Starbucks guarda all'olio siciliano per il suo caffè - QdS

Starbucks guarda all’olio siciliano per il suo caffè, Schultz: “Oleato grande idea globale” – VIDEO

Starbucks guarda all’olio siciliano per il suo caffè, Schultz: “Oleato grande idea globale” – VIDEO

Antonio Schembri  |
lunedì 28 Agosto 2023

“Qui in Sicilia – ha commentato Howard Schultz - mi sono reso conto di quanto duro lavoro comporti la coltivazione dell’oliva nocellara".

Ultimato il suo rush siciliano nel distretto olivicolo della Valle del Belice, realtà da 2mila imprenditori agricoli, Howard Schultz, fondatore e oggi Ceo ad interim di Starbucks, la catena statunitense del caffè che fondò 52 anni fa e che oggi è la più grande al mondo, è volato a Milano, dove ha sede una delle 6 roastery aziendali sparse nel pianeta, nonché unico megastore Starbucks con torrefazione incorporata nella macroarea che comprende Europa, Africa e Asia occidentale.

Chissà se per mettere mano anche al progetto di aprire un punto vendita della sua azienda a Palermo o a Catania o in entrambi i capoluoghi.

Il lancio dell’Oleato

Quel che è certo è il definitivo lancio nel mercato dell’Oleato, miscela tra caffè (lungo, tipicamente americano e ben più carico di caffeina del normale espresso), panna liquida aromatizzata con vaniglia e mezza oncia (neanche 15 grammi) di olio di oliva extravergine per ciascuna emulsione, rigorosamente di provenienza belicina; e l’avvio di una collaborazione imprenditoriale che, per le sue ampie potenzialità, suscita già molte aspettative tra gli olivicoltori belicini.

È presto, ancora, per conoscere un piano industriale che illustri numeri: quelli che indicheranno le tonnellate di olio Evo prodotto dal distretto della Valle per le esigenze del gruppo americano; il prezzo con cui Starbucks lo acquisterà all’ingrosso; e le eventuali prospettive di nuova occupazione in un mercato complicato e ondivago come quello oleario.

L’intervento di Schultz

Sabato scorso Howard Schultz si è confrontato con una platea di centinaia di proprietari di uliveti e di lavoratori del comparto, sottolineando il suo forte interesse per l’Italia e, specificamente, per la realtà agricola siciliana. “Ogni volta che viaggio nel Belpaese, vengo travolto dalla sua luce, dall’atmosfera, dalla gastronomia e dal calore della sua gente – ha enfatizzato – Camminare in particolare dentro questi uliveti a perdita d’occhio è qualcosa di simile a quando lo faccio dentro una piantagione di caffè”.

Il riferimento evocato dal magnate americano è in particolare quello all’Hacienda Alsacia, in Costa Rica, a breve distanza dalla capitale San José e ai piedi di uno tra i più grandi vulcani centroamericani. In questa vasta coffee farm di sua proprietà Starbucks persegue da tempo un modello produttivo improntato alla sostenibilità ecologica e economica.

Nella sostanza – spiega Schultz – “una realtà produttiva oggi capace di attuare le migliori pratiche per rendere la coltivazione del caffè più redditizia per le aziende agricole di piccola scala, sviluppare una prossima generazione di piante di caffè d’alta qualità e resistenti alle malattie e condividere informazioni e risorse con gli agricoltori di tutto il mondo”.

Una modalità produttiva che si può trasferire anche in Sicilia attivando le tanto decantate logiche di rete, quelle che ancora stentano a affermarsi per limiti culturali.

“Cinquantadue anni fa Starbucks nasceva con un solo negozio al Pike Place Market di Seattle, con l’idea di offrire una gamma tra i migliori caffè in grani del mondo – ha ricordato Schultz. Oggi è un colosso del settore food con quasi 37mila punti vendita in più di 80 Paesi del mondo: “Una realtà molto imprenditoriale e altrettanto globale, nella quale però si vuole intervenire a sostegno delle piccole imprese agricole”.

“In Sicilia duro lavoro per coltivazione oliva nocellara”

“Qui in Sicilia – continua Howard Schultz – mi sono reso conto di quanto duro lavoro comporti la coltivazione dell’oliva nocellara. Per questo ho voluto che Tommaso Asaro venisse negli Stati Uniti a far conoscere la storia centenaria dell’azienda agricola della sua famiglia. Una storia che oggi può collegarsi ai progetti di Starbucks, molto inclini a sperimentare e a immettere nel mercato prodotti innovativi, come lo è l’Oleato”. Il quale – informano sia da Starbucks che dall’azienda Asaro – sta raccogliendo riscontri molto positivi dal mercato statunitense dove il riferimento identitario della Sicilia ha una forte presa.

L’Oleato è una grande idea globale” – rimarca Schultz. “Ovvio che questo genere di prodotto risulterà quantomeno inusuale per i consumatori italiani: sarebbe la sfida di Starbucks per proporre un allargamento di visuale sulla cultura del caffè, senza voler mettere in discussione la plurigiornaliera abitudine della tazzina di espresso, spingendo però a addentrarsi di più nel mondo del caffè e a scoprire tante altre modalità di prepararlo”.

“Questo – continua Schultz – è un prodotto di certo molto diverso rispetto all’espresso italiano, che è comunque un caffè che spesso si consuma addizionato con latte o aromatizzato con anice o altri liquori. La piccola e salutistica quantità di olio consente al caffè di miscelarsi perfettamente con la caffeina, ottenendo così un interessante grado di acidità al palato”. Il potente marketing del gruppo nordamericano punta a adesso a commercializzare l’Oleato in Giappone e, dal marzo 2024, nel mercato cinese.

I progetti di acquisizione dell’olio siciliano

Ciò che intanto costituisce un impegno irrevocabile in questo processo di collaborazione tra Starbucks e il neonato club degli olivicoltori della Valle del Belice, che porterà il colosso americano ad acquistare ingenti quantità di olio locale per alimentare la produzione e la distribuzione del caffè Oleato nel mondo, è il rispetto dei disciplinari di produzione dell’Evo belicino e quindi la salvaguardia della sua alta qualità.

“Man a mano che i consumi andranno aumentando, verranno coinvolte molte aziende agricole della province di Trapani, di Agrigento e di Palermo, che verranno chiamate a conferire le loro raccolte di olive – dice Tommaso Asaro, titolare dell’omonima azienda attiva da 107 anni. La questione della materia prima per la produzione dell’Oleato impegnerà Starbucks a approvviggiornarsi esclusivamente nel distretto olivicolo della Valle del Belice”.

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