Neet, un fenomeno in crescita da arginare con politiche mirate - QdS

Neet, un fenomeno in crescita da arginare con politiche mirate

Neet, un fenomeno in crescita da arginare con politiche mirate

sabato 01 Luglio 2023

I giovani non sono in grado di acquisire le competenze necessarie per il mercato del lavoro

I Neet – Not in education, employment or training – sono un’immagine molto diffusa della crisi nel mondo lavorativo. Ad essere interessati sono i giovani dai 16 ai 35 anni che non lavorano, non studiano e non sono in formazione: le persone disoccupate e/o inattive. Negli ultimi anni la percentuale dei Neet è aumentata. Quali le cause e quali gli argomenti innovativi per invertire il trend? Possono essere molteplici e variare da paese a paese, ma alcune di esse sono comuni e includono le difficoltà finanziarie, la recessione economica globale e le sfide nel mercato del lavoro che hanno reso più difficile per i giovani trovare opportunità occupazionali stabili e ben retribuite. Ciò può portare a una maggiore inattività tra i giovani.

Mancano le opportunità educative. L’accesso limitato all’istruzione di qualità o l’adeguata formazione professionale può contribuire al fenomeno NEET. Se i giovani non sono in grado di acquisire le competenze necessarie per il mercato del lavoro, possono trovarsi senza occupazione o senza prospettive di carriera. Hanno il loro peso anche fattori socioculturali come la mancanza di modelli positivi o l’assenza di aspettative elevate rispetto all’istruzione o al lavoro.

Questi fattori possono scoraggiare i giovani dal cercare attivamente opportunità di istruzione o di impiego. Per invertire il trend e affrontare il problema dei Neet è necessario adottare un approccio multifattoriale e innovativo. Alcuni argomenti da considerare includono programmi di istruzione e formazione personalizzati per sviluppare percorsi che si adattino alle esigenze e agli interessi dei giovani, offrendo un’istruzione ed una formazione che siano rispondenti al mercato del lavoro locale.

Questi programmi dovrebbero essere flessibili, accessibili e mirati a fornire competenze richieste dal settore. La collaborazione tra istituzioni educative e settore privato, in forme di partnership tra scuole, università e aziende potrebbe certamente facilitare un migliore allineamento tra l’istruzione e le esigenze del mercato del lavoro.

Le aziende potrebbero offrire programmi di apprendistato o stage, fornendo ai giovani esperienze pratiche e opportunità di apprendimento sul campo. Una politica di sostegno all’imprenditorialità giovanile promuoverebbe l’iniziativa dei giovani ed incoraggerebbe l’auto-occupazione e l’innovazione. Offrire mentorship, finanziamenti agevolati o programmi di incubazione potrebbe aiutare i giovani a sviluppare le loro idee imprenditoriali e avviare le proprie attività.

Tutto ciò nel quadro di politiche pubbliche per il lavoro giovanile adottate dai governi per favorire l’occupazione della maggioranza di chi è Neet suo malgrado, ad esempio offrendo incentivi fiscali alle aziende che assumono giovani o creando programmi di sostegno.

Andrea Di Pietro, Francesca Sorbello, Marialuce Anastasi
IV M Liceo artistico R.Guttuso – Giarre (CT)

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