Da sfidante di Schifani a ipotetica nuova alleata del governatore: il possibile passaggio a Forza Italia dell'eurodeputata fa discutere
La notizia – ricordiamo: ancora non confermata dalla diretta interessata – dell’addio di Caterina Chinnici al Partito Democratico e del suo presunto imminente passaggio a Forza Italia, in casa Dem è stato avverti come un terremoto politico.
Può sembrare una metafora esagerata, ma la misura dell’importanza di questo avvenimento è data dal numero di bocche cucite tra i dirigenti del Pd: nessuno, al momento in cui scriviamo, ha voluto commentare la notizia.
E, tra i Dem che parlano, tutti chiedono l’anonimato. Tra le tante riflessioni, ne viene fuori una: perché tutto questo trambusto sul presunto addio della Chinnici?
Intanto perché si parla della è ex candidata alle regionali, la sfidante numero uno di Renato Schifani, che ora diventerebbe sua alleata. E sorprende non per quello che lei, figlia del magistrato ucciso dalla Mafia, rappresenta. Ma perché evidenzia l’errore strategico di quel gruppo dirigente che, qualche mese fa, l’ha scelta come candidata.
La parabola della Chinnici
La prima candidatura dell’eurodeputata arrivò nel maggio del 2014. Un’operazione nata dal gruppo dirigente del Pd siciliano di allora, Antonello Cracolici in testa. Chinnici venne contattata dall’ex parlamentare regionale Lillo Speziale, che le propose la candidatura da contrapporre a quella di area renziana dell’ex sindaco di Lampedusa Giusy Nicolini.
Ma il nome Chinnici era troppo autorevole per creare polemiche alla luce del sole, e infatti alla fine fu sostenuta da tutto il gruppo dirigente, renziani compresi. Dopo cinque anni a Bruxelles, la seconda candidatura è arrivata senza particolare enfasi, e già una grossa fetta del Partito Democratico non era più entusiasta. Fu Area Dem, l’area facente capo a Giuseppe Lupo, stavolta, a spingere per la sua candidatura.
Finché sono arrivate le regionali. Con la campagna elettorale alle porte e un nuovo alleato in coalizione (il Movimento 5 Stelle), il segretario regionale del Pd, Anthony Barbagallo, decide di puntare ancora su Chinnici per battere i 5 stelle alle primarie di coalizione. Il segretario Dem sosteneva infatti che solo un nome autorevole come quello dell’eurodeputata potesse dare filo da torcere ai grillini. Ma questo non fu certo l’unico ragionamento.
“Volevano ammazzare ogni velleità locale”, commenta qualcuno dal Pd.
I boatos, infatti, raccontavano di una “conta interna” portata avanti dal segretario regionale Barbagallo e dall’ex vicesegretario nazionale Peppe Provenzano: “poiché sul nome della Chinnici nessuno poteva avere da ridire, lei diventò uno strumento di lotta interna al Pd: nessuno voleva riconoscere ai compagni di partito il vantaggio di fare il candidato, quindi meglio perdere tutti che fare vincere uno di noi”.
Un’operazione che oggi, chiaramente, al partito si è rivoltata contro.
Cosa c’è in ballo?
Il passaggio dell’eurodeputata in Forza Italia pare sia stato orchestrato direttamente da Antonio Tajani, cosa che farebbe pensare ad un ruolo importante nel nuovo partito: magari un incarico ministeriale, o forse una ricandidatura alle europee. Un’ipotesi, quest’ultima, che i democratici credono irrealistica perché, pare che la Chinnici non avesse mai avviato un’interlocuzione con il partito per una sua ricandidatura, tant’è che da Bruxelles hanno chiamato Roma per avere conferma della notizia del suo passaggio a Forza Italia.
Delusione Dem
Di sicuro c’è che resta la delusione. E, in alcuni casi, anche la rabbia.
Tra i pochi che oggi hanno voluto commentare la vicenda c’è Rosario Filoramo, segretario provinciale del Partito Democratico di Palermo.
“Non mi interessano molto i cambi di casacca – ha commentato a Qds.it – mi preoccupo del partito. L’errore è stato del gruppo dirigente del Pd che ha deciso di non candidare un dirigente di partito. E oggi scopriamo che avevamo da un lato Schifani e dall’altro lato candidata era l’amica di Schifani. Il nostro compito sarebbe quello di selezionare nuova classe dirigente, non prendere gente esterna. Leggo i commenti di oggi, tutti i militanti raccontano di non averla mai vista ad una riunione di partito la Chinnici, è sempre stata vista come corpo esterno”.
“La notizia del passaggio di Caterina Chinnici in Forza Italia lascia sconcerto – ha scritto Fabio Teresi, ex presidente della V circoscrizione di Palermo – Chiedo scusa ai miei elettori che attraverso me hanno votato Lei. In politica come nella vita, ci sono i politici e ci sono gli accattoni. Oggi quest’ultimo elenco si allunga”. E infine Antonio Rubino: “Ero il coordinatore della segreteria regionale del Pd e fui cacciato perché mi opposi alla scelte di Anthony Emanuele Barbagallo e Peppe Provenzano a cominciare dalla candidatura della Chinnici. In quella direzione fui tacciato di essere irresponsabile perché, qualche giorno prima, avevo fatto un comunicato che avrebbe “disturbato” la candidata e messo in crisi l’alleanza con i 5stelle di Cancelleri (si, quello passato in Forza Italia qualche giorno fa). Per stasera mi limito a ricordare i fatti ma se la notizia del passaggio di Caterina Chinnici a Forza Italia dovesse essere confermata, li commenterò”.