Vera guerra fra Usa e Cina
I cittadini vedono che la guerra in Europa è fra Russia e Ucraina. Ma, a pensarci bene, la vera guerra è fuori da quel territorio ed è fra Biden, il leader della più antica democrazia del mondo, cioè gli Usa, e Xi Jinping, leader della più popolosa nazione della Terra, ovvero la Cina.
I due colossi non intendono fronteggiarsi direttamente con le armi, ma la guerra competitiva fra essi è nell’economia e soprattutto nel mercato.
Gli Usa hanno un terrore folle di vedere raggiungere il loro Pil da quello cinese entro il 2030, perché verrebbe abbattuto il mito del Paese più ricco del mondo. D’altra parte, la Cina intende raggiungere questo obiettivo e fa ogni sforzo, non dimenticando nulla.
In mezzo ai due colossi, l’Europa – formata da Unione europea e Russia – fa la parte del vaso di coccio, anche perché il Pil non è in crescita come quello degli altri due Paesi; mentre la disunione dei ventisette Stati membri impedisce tale crescita.
Cos’hanno pensato Biden e Xi per eliminare il possibile e temibile concorrente del terzo polo europeo? Quello di creargli nel cuore una guerra. Per cui essi si fronteggiano con la vita dei popoli ucraino e russo, almeno per quella parte che vive nelle regioni contese.
Cosicché, si minacciano vicendevolmente per interposta persona, in modo che non vengano messe in discussione le loro armi.
Mentre gli Usa ne inviano parecchie a Zelensky, seppure di portata territoriale limitata (non forniscono infatti né caccia, né missili), la Cina sembra che si appresti a rifornire gli armamenti russi per bilanciare quelli americani.
In mezzo, concretamente c’è il popolo ucraino, che sta soffrendo terribilmente, tenuto conto che quasi metà della popolazione vive nelle stazioni metropolitane in condizioni disumane e ha tanta voglia di ritornare alla normalità, il che è assolutamente giusto e non vi può essere alcuna motivazione che impedisca tale ritorno alla vita precedente.
Tutti invocano la Pace, ma non pare che i due contendenti, cioè Usa e Cina, la vogliano, forse perché non gli conviene. Per cui sarebbe opportuno che la stessa Ue prendesse l’iniziativa di aprire una stanza e riunire attorno a un tavolo i contendenti, per verificare chi ha davvero la volontà di arrivare alla Pace.
Ora, è molto difficile portare in quella stanza Putin e Zelensky se non vi è un punto di partenza che preveda la possibilità dell’assegnazione dei territori delle regioni contestate.
Dal punto di vista storico esse appartenevano alla Russia e gran parte della popolazione attualmente è russofona. Dunque, le origini non consentono di pensare che tali territori siano ucraini doc, con la conseguenza che le rivendicazioni di Zelensky sono estremamente deboli.
Proprio sulla possibilità di trovare una soluzione per questi territori – che potrebbero diventare un cuscinetto fra la Russia e l’Occidente – verte il piano in dodici punti presentati da Xi, su cui c’è già il consenso di Putin, ma non quello di Zelensky.
È notizia di queste ultime settimane la condanna dei disertori ucraini, che la stampa occidentale non ha considerato riprovevole. Non comprendiamo perché invece sia riprovevole la condanna dei disertori da parte di Putin.
Delle due l’una: o è riprovevole la condanna o non la è, ma per entrambi e non solo per uno dei due.
La verità è che i burattinai scherzano con la guerra che fanno gli altri, ma anche i burattini non si rendono conto che la guerra fa male. Non si capisce come Zelensky non abbia a cuore la sua popolazione, oggetto di enormi sofferenze, e non si capisce come tanti governanti dei ventisette Paesi dell’Unione europea non si rendano conto di come stiano danneggiando i Paesi a più alto debito pubblico con le insensate sanzioni economiche alla Russia, di cui è stato presentato in questi giorni il decimo pacchetto.
Dai dati statistici rilevati a livello internazionale risulta con chiarezza che queste sanzioni hanno fatto gravi danni all’Unione europea e pochi danni alla Russia, che nel 2023 vede il suo Pil in crescita, una crescita pressoché uguale a quella dell’Unione europea.
Non solo occorre buona volontà, ma anche buonsenso e rispetto della vita delle persone, rispetto che fino a oggi è mancato. Non è mai troppo tardi perché i contendenti, tutti, rinsaviscano e ritornino il prima possibile alla normalità, la benedetta normalità.