Nell’ultimo decennio il batterio killer arrivato dal Centroamerica ha devastato gli ulivi italiani
Con una media di 20 chilometri all’anno nell’ultimo decennio, la Xylella, il batterio killer arrivato dal Centroamerica, ha devastato gli ulivi italiani, con un’area invasa “da piante zombie che va dal Capo di Leuca e Gallipoli, nell’estremità meridionale della provincia di Lecce, fino alle porte di Bari fra Polignano, Monopoli e Castellana Grotte”. E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sull’avanzata dell’epidemia della Xylella, diffuso in occasione della giornata in difesa degli ulivi al Villaggio contadino di Bari, a 10 anni dall’arrivo della fitopatia in Italia.
“Siamo di fronte – evidenzia Coldiretti – a una vera e propria emergenza che non riguarda più solo alcune zone della Puglia ma rischia di estendersi a livello nazionale ed europeo con la guerra al batterio che ha un valore ambientale, scientifico ed economico. La Xylella – spiega Coldiretti – viene diffusa da un insetto, la ‘sputacchina’, che inocula il batterio nei canali linfatici delle piante, prosciugandole dall’interno e uccidendole senza pietà. Ogni sputacchina – spiega Coldiretti – riesce a percorrere da sola fino a 400 metri, ma può restare attaccata a camion, moto e automobili coprendo decine di chilometri ogni anno come dimostra l’avanzata dell’epidemia in Puglia. L’insetto si infetta con il batterio della Xylella fastidiosa prendendolo da piante già contaminate e per tutta la sua vita rimane un portatore attivo del contagio”.
Dal 2013 ad oggi la Xylella portata dalla sputacchina ha camminato e, dopo aver praticamente azzerato il patrimonio olivicolo del Salento, compromesso gravemente gli oliveti di Brindisi e Taranto, è arrivata in provincia di Bari tanto da dover istituire una nuova area infetta denominata “Valle d’Itria” a causa dell’’elevato rischio sanitario confermato nell’area tra Monopoli, Polignano e Castellana Grotte dove è stato rinvenuto un pericoloso focolaio attivo.