Il Turismo val bene una messa funebre? - QdS

Il Turismo val bene una messa funebre?

Il Turismo val bene una messa funebre?

Giovanni Pizzo  |
sabato 14 Gennaio 2023

Con un attacco senza precedenti l’ex assessore al Turismo Manlio Messina prende la croce, di aver determinato il danno di immagine alla Regione sulla vicenda Cannes.

Il detto era che Parigi val bene una messa, qua siamo più a sud, Cannes per la precisione, ma sta benedetta ossessione turistica può dare il de profundis ad un governo appena nato? 

Parliamo del governo siciliano of course. Con un attacco senza precedenti l’ex assessore al Turismo Manlio Messina prende la croce, di aver determinato il danno di immagine alla Regione sulla vicenda Cannes, dalle spalle del soldato Ryan Scarpinato, e la butta sul Presidente Schifani. Lui, sostiene Messina, aveva ancora la delega ad interim quando è stata firmata la determina di finanziamento al Sig. Nessuno Nassogne da diversi milioni un tanto al chilo. Lo stesso Schifani reo di aver mandato un atto ispettivo sulle procedure di finanziamento, e di non aver ricevuto l’ex assessore che era andato a Palazzo d’Orleans per un colloquio politico a quattr’occhi. Tutto il gruppo regionale di FdI si schiera a quadrato di Scarpinato e della paventata revoca di delega.

A questo punto il resto della maggioranza, che a dispetto del Parlamento nazionale è decisamente più numerosa dei parlamentari regionali siciliani Meloniani, insorge a mo’ di Vespro siciliano contro le truppe dei Turistici Fratelli. A chiarire la posizione è il capogruppo dei Salviniani, Marianna Caronia, che dichiara una cosa lapalissiana. Se Schifani, che è il capo del governo eletto, viene attaccato viene meno non la maggioranza, ma il governo stesso, e dunque la strada sarebbe il voto dopo solo tre mesi. D’altra parte o ha ragione Schifani, che ha fatto un atto ispettivo dall’esito disastroso, e quindi va via Scarpinato, o hanno ragione a difendere l’assessore i Meloniani, e quindi Schifani è delegittimato. Tertium non datur.

La verità che la lunga gestazione, con diverse forzature, di questo governo regionale finora non ha prodotto ancora nulla, le strutture amministrative sono assolutamente precarie, si è proceduto a proroghe delle postazioni dirigenziali perché non c’è ancora una quadra politica. Ma i problemi dell’amministrazione, e soprattutto dei siciliani, non stanno ad attendere ed i nodi, in primis una finanziaria che in questo clima parte pericolosamente, vengono al pettine.

Il caso Forza Italia è stato predittivo, idem l’elezione del Presidente dell’ARS tramite il soccorso delle opposizioni, una maggioranza numerica non c’è, e con le dichiarazioni di oggi nemmeno una maggioranza politica. E la miccia elezioni a Catania è tra poco pronta ad esplodere.

Inoltre un timer giurisdizionale fa sentire i suoi tic toc, tra procure palermitane, europee e contabili. La GdF fa sequestri che è un piacere, e si scopre che gli squilli di tromba dell’inchiesta di un anno fa, sempre sul turismo, abbiano cambiato spartito. Questo Turismo chi sa cosa nasconde, una volta nella prima repubblica era appannaggio dei più scarsi o dei novizi, era l’assessorato cenerentola davanti alle corazzate Agricoltura e Lavori pubblici. Ci mandavano quelli da punire o i dandy, che non avevano clientele di consenso importanti. Il Turismo non fa voti in Sicilia, vogliamo mettere con i forestali? Ma ora tutti lo bramano come una divinità propiziatoria. Ma se non fa voti che cosa fa? Bella domanda. A cui temiamo che la politica non darà una risposta, ma forse lo faranno le fiamme gialle.

Così è se vi pare.

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