Sovra-indebitamento, usura, accessibilità al credito, azzardo e media i temi della tavola rotonda della Consulta Nazionale Antiusura San Giovanni Paolo II.
Le Fondazioni Antiusura costituiscono un sistema solido nell’attività di prevenzione del reato di usura e di sostegno di persone e famiglie in difficoltà economiche. Affiancano le vittime nelle problematiche tecnico-giuridiche che si presentano nel difficile percorso di denuncia dell’usuraio.
Sovra-indebitamento, usura, accessibilità al credito, azzardo e media. Questi i temi della tavola rotonda “L’azione delle Fondazioni Antiusura per promuovere la dignità umana in questo tempo di crisi. Ruolo dei Media, tra informazione e formazione”, che si è tenuta a Bari, organizzata a Bari dalla Consulta Nazionale Antiusura San Giovanni Paolo II.
Fondazioni Antiusura in azione contro povertà e indebitamento
“Il sovra-indebitamento di famiglie e imprese è il tema che più ci preoccupa in questo tempo di crisi economiche, per il quale abbiamo gli strumenti adeguati per intervenire, ma spesso risultano sconosciuti. Le Caritas e le Fondazioni Antiusura assistono quotidianamente a un processo di impoverimento di famiglie e imprese che sta aumentando a causa dell’inflazione, della crescita del prezzo dell’energia e della pandemia. Il fenomeno è in aumento in tutto il Paese, e sta prendendo in ostaggio persone e imprese. Occorre evitare che si usino strumenti finanziari in modo indiscriminato perché la condizione di sovraindebitamento è l’anticamera dell’’usura”.
“Le persone pensano di risolvere o affrontare i problemi quotidiani rivolgendosi alle finanziarie e al credito al consumo. Fanno il passo più lungo della gamba e poi finiscono nella trappola dell’usura o dell’azzardo, in cui ci sono palesi interessenze della criminalità organizzata. Il presupposto è che se agiamo in tempo e facendo rete tra le associazioni, il mondo delle istituzioni e del credito legale, è possibile porre degli argini al sovra-indebitamento e all’usura. I media hanno un ruolo importante affinché l’informazione sia anche pedagogica. Determinare spazio alla notizia significa dare significato al fenomeno, inquadrarlo, collocarlo nel divenire della storia”.
Lo ha dichiarato Luciano Gualzetti, presidente della Consulta nazionale antiusura San Giovanni Paolo II.
Il ricordo di don Alberto Urso
“Mi spiace e mi addolora la mancanza di don Alberto D’Urso, recentemente scomparso, che tanto aveva operato in vita per la lotta all’usura. Quello delle Fondazioni Antiusura è un ruolo imprescindibile dalla forte connotazione educativa e di sostegno a comportamenti sociali che segnano la vita di molti. Abbiamo il dovere morale di continuare a batterci perché la dignità di tanti fratelli caduti, nell’inganno mortale dell’usura, possa trovare riscatto, sapendo fare delle nostre ondazioni spazi di trasparenza, ascolto e condivisione, dove il prendersi cura divenga sostegno al malcapitato e denuncia al malaffare”, ha dichiarato Monsignor Giuseppe Satriano, arcivescovo di Bari-Bitonto, incontrando i presidenti delle Fondazioni associate alla Consulta.
Usura e racket, allarme nazionale
“La situazione di usura e racket al momento è allarmante, le operazioni di polizia giudiziaria ne danno dimostrazione. Quello che non corrisponde a questo sforzo sono le denunce delle vittime. La denuncia è il fulcro della normativa perché solo chi denuncia ha accesso alle facilitazioni che la legge 108/96 riconosce in favore delle vittime di usura ed estorsione”, ha detto Maria Grazia Nicolò, commissario straordinario del governo per il coordinamento delle iniziative anti racket e anti usura. Ma la denuncia è importante anche per rompere il circuito perverso che inevitabilmente lega la vittima alla criminalità. Il prefetto di Bari, Antonella Bellomo, ha aggiunto che “ci sono diverse categorie a rischio. Gli strumenti che ci sono vanno bene, ma l’opinione pubblica andrebbe sensibilizzata sul tema delle denunce anche attraverso le associazioni di categoria”.
Nell’ambito dell’Assemblea della Consulta Nazionale Antiusura sono stati presentati i risultati della ricerca svolta dall’Università Cattolica, dal titolo “Il Fondo per la prevenzione dell’usura e il ruolo delle Fondazioni Antiusura come enti gestori”. La ricerca ha evidenziato anche le criticità del Fondo per la prevenzione previsto dalla legge 108/1996. Il rapporto è stato illustrato dalla professoressa Antonella Sciarrone Alibrandi, sottosegretario del Dicastero per la Cultura e l’Educazione della Santa Sede, direttore dell’Osservatorio sul debito privato dell’Università cattolica e ordinario di Diritto dell’economia, e dall’avvocato Virginia Giocoli, ricercatore dell’Osservatorio sul debito privato dell’Università cattolica del Sacro Cuore.
Fondazioni antiusura, un “sistema solido”
Tra gli altri temi, è emerso che le Fondazioni antiusura costituiscono un sistema solido. Dalla loro costituzione e nel corso degli anni hanno operato e operano in modo capillare sul territorio, nell’attività di prevenzione del reato di usura e di sostegno di persone e famiglie in difficoltà economiche. Nei casi di usura accertata, la Consulta e le Asf possono essere di aiuto nel promuovere le denunce da parte di chi è vittima degli usurai. Un gruppo di professionisti affianca le vittime nelle problematiche tecnico-giuridiche che si presentano nel difficile percorso che la vittima che denuncia l’usuraio deve affrontare. Viene anche fornita assistenza nella richiesta del mutuo al commissario straordinario antiusura ex art. 14 in collaborazione con la Prefettura. All’esito dell’indagine svolta, “le Asf mostrano elevata capacità ed efficienza nella gestione delle risorse assegnate (da ritenersi, in termini di performance, persino migliori di quelle dei Confidi)”.
