Catania, condotte colabrodo e invasi mezzi vuoti: la denuncia di Coldiretti - QdS

Catania, condotte colabrodo e invasi mezzi vuoti: la denuncia di Coldiretti

Catania, condotte colabrodo e invasi mezzi vuoti: la denuncia di Coldiretti

Giuseppe Bonaccorsi  |
venerdì 05 Maggio 2023

La denuncia del presidente provinciale Andrea Passanisi: “Nonostante i progetti finanziati, i lavori indispensabili per l’irrigazione nella parte Sud di Catania non partono”

CATANIA – “Al momento ci hanno comunicato che in tutti gli invasi del consorzio irriguo c’è poca acqua”. Lo ha detto il presidente di Coldiretti Catania, Andrea Passanisi, al termine di un incontro che si è tenuto ieri nel capoluogo con i referenti del Consorzio di bonifica”. Alla luce della mancanza di programmazione e in vista di una estate che si preannuncia rovente e siccitosa, come quella dell’anno scorso, il rappresentante dei produttori punta il dito contro problemi atavici dell’ente preposto ai turni irrigui delle campagne, legati da inefficienza, mancata programmazione, condotte obsolete e mancata manutenzione oltre che una decisa mancata programmazione sulle opere che urgono per evitare un tracollo del comparto della piana di Catania e dell’area del Calatino.

Sono decenni che a ogni estate montano le proteste degli agricoltori. Ma ancora oggi a distanza di tantissimo tempo nulla è cambiato, facendo fede al detto tanto caro a Tomasi di Lampedusa nel “Gattopardo”: “In Sicilia bisogna che tutto cambi perché tutto resti come prima”.

Insomma dalle parole di Passanisi si intuisce che siamo a un passo dal disastro in una estate che potrebbe segnare il crollo non solo delle produzioni , ma anche quello economico di intere famiglie di lavoratori oltre quella dei produttori. “Nonostante i progetti finanziati, i lavori indispensabili per l’irrigazione nella parte sud di Catania non partono e si rischia di non poter irrigare arance, ortaggi e tutte le altre produzioni”.

La denuncia di Coldiretti si è levata forte durante l’incontro col commissario straordinario del Consorzio di bonifica Sicilia orientale, Giuseppe Spartà, in cui è emersa la “situazione tragica” delle infrastrutture che non permetterà di portare l’acqua alle aziende agricole. “Le opere indispensabili – prosegue Coldiretti Catania – riguardano la ricostruzione e rinforzo dell’adduttore irriguo ‘Magazzinazzo’ danneggiato dall’alluvione dell’ottobre 2021 e la riqualificazione energetica centrale di sollevamento del serbatoio Lentini. Sono opere cruciali, in un’annata siccitosa come quella attuale”.

“Nonostante la pioggia degli ultimi giorni – prosegue Coldiretti etnea – lo stato di emergenza continua perché le dighe e gli invasi non hanno sufficienti quantitativi d’acqua. Alcune zone del comprensorio di Catania ad oggi con molta probabilità non potranno ricevere acqua. A tutto ciò si aggiunge la beffa dell’emissione dei ruoli, che avverrà in ogni caso a prescindere dai turni irrigui o meno e su questo Coldiretti chiede che sia proclamato lo stato di calamità. “Non si può pagare per un servizio di cui non si usufruisce – conclude il presidente Andrea Passanisi – . Siamo davvero al paradosso perché gli agricoltori subiranno ulteriori perdite”.

Passanisi inoltre aggiunge che l’area che maggiormente è stata interessata da questa siccità perdurante soprattutto nel periodo invernale riguarda il Calatino e il triangolo Scordia, Palagonia, Ramacca, zone già ben lontane dall’area etnea dove al contrario le piogge non sono mancate. “Nelle aree del capoluogo hanno un invaso naturale enorme che è l’Etna che con la neve che si è sciolta non avranno problemi, ma nell’area limitrofa a Caltagirone senza interventi tra qualche mese sarà durissima”. “Rispetto agli anni precedenti, conseguenza del cambiamento climatico – ha aggiunto – abbiamo da anni in estate temperature alte e piogge non abbondanti. In prevalenza abbiamo avuto solo delle bombe d’acqua che non sono fondamentali per riempire gli invasi. E non solo, ci sono state anche poche precipitazioni, ma anche le temperature anomale in quest’ultimo autunno disastroso. Ora sarebbe stato necessario programmare per tempo le opere che adesso sarebbero state fondamentali, ma per mancanza di fondi e mancati finanziamenti siamo a tappeto con un Consorzio al collasso. Per cui la risposta è negativa perché ci sono i progetti cruciali in atto o in partenza, ma senza alcun finanziamento. Avremo un prossimo incontro con l’assessorato energia per comprendere la ripartizione dell’acqua, ma mi pare evidente che la situazione difficilmente evolverà verso una soluzione positiva nel breve termine”.

Eppure in una terra come la nostra sarebbe bastata una minima programmazione per imparare dagli altri. In Israele hanno inventato la irrigazione a pioggia che ha fatto diventare enormi terreni desertici in immense oasi di verde. In Sicilia non solo non si riesce a conservare l’acqua, ma non si riesce neanche a effettuare interventi negli invasi esistenti.

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