Lo dice il segretario generale della Cgil nel giorno della manifestazione a Bologna con Cisl e Uil
“Quello del governo è un provvedimento una tantum. Inoltre, non c’è l’aumento delle detrazioni che avevamo chiesto per bilanciare il drenaggio fiscale causato dall’inflazione su salari e pensioni”. Lo dice il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, in un’intervista al Corriere della Sera, nel giorno della manifestazione a Bologna con Cisl e Uil. Una piazza, sottolinea, che oggi “sarà piena, ne sono sicuro, anche per come sono andate bene le migliaia di assemblee che abbiamo fatto nei luoghi di lavoro”. E quella di maggio “è solo l’inizio di una mobilitazione cui, senza risposte del governo, e delle imprese perché da loro vogliamo il rinnovo dei contratti, dovremo dare continuità, senza escludere nulla”, avverte Landini. Alla domanda se si stia andando verso uno sciopero generale, “Lo decideremo – risponde – insieme a Cisl e Uil sulla base di ciò che faranno il governo e le imprese”.
Nel merito del decreto Lavoro, varato il primo maggio dal governo, Il taglio del cuneo, sottolinea Landini, è “per sei mesi”. “Quando domenica abbiamo incontrato il governo, lo abbiamo chiesto al ministro dell’Economia. E Giorgetti ci ha risposto che il provvedimento arriva fino a dicembre, senza prendere impegni per il dopo. Non è quello che vogliamo. La nostra piattaforma rivendica – spiega- il superamento della precarietà; una riforma del fisco in direzione contraria a quella del governo; un contributo straordinario sui profitti; la riforma delle pensioni; il rinnovo dei contratti mentre il governo non ha messo un euro per i dipendenti pubblici; investimenti e assunzioni per sanità e scuola pubblica; il rafforzamento della sicurezza sul lavoro”.