Le underdog in un paese di gatti - QdS

Le underdog in un paese di gatti

Le underdog in un paese di gatti

Giovanni Pizzo  |
martedì 28 Febbraio 2023

Da Femmine vs Maschi, come nei filmetti di Brizzi, siamo passati a Donne vs Donne. E i maschi? A fare i fuchi, probabilmente.

Vince Elly, la non iscritta, la non bruciata dalle tradizioni comuniste e democristiane, la più differente, e quasi estrema, rispetto alla classe dirigente del PD.

Il gruppo parlamentare è profondamente diverso da lei, i sindaci del territorio hanno quasi votato tutti Bonaccini, gli iscritti erano con il governatore emiliano, ora il problema sarà la linea. Se lei non tiene sulla linea che ha convinto coloro che sono andati a votarla perderà immediatamente l’appeal. Cosa che non succede, anche quando dragheggia, all’altra underdog, Giorgia, che oggi ha in mano la colla del potere.

Ma se Elly terrà con convinzione la sua linea internazionale, di forte ed esclusiva rivendicazioni di diritti, civili e salariali, perderà quella parte, soprattutto sindaci come Gori, Nardella, Gualtieri, che hanno un profilo decisamente più riformista. Inoltre Bonaccini, che ieri è stato leale nella sconfitta, sarà la scansione giornaliera dei distinguo già da domani. Cosa che provocherà un cortocircuito tra il sentiment, spesso ondivago, di votanti da televoto ormai, e la politica nei luoghi deputati.

Più che una scissione si può prevedere una diaspora di tanti referenti locali, tweet dopo tok, esternazione dopo dichiarazione, verso un campo ancora indefinito.

Il bivio saranno le Europee ma i giochi, per gli addetti ai lavori si faranno prima, in estate.

Non è facile la vita da underdog in un paese gattaro, pigro, e che attende sempre croccantini sotto forma di prebende di nicchia. Avere una visione globale, innovativa, dirompente, crea sempre ceti diffidenti e benaltristi.

Già oggi coloro che dietro le quinte, Franceschini, Orlando, Bettini, tenteranno giochi interni di alleanze e compromessi per tenere insieme l’orpello chiamato PD. Ci sono le Europee e bisogna tenere tutti buoni, servono i voti di preferenza. Ma la logica del compromesso è proprio quella bocciata dagli elettori della Schlein, che vogliono scelte chiare, univoche e trasparenti.

Il banco di prova sarà subito la segreteria ed i nuovi capigruppo. Lì si vedrà la rotta, i volti, le istanze del vento Schlein

Questa per il PD è l’ultima regata, la boa sono le europee, e la bolina è molto stretta. Dopo questa prova è probabile che non resista più nemmeno il nome e l’orientamento strategico di fondo. Si deciderà non per scelta dirigente, ma per scelta degli elettori, se essere carne o pesce.

L’altra underdog al comando guarda questo campo interessata. La sua vicenda politica è speculare. Da Femmine vs Maschi, come nei filmetti di Brizzi, siamo passati a Donne vs Donne. E i maschi? A fare i fuchi, probabilmente.

Così è se vi pare.

Giovanni Pizzo

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