In campo la community di chi soffre per le sequele del virus
Era il marzo del 2020, il nuovo coronavirus colpiva duro e molti fra coloro che si contagiarono allora non sono mai usciti dal tunnel: malati mai guariti, pazienti Long Covid alle prese con stanchezza cronica, respiro corto, nebbia cerebrale, difficoltà nelle normali attività quotidiane. In tre anni sono diventati un esercito mondiale, dagli Usa si sono mobilitati sui social e ora chiedono attenzione lanciando il Long Covid Awareness Day, una Giornata internazionale della consapevolezza sul Long Covid, che celebreranno mercoledì 15 marzo.
Eventi di sensibilizzazione online e spazi informativi via Twitter
L’iniziativa prevede eventi di sensibilizzazione online e spazi informativi e di supporto via Twitter. Sui social media la community Long Covid pubblicherà immagini in bianco e nero di qualcosa che le sequele dell’infezione hanno reso difficile o impossibile fare, accompagnate dagli hashtag #LongCovidAwarenessDay e #LongCovid. La missione è riunire le persone colpite dalla sindrome e i loro sostenitori, e aumentare la consapevolezza su questa malattia dopo la malattia. L’onda lunga di Sars-CoV-2, che se n’è andato però ha lasciato il segno.
L’idea lanciata da paziente prima ondata
A lanciare l’idea di una giornata dedicata è stata Angela Laffin, paziente della prima ondata Long Covid. Nel gennaio scorso, dal divano di casa, ha dato vita a un movimento che cresce e che presenterà una petizione affinché le Nazioni Unite riconoscano ufficialmente il 15 marzo Long Covid Awareness Day. Con tanto di nastro simbolo, un ribbon tricolore disegnato da Tracey Thompson, un’altra voce della prima generazione Long Covid. C’è il grigio a simboleggiare la tristezza della pandemia, il nero della solitudine di chi dal contagio in poi non ha mai smesso di soffrire, e c’è il verde acqua della speranza