Christelle Luisier Brodard: "Un’organizzazione efficiente messa a servizio dei cittadini" - QdS

Christelle Luisier Brodard: “Un’organizzazione efficiente messa a servizio dei cittadini”

Christelle Luisier Brodard: “Un’organizzazione efficiente messa a servizio dei cittadini”

Sofia Marcinnò  |
martedì 06 Giugno 2023

Forum con Christelle Luisier Brodard, presidente del Cantone Vaud

Intervistata dal direttore Carlo Alberto Tregua, la presidente del Cantone Vaud, Christelle Luisier Brodard, risponde alle domande del QdS.

Il vostro è il terzo Cantone più grande della Svizzera in termini di abitanti: qual è la vostra organizzazione e quali sono le attività più importanti che portate avanti?
“Gli impiegati nel pubblico e para-pubblico sono quarantamila. Il Cantone ha storicamente delegato delle competenze alla Confederazione, ma resta la cellula politica primaria della Svizzera, dunque servono molti collaboratori perché vi sono numerose competenze: dal sistema sanitario a quello educativo, dalla sicurezza al settore fiscale e così via. Vige un sistema bicamerale: una Camera con 19 deputati o consiglieri nazionali, più il Consiglio di Stato o Camera dei Cantoni ove tutti i Cantoni hanno due delegati. Sul piano cantonale vi è un Parlamento con 150 membri che votano le leggi; dal lato dell’esecutivo sette delegati con il presidente che resta in carica per cinque anni. Nel Consiglio di Stato vi è un sistema di coalizione con elezioni popolari. Attualmente nel Consiglio di Stato vi sono cinque donne su sette. Tutti i delegati sono legati da un programma di legislatura, redatto all’inizio del mandato, che si cerca di realizzare in cinque anni”.

Qual è il colore politico della Confederazione e quello del Cantone?
“Al Consiglio Federale vi è una maggioranza di destra. Al livello cantonale per dieci anni vi è stata una maggioranza di sinistra, ora di destra, ma il nostro è un sistema di coalizione ove bisogna trovare il consenso lavorando insieme. Il mio obiettivo è trovare il consenso, poi il compromesso e poi, come ultima spiaggia, il voto, ma eccezionalmente”.

Quali sono i principali servizi resi alla popolazione?
“Ci occupiamo di tutto quello che riguarda tocca il Registro del commercio, il Registro fondiario, agli aiuti sociali, l’organizzazione del territorio, la sanità. Per gestire tutto questo vi è un gran numero di uffici, ma anche di prestazioni sul territorio direttamente legate al servizio cantonale”.

In che modo gestite l’immigrazione?
“Vi sono molti immigrati in Svizzera, soprattutto visti i problemi in Ucraina. Vi sono dei centri di accoglienza, si cerca di integrarli per esempio portando i bambini a scuola. Con la crisi in Ucraina è difficile accogliere tutte queste persone: le grandi sfide consistono nel trovargli degli alloggi, privati e non, e di includerli nelle classi normali integrandoli nel mondo del lavoro”.

Sanità mista grazie a pubblico e privato e sostegno alle persone più in difficoltà

In che modo si articola il funzionamento del vostro servizio sanitario?
“Il servizio sanitario è misto, pubblico e privato. Sono pubblici per esempio alcuni ospedali, poi i sistemi per gli anziani come le cure a domicilio o le case di riposo. Una buona parte del budget è destinato alle sovvenzioni per le persone che non possono permettersi i costi della sanità”.

A quanto corrispondono gli incassi?
“Vi è un budget di circa 11 miliardi di franchi all’anno. Negli anni novanta il Cantone di Vaud aveva 9 miliardi di debiti, pagando grandi interessi. Oggi non ha quasi più debiti, quindi la situazione è favorevole. La nuova sfida è stata il Covid, poi la crisi in Ucraina, con le già citate spese per l’accoglienza dei rifugiati e quella dei prezzi dell’energia, con l’inflazione che incide fortemente soprattutto sui salari. Bisogna trovare dei compromessi per sostenere la popolazione che vive questo rincaro generale”.

Ci sono delle attività che svolgete insieme agli altri Cantoni?
“La collaborazione è essenziale, perché i territori sono piccoli, hanno grandi competenze e autonomia, ma oggi il mondo è interconnesso, quindi è necessario avere rapporti diretti con gli altri Cantoni attraverso soprattutto delle conferenze inter-cantonali per tema: come presidente sono nella Conferenza inter-cantonale per la Gestione del territorio. In questo caso vi è una Conferenza che riunisce i Cantoni francofoni e poi ve n’è una svizzera in cui tutti i Cantoni sono rappresentati e lavorano tra di loro sui temi che gli concernono oppure su dei temi federali. Poi vi è una Conferenza dei Cantoni che è più globale, in cui si esprimono pareri non su un singolo Dipartimento, ma dell’insieme del governo”.

La sfida del rinnovamento delle politiche ambientali

Quali strategie avete elaborato e messo in pratica sul fronte della tutela ambientale e delle politiche green?
“Vi è un programma di legislatura che contiene tre assi prioritari per il 2022-2027: tra questi ve n’è uno sulla sostenibilità e il clima. In questo caso esiste una cellula che si occupa di sostenibilità ambientale nel Dipartimento di Presidenza. Quest’asse comprende anche il Piano climatico, il Plan climat, ma come sappiamo la sostenibilità ambientale è un tema molto più ampio. Sul clima è stata lanciata un’iniziativa che sarà votata in giugno per iscrivere i principi nella Costituzione del Plan climat, di cui una prima versione è stata fatta nel 2020. Vi sono le politiche pubbliche generali del Cantone sul clima, che riguardano mobilità, infrastrutture, rinnovo degli edifici e altro ancora. Poi vi è il Plan Climat, che prevede delle misure di spinta con 173 milioni destinati. Vi è anche un Fondo energia per sovvenzionare il rinnovo degli edifici, pari a 200 milioni di franchi e altri 200 milioni sono previsti per nuove misure che saranno decisi entro il mese di giugno. In parallelo vi è un lavoro sui cambiamenti legislativi da fare: leggi sulle strade, sull’energia, che è a parte più grande del dossier, dove si discute di standard e di scadenze entro cui concretizzare gli obiettivi, e una legge quadro sulla sostenibilità. È un processo complicato, perché bisogna trovare degli equilibri affinché le leggi passino”.

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