’iniziativa che non capisco: si parla tanto dell’importanza del Consiglio comunale soprattutto in questo momento che il Comune è privo degli organi politici, e invece assistendo a una chiusura nei nostri confronti. Una gestione commissariale è tale, e abbiamo ben capito che noi, come consiglieri, non possiamo aspettarci risposte politiche. A fronte di questo però vedo atteggiamenti che mi sanno poco di gestione commissariale”. Anastasi si riferisce alla rimozione della Segretaria generale. “A pochi mesi dall’elezione del sindaco che a norma ne ha titolarità è un atto che non mi spiego. Sono preoccupato per l’ente che senza segretario o con uno nuovo non so come andrà avanti anche perché si deve organizzare la macchina elettorale”.
La questione comunicazioni
Anastasi è intervenuto anche sulla questione relativa alle comunicazioni. “Oggi si apprende che i dirigenti non possono parlare con la stampa – ha proseguito -: posso capire da parte di un sindaco perché ci sono gli assessori, ma di fronte a una gestione commissariale, con il commissario che è praticamente da solo, non mi sembra una scelta adatta. Noi consiglieri assistiamo a quel che sta succedendo ma non siamo sereni – ha aggiunto: per questo abbiamo inviato una nota al commissario per invitarlo alla riunione dei capigruppo a spiegare alcune cose, compresa questa”.