Si attende l’aggiudicazione degli interventi per il primo lotto, poi il cantiere verrà aperto entro 45 giorni. La previsione è di riqualificare l’edificio ottocentesco in meno di tre anni
CATANIA – Proposte consegnate, adesso si attende l’aggiudicazione dei lavori per il primo Lotto. Passi in avanti per la realizzazione del Museo dell’Etna nel Padiglione San Marco dell’ex ospedale Vittorio Emanuele di Catania che, su decisione dell’ex presidente della Regione, Nello Musumeci, darà nuova vita dello storico edificio che ospitava il nosocomio dismesso dal 2019. Il bando di gara indetto dalla Regione per il “Restauro, rifunzionalizzazione e allestimento del padiglione nell’area ex presidio ospedaliero Vittorio Emanuele di Catania”, è scaduto lo scorso 4 aprile. Non appena sarà aggiudicato, i lavori per un importo di circa 14 milioni di euro dovrebbero partire entro 45 giorni e durare circa 900 giorni. Al termine dei quali, Catania si troverà ad avere uno spazio espositivo modernissimo, nel cuore storico della città, recuperando contestualmente un edificio dall’elevato valore storico e architettonico. Come si legge in premessa nel progetto.
Il vecchio edificio
La realizzazione del museo dell’Etna intende infatti non solo valorizzare uno degli elementi più affascinanti dell’intero territorio siciliano, ma anche restituire una parte importante del patrimonio storico e immobiliare alla città.
Il Padiglione San Marco risale infatti all’Ottocento: venne edificato in quello che era all’epoca parte del giardino del Monastero dei Benedettini che si trova a pochi metri. “A partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso, l’edificio ottocentesco è stato più volte trasformato sia al suo interno che all’esterno – si legge nella relazione generale. È stato sopraelevato di un piano e sono stati aggiunti una serie di volumi incongrui che hanno sconvolto l’assetto tipologico, e condizionato in senso negativo l’immagine di questa porzione del centro storico di Catania. Questi dati di partenza – prosegue il documento – hanno indirizzato l’intera progettazione verso la ricerca di soluzioni rispettose del contesto storico, mediante un restauro e una rifunzionalizzazione che mettono al centro l’edificio storico e i sui elementi di pregio”.
I lavori di restauro
Il restauro prevede, dunque, interventi conservativi, “minimamente invasivi e al massimo reversibili, capace di rallentare i processi di degradazione dei materiali e dissesto delle strutture se l’avevano guardando anche il potenziale di informazioni che in tempi successivi potrà ancora fornire”. L’intervento permetterà di rimuovere le superfetazioni, sia all’interno che all’esterno: “tramezzature, controsoffitti e piani ammezzati di recente costruzione, mentre all’esterno si propone la demolizione di tutte le superfetazioni addossate all’edificio. La demolizione dei volumi addossati alle testate verso Sud si rende necessaria non solo perché deturpano l’edificio originario, ma anche perché i corpi scala in cemento armato e hanno rampe non a norma”.
Il museo
Saranno tre le aree in cui sarà suddiviso il nuovo spazio: il Lotto uno prevede il Museo dell’Etna, suddiviso in più piani, mentre il Lotto 2 prevede, per quanto riguarda l’ala Ovest, la realizzazione di un auditorium da 125 posti circa, di una caffetteria ristorante e, ai due piani superiori, la Galleria per le Mostre Temporanee. Nell’ala Ovest, i laboratori e uffici dell’Accademia delle Belle arti. Il progetto prevede anche la copertura della corte interna dell’edificio perché diventi “uno spazio strategico con ingresso libero, aperto verso la città, che ospiterà al suo interno e nei locali adiacenti tutte le funzioni per l’accoglienza”.
Infine, la grande corte che si affaccia verso Sud sarà interamente riqualificata con delle aree a verde, percorsi accessibili e comode sedute, perché resti aperto agli studenti, ai visitatori, agli abitanti del quartiere e, in generale, alla città.