In merito al sistema creditizio, inoltre dalla ricerca si evince che a fronte della notevole capacità operativa sul territorio mostrata dalle Asf, vi sono comunque alcune criticità nel funzionamento del Fondo di prevenzione ex art 15 (in parte correlate al funzionamento del Fondo di solidarietà ex art. 14) che si possono definire “di sistema”. Innanzitutto, “è emerso in modo pressoché univoco che il rapporto con le banche sia complesso”.
I problemi e le prospettive future
Oltre al problema dei tempi per la conclusione dell’istruttoria da parte degli istituti bancari “troppo lunghi”, “nel corso degli anni l’adozione di protocolli e convenzioni a livello locale tra le Associazioni e Fondazioni antiusura e gli istituti bancari non si è sempre tradotta in prassi efficaci”. Sussiste d’altronde “un gap tra le richieste di garanzia accolte dalle Asf e i mutui effettivamente erogati dalle Banche, a conferma di un maggior grado di severità delle istruttorie delle banche”.
Il dottor Giustino Trincia, Consigliere della Consulta Nazionale Antiusura San Giovanni Paolo II, ha sottolineato che “quando si parla di sovra-indebitamento e accesso al credito occorre chiamare in causa, oltre alle nostre fondazioni e alle banche, anche altri attori, che sono più che mai decisivi per aprire con la massima urgenza una nuova e molto più efficace stagione di prevenzione e di contrasto a fenomeni patologici tra loro purtroppo sempre più collegati: azzardo, sovra-indebitamento e usura. Mi riferisco alle forze politiche e alle istituzioni, perché è da anni che chiediamo norme, regolamenti, disposizioni, molto più adeguate rispetto a quelle di 27 anni fa. Ci son normative, soprattutto quelle europee, che complicano la vita delle Fondazioni antiusura”.
“Il nuovo Protocollo di intesa per il contrasto dell’Usura vede un ruolo prioritario delle banche a presidio della legalità. È continuo il dialogo con le Fondazioni antiusura, anche all’interno dell’Osservatorio antiusura. È importante un’azione preventiva e che coinvolga tutti gli attori per contrastare il sovra-indebitamento. Le banche svolgono questo ruolo preventivo già quando istruiscono le pratiche di prestito. Inoltre è importante una maggiore diffusione dell’educazione finanziaria. Infine, nel momento in cui si manifestano i primi sintomi di difficoltà è necessario avere a disposizione tutti gli strumenti per agevolare la sostenibilità dei debiti, prevedendo anche un adeguamento delle normative di vigilanza definite a livello europeo che rendono difficile utilizzare la ristrutturazione dei debiti”, ha aggiunto il Dott. Gianfranco Torriero, Vice Direttore Generale Vicario dell’Associazione Bancaria Italiana.
“Antesignane sono state le Fondazioni Antiusura nel prendere posizione contro il dilagare dell’azzardo e nel manifestare angoscia per l’estendersi dell’azzardo-patia. Non possiamo non essere severi con lo Stato e i Governi. L’azzardo non è un gioco, per questo si deve dire azzardopatia, non ludopatia. Non è un’impresa che produce beni. Non si prende cura dei cittadini. Crea dipendenza. Svena le risorse indispensabili alle persone e alle famiglie”, ha fatto presente Don Basilio Gavazzeni, Vice Presidente della Consulta Nazionale Antiusura San Giovanni Paolo II.
Il dramma del gioco
Secondo i dati della ricerca esplorativa ISS illustrati dal professor Maurizio Fiasco, a fronte di una raccolta complessiva dello Stato nel 2022 ( fisico e on line) di 140 miliardi di euro, giocano almeno una volta in un anno circa 18 milioni e mezzo di persone, dei quali sporadicamente 13 milioni e 435mila. Mentre 5,1 milioni sono abitudinari al rischio di cui un milione e 500mila problematici.
“In questi anni è stato fatto tanto dalle associazioni e dal mondo del volontariato per contrastare e per assistere le famiglie imprigionate dall’azzardo, ma è giunto il momento di chiedere a gran voce una legge quadro condivisa che accolga le istanze delle Fondazioni Antiusura, della campagna ‘Mettiamoci in Gioco’, dell’Osservatorio sull’azzardo della Commissione antimafia”, ha dichiarato Don Armando Zappolini, portavoce nazionale della Campagna “Mettiamoci in gioco”.
Per Daniele Acampora, presidente della Fondazione Antiusura Exodus ‘94 – Castellammare di Stabia, il ruolo delle associazioni presenti sul territorio è nell’intercettare prima degli usurai lo stato di bisogno delle persone indebitate, purtroppo spesso arriviamo che le persone sono già entrate nel ciclo vizioso usura-azzardo da cui uscirne è complicato”. “È giunto il momento di passare dalla fase dell’assistenzialismo, alla fase della promozione della persona. E lo dobbiamo fare tutti insieme cambiando lo sguardo. È necessario fare rete tra coloro che lottano contro la diffusione dell’azzardo. Caritas italiana è disponibile a camminare insieme alle Fondazioni Antiusura e alla campagna ‘Mettiamoci in gioco’ per arginare il più possibile il fenomeno e intercettare quel costo sociale dell’azzardo, che comprende la dignità delle persone, che sfugge alle statistiche, ma che ha un grande peso sulla convivenza civile e democratica del nostro Paese”.
“Nessuno si salva da solo”, ha concluso Don Marco Pagniello, Direttore della Caritas Italiana.