L’impatto sulle tasche dei palermitani sarà calmierato rispetto alle previsioni iniziali, ma non sono mancate le critiche per lo stop all’esenzione a chi ha un reddito inferiore a 12 mila euro
PALERMO – Aumenti contenuti, ma alla fine la delibera sulla nuova addizionale comunale Irpef è passata. Bocciato, invece, l’emendamento proposto dall’opposizione che prevedeva l’esenzione dal pagamento per i cittadini con un reddito fino a 12 mila euro.
È stato un dibattito a dir poco movimentato quello che ha portato il Consiglio comunale all’approvazione dello schema dell’addizionale Irpef per gli anni 2023/2031. Si tratta di un atto propedeutico al Bilancio di previsione 2023-2025 ma soprattutto di uno dei pilastri su cui poggia l’intero Piano di riequilibrio. Il semaforo verde dell’Aula è arrivato con 21 voti favorevoli, 11 contrari e un astenuto.
Ad accendere gli animi, in particolare, è stato un subemendamento presentato in extremis dalla maggioranza, che ha inserito nel provvedimento un contributo erariale straordinario di 40 milioni da parte del Governo, frutto dell’ultima Finanziaria e utile a contenere gli aumenti delle annualità 2026 e 2027.
“Il decreto direttoriale che sblocca i 40 milioni è stato pubblicato in questi giorni sulla Gazzetta ufficiale – ha annunciato in Aula il vice sindaco con delega al Bilancio Carolina Varchi – e, dunque, il contributo erariale è immediatamente utilizzabile”.
Secondo l’opposizione, però, “quella di spalmare i 40 milioni proprio nel biennio a ridosso delle prossime elezioni Amministrative è una scelta politica”.
Alla fine l’emendamento ha superato l’esame dell’Aula, al contrario di quelli presentati dall’opposizione. Uno prevedeva un’efficacia “a tempo” della delibera, che sarebbe stata valida soltanto nel triennio coperto dal Bilancio di Previsione 2023/2025. L’altro invece mirava a introdurre un’esenzione per le fasce di reddito più basse (ovvero sotto i 12mila euro). Il primo, a differenza del secondo, aveva anche ricevuto il parere favorevole degli uffici ma la maggioranza ha fatto muro. Il capogruppo di FdI Giuseppe Milazzo ha così replicato alle rimostranze dell’opposizione: “Noi dobbiamo rispondere anche a principi di carattere politico che nulla hanno a che fare con gli aspetti contabili e tecnici. L’emendamento dell’opposizione è stato scritto correttamente sotto il profilo contabile, giuridico e tecnico ma sotto il profilo politico sono libero di pensarla diversamente. Non può passare il principio per cui basta avere il parere favorevole degli uffici per approvare un emendamento. Occorre anche che sia la scelta giusta per la cittadinanza”.
Insomma, l’impatto del salasso Irpef sulle tasche dei palermitani è innegabile ma quantomeno sarà calmierato rispetto alle previsioni iniziali. L’addizionale comunale passerà dallo 0,8% del 2022 allo 0,938% del 2023 per poi crescere progressivamente fino all’1,338% del 2031. Nel biennio 2024-2025 l’aumento del gettito Irpef sarà di 12,6 milioni. Quanto al biennio 2026-2027, se prima era previsto un aumento del gettito di 38,2 milioni per il 2026 (con un rialzo dell’aliquota dell’1,4%) e di 37,2 milioni per il 2027 (+1,38%), grazie all’emendamento della maggioranza l’aumento del gettito sarà rispettivamente di “soli” 14,5 milioni nel 2026 (+1,03%) e di 28,7 milioni nel 2027 (+1,25%). Tutto invariato, invece, nel quadriennio 2028-2031, con un aumento del gettito tra i 34 e i 36 milioni.
“Dopo aver del tutto scongiurato l’aumento dell’Irpef del 2022 – ha esultato il sindaco Roberto Lagalla – che sarebbe pesato sulle tasche dei contribuenti per 49,4 milioni, infatti, le misure di questa Giunta permetteranno di andare oltre il dimezzamento del gettito Irpef fino al 2027. Complessivamente, le strategie adottate e quelle inserite nella rimodulazione del Piano di riequilibrio, che saranno approvate appena lo sarà il Bilancio di previsione, consentiranno di alleggerire, nel decennio 2022/2031, l’aumento dell’Irpef di 159 milioni. Il Piano di riequilibrio adottato dal Consiglio comunale con deliberazione del 31 gennaio 2022, invece, prevedeva un incremento dell’Irpef pari a 378,8 milioni nel decennio 2022/2031”.
Ma la bocciatura dell’emendamento sui redditi più bassi ha fatto insorgere l’opposizione. In una nota congiunta Progetto Palermo, Pd, M5S, Oso e Gruppo Misto hanno attaccato il centrodestra: “Il sindaco Lagalla, la Giunta e la maggioranza hanno buttato la maschera: decidono di aumentare l’addizionale Irpef e di escludere l’esenzione per i redditi più bassi e sotto la soglia di povertà. Le fasce più deboli della nostra città quindi subiranno aumenti percentuali uguali alle fasce più ricche, in violazione del principio di progressività. Inoltre, la maggioranza, non fidandosi di se stessa e del sindaco, stabilisce sin da ora aumenti (già operativi e inseriti nel regolamento) per il prossimo decennio”.
Anche i sindacati hanno bocciato l’assenza di un paracadute per le fasce più deboli: “Purtroppo questa delibera – ha commentato Leonardo La Piana, segretario generale Cisl Palermo Trapani – non tiene così conto delle difficoltà di tante famiglie che non ce la fanno più ad affrontare il caro vita che sta erodendo stipendi e pensioni. In questo momento un aumento su chi percepisce meno è una batosta. Non aver considerato l’esenzione per le fasce deboli produrrà un’onda d’urto insopportabile per il nostro tessuto economico e sociale”.
Dello stesso parere il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo: “Continua a mancare il confronto con le forze sociali della città. Il sindaco Lagalla si assuma la responsabilità di un aumento dell’Irpef che, sia pur limitato e spalmato negli anni, graverà proporzionalmente sui ceti più fragili e deboli della nostra città, sui giovani, sui disoccupati”.