All'ultimo momento il boss avrebbe richiesto un ulteriore intervento del medico
Slitta la prima seduta di chemioterapia in carcere per Matteo Messina Denaro: era tutto pronto nella stanza dove sarà curato, proprio di fronte alla sua cella in modo da limitare potenziali contatti con altri detenuti, ma all’ultimo momento il boss avrebbe richiesto un ulteriore intervento del medico.
In carcere è, quindi, tornato il professor Luciano Mutti, primario del reparto a gestione universitaria dell’ospedale de L’Aquila, che lo ha visto oggi per la seconda volta.
Sempre oggi, ma a Caltanissetta, si è svolta la prima udienza del processo che ha come imputato proprio Matteo Messina Denaro, che poi è stata rinviata al prossimo 9 marzo. Il boss di Castelvestrano arrestato a Palermo alla clinica “La Maddalena” lunedì 16 gennaio ha rinunciato a prendere parte al collegamento video nel processo che lo vede imputato per le stragi mafiose del 1992 di Capaci e via D’Amelio.
Cosa è successo al boss rinchiuso nel carcere de L’Aquila
Secondo quanto si è appreso, sono ancora in corso di approfondimento da parte dei medici del reparto di oncologia dell’ospedale dell’Aquila le valutazioni di documentazione medica in possesso del paziente, risultati di nuovi esami e ulteriori verifiche per stabilire, a questo punto, quando effettuare la somministrazione di chemioterapia.
Una sala chemio allestita in carcere per Messina Denaro
Per Matteo Messina Denaro è stata allestita una stanza “a un metro” dalla cella nel carcere dell’Aquila dove da domani sarà sottoposto alla chemioterapia. Lo apprende l’AGI da fonti della polizia penitenziaria.
Il superlatitante arrestato lunedì a Palermo, nei pressi della clinica “La Maddalena”, dove si sottoponeva a controlli e cure, è stato anche sotto posto a una visita nello stesso carcere dell’Aquila. E, secondo quanto apprende l’AGI, il boss di Castel Vetrano non è affetto da patologie psichiatriche.
Quando è entrato nel penitenziario non aveva con sé abiti di ricambio. Ed è stato il cappellano del carcere a dargli vestiti puliti.
Sempre da fonti penitenziarie si apprende che il boss non vuole vedere la tv. Un televisore è a disposizione nella cella, ma è sempre spento. Non potrà gestire denaro. Non ne aveva quando è entrato per per le sue spese, gli è stato concesso dall’amministrazione un piccolo sussidio.