Istituto San Francesco di Sales di Cibali. Dalla formazione dei giovani allo sport in Costituzione: tanti i temi al centro del dibattito promosso da Catania Rossazzurra
CATANIA – Nella settimana in cui la città ha festeggiato la promozione del Catania SSD in Serie C, il dibattito sport e legalità è entrato all’interno dell’Istituto San Francesco di Sales grazie all’evento organizzato da Catania Rossazzurra “Il calcio e lo sport in generale come educazione alla legalità”. Al teatro Don Bosco dei Salesiani di Cibali il preside Don Vincenzo Timpanaro e il presidente dell’associazione Catania Rossazzurra, Enzo Ingrassia, hanno dato il benvenuto a centinaia di studenti. Ovazione per Don Timpanaro, che ha legato i numeri della storia dell’istituto salesiano alla Catania calcistica. “Sessantasette erano gli anni di attività del Calcio Catania 1946, centotrentadue quelli del nostro istituto, la somma fa centonovantanove. Siamo quindi vicini al duecento, che è proprio il numero dei giorni in cui Catania è stata lontana dalla Serie C. Lo sport è una delle “armi pacifiche” lasciate da Don Bosco per educare i ragazzi. Educazione vuol dire presenza di valori ed i valori sono importanti per essere buoni cittadini. Uomini e donne legati alla legalità e attraverso lo sport al rispetto degli altri”.
Di “splendido profumo di gioventù” ha parlato l’avvocato Ingrassia ricordando la missione di Catania Rossazzurra: “Riconosciamo nel calcio qualcosa di più di una palla che rotola sul campo. La nostra associazione nasce dalla passione di alcuni tifosi che sostengono il Catania per Catania. Insieme vediamo nel calcio un valore sociale che può contribuire a migliorare la città”. Per una congiuntura particolare l’appuntamento si è svolto a ventiquattro ore dall’approvazione all’unanimità da parte della Commissione Affari Costituzionali della proposta di legge che permetterà l’ingresso dello sport in Costituzione. Il testo andrà alla Camera il prossimo mese per espletare l’iter della doppia approvazione. La modifica dell’articolo 33 impegnerà lo Stato e gli enti pubblici a promuovere l’attività sportiva quale principio costituzionale.
L’argomento è stato approfondito da Felice Giuffrè, docente di Diritto Pubblico e componente del Consiglio superiore della magistratura. “C’è un nesso importantissimo tra sport, legalità e Costituzione, tanto da vedere lo sport pronto ad essere inserito nella nostra carta fondamentale. La Costituzione si occupa di salute, indica vincoli di solidarietà, si occupa di legalità, tutti concetti riannodati allo sport. Il Parlamento sta lavorando per inserire l’attività sportiva tra le finalità che la Repubblica dovrà perseguire. Lo sport garantisce già il diritto alla salute, fisica e psicologica, e traccia un percorso educativo necessario per comprendere le regole di funzionamento della società. È un passaggio molto importante perché, proprio le regole – ha spiegato ai giovani Giuffrè – vanno rispettate non solo per paura della sanzione”.
Lo sport è considerato uno specchio della società, parte del quotidiano degli italiani, come ha ricordato il presidente dell’Ordine degli Avvocati, Antonino Di Stefano. “Spesso ci esprimiamo con metafore sportive, ‘ci siamo salvati in corner’, nella politica si parla di ‘discesa in campo’. Questo modo di esprimerci dimostra quanto lo sport sia dentro la nostra vita, ma ultimamente con episodi negativi come accaduto a Napoli”. Di Stefano ha ricordato agli studenti la “staffetta” Gino Bartali, durante la seconda Guerra Mondiale in sella alla propria bici per far viaggiare documenti necessari a salvare cittadini di origini ebraiche. “Quella era una situazione in cui la legge non era espressione della giustizia, ma uno sportivo sa che il diritto si manifesta quando include tutti e non esclude nessuno”.
Catania Ssd è intervenuta con il vice presidente Vincenzo Grella e il dg Luca Carrara. “Siamo molto attenta al rispetto delle regole – ha dichiarato Grella – perchè crediamo sia l’atteggiamento giusto per vincere nel tempo e non per un anno”. Il dg Carra ha invece ricordato l’importanza del rispetto: “Gesù ha lasciato una regola che potrebbe permetterci di fare a meno di tutte le altre: non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te. Basterebbe questo per vivere in pace”. Poi un appunto sulla Mano de Dios, il gol di mano segnato da Maradona nel 1986 contro l’Inghilterra: “Non è un esempio per il mondo del calcio – ha detto Luca Carra -, bravo e fortunato perchè non lo hanno visto”.