WindTre: sit in a Palermo, sindacati "stop a guerra tariffe"

WindTre: sit in a Palermo, sindacati “stop a guerra tariffe”

WindTre: sit in a Palermo, sindacati “stop a guerra tariffe”

Redazione  |
giovedì 04 Maggio 2023

La concorrenza spietata, anche degli operatori virtuali che hanno costi più bassi di gestione, rischia di non fare più investire la WindTre nel materiale umano

Sciopero dei lavoratori di WindTre contro la vendita dell’intero asset della rete a un fondo di investimento svedese. A Palermo si terrà un sit-in, sino alle 14, davanti la sede della Prefettura, indetto da Slc Cgil Fistel Cisl e Uilcom Uil. I sindacati contestano la decisione. “Si tratta di una scelta totalmente sbagliata mirata solo a fare cassa – dice il segretario Slc Cgil Palermo, Fabio Maggio – La guerra delle tariffe sta trasformando il settore Tlc italiano. I gestori, pur di sopravvivere in questa guerra delle tariffe continua, non investono più in infrastrutture e innovazione ma si lanciano nella rincorsa dei servizi a prezzi sempre più stracciati, rinunciando alla tenuta della qualità dell’occupazione. Come potrà resistere WindTre, con i suoi 4mila dipendenti, in un contesto che la vedrà competere con realtà molto più snelle, per esempio gli operatori virtuali, con costi di gestione ben più bassi?”.

Condanna lavoratori a precarietà

“Come sindacati – aggiunge Maggio – ci sembra inverosimile che le istituzioni non si accorgano del rischio che si intravede per un settore tanto strategico. Così non si fanno né gli interessi dei lavoratori né tantomeno del Paese che si ritrova con infrastrutture sempre meno competitive a livello europeo e sempre più trasformato in un enorme mercato dove la fanno da padrone solo considerazioni di carattere finanziario”. Oggi la giornata di protesta nazionale di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil a fianco dei lavoratori di WindTre, per uno sciopero di settore che punta a “rompere la coltre di silenzio che avvolge la ristrutturazione strisciante del comparto e per dire con chiarezza che con questo modello di sviluppo si stanno condannando decine di migliaia di lavoratori alla precarietà e tutto il Paese e all’esclusione dalle enormi potenzialità offerte dalla transizione digitale”.

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