Menia e il Ddl della “discordia”: è di nuovo polemica sull’aborto - QdS

Menia e il Ddl della “discordia”: è di nuovo polemica sull’aborto

Menia e il Ddl della “discordia”: è di nuovo polemica sull’aborto

Vittorio Sangiorgi  |
sabato 21 Gennaio 2023

La proposta del senatore Roberto Menia di Fratelli d'Italia scatena la levata di scudi a difesa della legge 194

ROMA – Torna prepotentemente d’attualità il dibattito sulla legge 194 e sul diritto all’aborto, tema che aveva già animato il confronto politico durante la campagna elettorale. Ad accendere la miccia, stavolta, è stata la proposta di legge del senatore Roberto Menia di Fratelli d’Italia, volta al riconoscimento giuridico del nascituro. Un riconoscimento che, di fatto, renderebbe illegittima l’interruzione di gravidanza. Inevitabile, dunque, la nuova ondata di polemiche e la “levata di scudi” da parte delle opposizioni e delle associazioni femministe, anche in considerazione del fatto che – in questi primi mesi di legislatura – Forza Italia e Lega hanno presentato simili proposte di legge. In questo contesto assume particolare rilevanza la presa di posizione di Eugenia Roccella, ministro della Famiglia in quota FdI, intervenuta con una dichiarazione lapidaria: “È un’iniziativa personale, non avrà alcun seguito”.

Il governo, dunque, sembra prendere le distanze e altrettanto fa Lucio Malan, capogruppo dei “patrioti” a Palazzo Madama, che afferma: “Si tratta di un atto che rientra nella libertà di mandato e di espressione del senatore Menia. La posizione di Fdi è ben chiara ed è stata espressa più volte dal presidente Meloni, dal partito: noi siamo per il mantenimento così com’è della legge 194. Su questo non c’è nessun dubbio. Comunque venga letto il disegno di legge Menia, questa è la nostra posizione”. Il presidente del Consiglio viene tirato in ballo anche dagli esponenti dell’opposizione che, nel criticare aspramente il Ddl Menia, “mettono all’indice” anche il silenzio sulla vicenda del premier. “Bene che il ministro Roccella abbia liquidato come iniziativa personale il disegno di legge Menia, ma – afferma Elisabetta Piccolotti di Sinistra Italiana, eletta alla Camera tra le fila dei rossoverdi – permangono comunque degli elementi di preoccupazione perché il suo non è l’unico ddl della destra che va in questa direzione. Ci vorrebbe una presa di posizione netta anche da parte del presidente Meloni che aveva rassicurato che la 194 non sarebbe stata toccata ma, a tre mesi dall’inizio della legislatura, questo è già il terzo o quarto progetto di legge presentato da esponenti della destra, un bombardamento rispetto al quale bisogna fare chiarezza”.

Il Movimento 5 Stelle, invece, tramite la capogruppo al Senato Barbara Floridia, ricorda che per i pentastellati “i principi di autodeterminazione e libertà della donna sono intoccabili, e preoccupa vedere che a più riprese la destra li mette in discussione con iniziative pericolose, anche se estemporanee”.
Floridia, poi, evidenzia anche quello che ritiene un dato politico particolarmente rilevante: “Il fatto che il senatore di Fratelli d’Italia sia stato smentito dalla ministra Roccella è emblematico delle spaccature tra governo e maggioranza, anche su temi delicatissimi come questo”. La sensazione è che, anche in virtù del caos scatenatosi in queste ore, la proposta del sentatore Menia rimarrà un’iniziativa personale e che non sarà dunque sposata dal Governo.

La posizione dell’Esecutivo, infatti, al momento non si discosta da quella espressa più volte da Giorgia Meloni, che ha puntato i riflettori sulla piena applicazione della legge 194. Un concetto ripreso dal deputato Udc Lorenzo Cesa: “È un tema che merita una seria riflessione senza schemi pregiudiziali a tutela del nascituro che deve essere tutelato senza se e senza ma. E se oggi dobbiamo affrontarlo è a causa della non applicazione della legge 194 nella parte in cui si prevede l’intervento dello Stato per sostenere le donne che non intendono abortire. Il mio auspicio è che si apra un dibattito leale, senza pregiudizi su un tema che merita un approccio laico”. Certo è che alcune frange del centrodestra, parlamentari e non, vedrebbero di buon occhio evoluzioni in senso “restrittivo” della legislazione sull’aborto, come ad esempio l’ex senatore leghista Pillon che ha criticato aspramente il dietrofront del ministro Roccella. Ma, lo ribadiamo, al momento nulla lascia pensare che il Governo si intesti simili battaglie.

Le prossime settimane ci diranno come evolverà la situazione e quale sarà il destino dei Ddl della “discordia”. Da parte nostra, senza voler entrare nel merito della questione, evidenziamo come – ancora una volta – il dibattito su un tema tanto importante quale l’aborto, rischi di avvitarsi – su ambo le sponde politiche – in sterili confronti animati da logiche strumentali. La strada da seguire, qualora si aprisse davvero un confronto di ampio respiro, dovrà essere sicuramente un’altra.

Tag:

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017