Il Governo ripone nel cassetto la riforma delle pensioni. Nessuna menzione all'interno del Def, ecco cosa potrebbe accadere.
E alla fine la riforma non si fece, almeno per quest’anno. All’interno del Def (Documento di Economia e Finanza) pubblicato per la prima volta dal Governo Meloni non c’è traccia della riforma pensionistica sbandierata a più riprese negli scorsi mesi durante la campagna elettorale.
A essere pignoli, nelle numerose pagine realizzate dal Ministero dell’Economia è presente soltanto un passaggio nel quale si fa riferimento a non meglio specificati “interventi in materia pensionistica” che sono inclusi tra i 21 disegni di legge connessi “alla decisione di bilancio” a completamento della “Manovra 2023-2025”.
La frase appare per una volta all’interno della Sezione I del Programma di Stabilità. Nessun riferimento altrove, così come non emergono ulteriori dettagli sulle misure che l’esecutivo avrebbe intenzione di mettere in atto per sostenere la riforma delle pensioni.
Cancellata anche Quota 41
Allo stesso modo, nel documento, non si fa menzione di Quota 41, la proposta avanza dalla Lega e che sarebbe dovuta entrare in vigore a partire dal 2024. In base al progetto di riforma suggerito dal partito di Matteo Salvini, tale misura avrebbe dovuto garantire al lavoratore l’accesso alla pensione con 41 anni di contributi a prescindere dall’età.
Dimenticanza fortuita o accantonamento voluto? La verità è che, al momento, il Governo non sembra disporre delle risorse economiche necessarie per provvedere alla riforma del sistema pensionistico. Con l’introduzione di Quota 41, infatti, lo Stato sarebbe costretto a sborsare circa 4 miliardi di euro. Una spesa ritenuta insostenibile.
Pensioni, spesa in aumento nei prossimi anni
Alla luce di questo rinvio vi è il dettaglio della spesa pensionistica che, nel corso di questi anni, è cresciuta a dismisura. Nel Def si sottolinea come le stime per l’anno 2023 relative alla spesa pensionistica siano in aumento del +7,1% e che tali previsioni sono destinate ad aumentare anche negli anni successivi.
La previsione “tiene conto del numero di pensioni di nuova liquidazione, dei tassi di cessazione stimati sulla base dei più aggiornati elementi, della rivalutazione delle pensioni in essere ai prezzi (pari, per l’anno 2023, a 7,3%), delle ricostituzioni degli importi delle pensioni in essere“.
Ipotesi prolungamento Quota 103
Con le casse che piangono e una previsione di spesa destinata a crescere, il Governo potrebbe quindi decidere di prorogare anche per il 2024 l’attuale Quota 103 attraverso la futura Legge di Bilancio. La misura, introdotta con il Governo Draghi, prevede l’uscita dal lavoro a 62 anni d’eta e 41 anni di contributi.
Ogni discussione sulla riforma delle pensioni potrebbe comunque essere rinviato dopo l’estate, così come affermato dalla ministra al Lavoro e alle Politiche Sociali, Marina Calderone a commento del Def. “Gli interventi dovevano essere contemperati per quelle che erano le disponibilità di bilancio, confido che subito dopo l’estate ci sia la possibilità di aprire a un primo approccio di una riforma che vedrà la luce in tempi un pochino più lunghi. Ho già costituito il nucleo per la spesa previdenziale per portarci avanti con il lavoro”, ha fatto sapere la ministra.